Banca Popolare di Vicenza, Il Fatto Quotidiano: le balle di Bankitalia e la buccia di banana su Banca Etruria
Domenica 19 Giugno 2016 alle 12:24 | 0 commenti
C’è un po’ di confusione al vertice della Banca d’Italia. Il dato è preoccupante perché complica il lavoro di procure della Repubblica e tribunali di mezza Italia alle
prese con i crac bancari. Il capo della Vigilanza Car
melo Barbagallo ieri ha scritto
 una lettera alla Repubblica per
 difendere con frasi di circo-
stanza l’operato di palazzo Ko-ch nella brutta vicenda della
 Banca popolare di Vicenza: i 
119 mila soci hanno perso 6,2
miliardi di capitale, uno di loro, Antonio Bedin, quattro giorni fa si è tolto la vita. Dopo una serie di argomentazioni assai generiche e inconsistenti, Barbagallo scivola su una buccia di banana portentosa.
“Le verifiche nei confronti della Popolare sono state particolarmente intense negli ultimi anni e relative a un ampio spettro di attività . Abbiamo assunto provvedimenti restrittivi, bloccando, tra l'altro, le iniziative di espansione della bancaâ€.
Dunque il padre-padrone Gianni Zonin voleva espandersi comprando altre banche e gli occhiuti ispettori della Banca d’Italia, sotto l’occhiuta supervisione del governatore Ignazio Visco, hanno intimato l’alt, sapendo che la Popolare era malmessa. Adesso però Barbagallo dovrebbe spiegare un’incongruenza. L’1 marzo scorso il Direttorio della Banca d’Italia ha stangato quasi tutti gli ex amministratori di Banca Etruria (tra i quali Pier Luigi Boschi) con una sanzione complessiva di euro 2,2 milioni per una serie di irregolarità amministrative che avrebbero contribuito a mandare in vacca la banca. Per gli stessi rilievi diversi esponenti della banca aretina – commissariata nel febbraio 2015 e portata dai commissari nominati da Bankitalia alla definitiva dissoluzione il 22 novembre scorso – sono oggi indagati per bancarotta fraudolenta.
Tra gli addebiti ce n’è uno
che Barbagallo, quando ha
scritto a Repubblica, forse non 
ricordava: “In particolare non è stata portata all'attenzione dell'assemblea dei soci l’unica offerta giuridicamente rilevante presentata (quella avanzata dalla Banca popolare di Vicenza) per divergenze riguardo alla modalità di aggregazioneâ€.
Riassumendo. Nella primavera 2014 la Banca d’Italia ordina ai vertici di Banca Etruria di salvare la banca facendola assorbire dalla Popolare di Vicenza. I banchieri aretini recalcitrano e Zonin ritira l’offerta. La Banca d’Italia si infuria, al punto da predisporre per i colpevoli una dura sanzione pecuniaria. Nel frattempo va a gambe all’aria anche la Popolare di Vicenza, un altro caso di banca che viene rovinata a insaputa della Vigilanza. Ma adesso Barbagallo rivendica di aver bloccato l’espansionismo di Zonin. Se è vero che l’operazione con Etruria è stata fermata da Bankitalia, il governatore Visco dovrebbe restituire un po’ di multe agli ex amministratori di Arezzo, e magari mandar loro un biglietto di scuse. Anche a papà Boschi.Â
di Giorgio Meletti da Il Fatto Quotidiano
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