Banca Popolare di Vicenza, identità nazionale
Mercoledi 13 Ottobre 2010 alle 00:55 | 0 commenti
Con la fusione per incorporazione della Cariprato nella Banca Popolare di Vicenza si conclude, anche formalmente, una vicenda che ha sollevato più di qualche polemica in Toscana.
Al momento dell'acquisizione, avvenuta verso la fine del 2002, con la cessione da parte di Montepaschi del 79% del pacchetto azionario di Cariprato per un ammontare di oltre 411 milioni, erano state feroci le critiche avanzate del Presidente della Regione Toscana Martini, il quale non aveva gradito affatto lo spostamento della sede decisionale della banca fuori regione.
Mentre nello scorso luglio, all'annuncio dell'incorporazione, era stato il Vescovo di Prato, Mons. Gastone Simoni, a schierarsi decisamente contro l'operazione usando parole inequivocabili: "non posso non confermare la mia preoccupazione, la mia amarezza anche, e la mia delusione". L'alto prelato aveva anche esplicitamente fatto riferimento alla perdita di posti di lavoro, di valore e di un danno alla città di Prato.
Ma se in effetti alla Cariprato va storicamente riconosciuto il merito di aver dato un impulso decisivo all'affermazione del distretto produttivo della zona, la crisi del tessile aveva comportato non pochi problemi per l'Istituto toscano le cui difficoltà , negli ultimi tempi, erano note.
Non dimentichiamo poi che l'operazione d'incorporazione riguarda anche l'altra controllata Banca Nuova, ed anche per l'Istituto attivo in Sicilia e Calabria le voci di una gestione non proprio efficiente sono piuttosto diffuse.
Per la Popolare di Vicenza le due incorporazioni si sono rese necessarie per "razionalizzare il gruppo" ed ottenere risparmi valutabili in decine di milioni di euro.
La domanda, quindi, degli ambienti finanziari è lecita: ma se comportano soltanto benefici, perchè non sono state fatte prima? La decisione, comunque, ora è arrivata e per la BpVI è sicuramente un passo avanti verso la sua identità di banca non più solo regionale ma italiana e di dimensioni ragguardevoli e tali da poter competere in un mondo in cui i sommovimenti non sono certo finiti qui. Almeno in un ambito, così, Vicenza torna a una posizione di rilievo in ambito nazionale.
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