Banca Popolare di Vicenza e Veneto Banca, la Corte Costituzionale respinge punti e dubbi: lo rivendica l'associazione Ezzelino da Onara
Giovedi 29 Dicembre 2016 alle 13:05 | 0 commenti
"Evidenziamo quanto deciso dalla Corte Costituzionale relativamente alla legge 33/2015 perfettamente in linea con quanto affermato nel nostro comunicato del 3 dicembre scorso, l'unico in controtendenza con le altre dichiarazioni che hanno solamente creato ulteriore confusione e false aspettative nei Risparmiatori". Così inizia una nota del Tributarista Loris Mazzon (a destra nella foto) per l'associazione Ezzelino da Onara e per Patrizio Miatello (a sinistra nella foto) che riportiamo di seguito insieme alla riproposizione del vecchio comunicato e che continua evidenziando ai soci traditi di Banca Popolare di Vicenza e Veneto Banca "il poco risalto che ha avuto tale notizia, lasciando delle errate convinzioni ed illusioni che vanno ad alimentare filoni giudiziari che porteranno solo ulteriori costi ai già poveri risparmiatori".
Gentile Risparmiatori traditi,
in queste ore tutti fanno un gran parlare dell' Ordinanza del Consiglio di Stato del 02.12.2016 attribuendo alla stessa un valore risolutivo in merito alla questione dei risparmi rubati dalle Banche ai risparmiatori.
Ma non è e non sarà così.
Le Sentenze, le Ordinanze ed in genere le norme legislative vanno approfondite, studiate e contestualizzate con calma ed in modo puntuale. Si corre il rischio, altrimenti, di confondere gli aspetti giuridici contenuti nelle stesse e di trasformarli in slogan propagandistici che non faranno altro che creare ancora false illusioni a tutte le numerose persone già vittime della dilapidazione dei loro risparmi.
Nel merito
Le deliberazioni delle assemblee dei soci che hanno deciso la trasformazione in SpA di Banca Popolare di Vicenza e di Veneto Banca rimarranno valide.
L'Ordinanza del Consiglio di Stato tecnicamente sospende l'efficacia solo di alcuni punti della circolare attuativa della Banca d'Italia del dicembre 2013. Circolare che è norma di rango inferiore. Mentre solo la pre-annunciata ordinanza di rinvio alla Consulta attiverà un giudizio di costituzionalità sulla norma di rango superiore cioè il DL 3/2015.
La trasformazione in SpA delle Popolari resta comunque una decisione volontariamente assunta dalle assemblee dei soci delle cooperative e quindi revocabile solo attraverso una delibera assembleare uguale e contraria.
Anche se fosse dichiarata l'incostituzionalità di singoli specifici aspetti della legge o dalla dichiarazione di illegittimità della normativa regolamentare adottata in attuazione delle legislazione primaria, quello che potrebbe succedere, solo però in teoria astratta di diritto, è che le popolari che si sono trasformate in S.p.A potrebbero tornare, ma solo se i loro soci, cioè Atlante, alle loro origini di cooperative, cosa che invece non sarebbe consentita se fosse ritenuta legittima la normativa qui in questione.
Ancora, la decisione dal Consiglio di Stato tramite l'ordinanza del 02.12.2016, sospende da subito, ma solo in modo parziale, la Circolare 285 versione 9 della Banca d'Italia del dicembre 2013 nella parte che riguarda il diritto di recesso. In particolare viene stoppata la parte che attribuisce agli organi della stessa banca interessata dalle domande di recesso, il potere di limitare o escludere il rimborso medesimo creando così una situazione di conflitto di interesse e di conflitto normativo. Resta fermo che le banche potranno differire in tutto od in parte il rimborso delle azioni del socio recedente. Non è dato però sapere in quanto tempo consisterà l'intervallo di differimento.
E' bene evidenziare però che tutta l'intera questione qui affrontata non discende da norme nazionali ma da norme comunitarie, le quali prevedono che le ragioni di stabilità delle Banche prevalgano sui diritti degli azionisti. Esse dunque consentono di limitare il rimborso per chi esercita il recesso al fine di salvaguardare il capitale della Banca.
E' qui alla fine che si giocherà l'intera partita, tutte le riforme varate in Italia sono diramazioni di quanto deciso nell'Unione Bancaria Europea che è propensa alla tutela della stabilità di tutto il sistema bancario europeo anche a costo di sacrificare i diritti dei risparmiatori azionisti o investitori, comunque si vogliano chiamare come dimostrato dalle norme sul bail-in.
La strada per gli azionisti che hanno esercitato il recesso è ancora lunga e lontana.
per Ezzelino da Onara e per Patrizio Miatello.
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