Banca Popolare di Vicenza: e adesso? I punti da chiarire
Martedi 14 Aprile 2015 alle 23:15 | 0 commenti
Occorre riconoscere che il Presidente Zonin, durante la conferenza stampa susseguente all’Assemblea dei soci, è stato onesto. Egli infatti, più che per la riduzione del valore dell’azione, sembrava rammaricato per l’illiquidità del titolo. Venuto a mancare (davvero colpa della Bce?) il fondo riacquisto azioni proprie, per gli azionisti della Banca è diventato praticamente impossibile il disinvestimento.
Ebbene, questo fatto, però, sottointende un aspetto che comunque doveva preoccupare tutti, vertici dell’Istituto e semplici soci: alla Banca, ormai da oltre un anno, arrivavano soltanto ordini di vendita, e forse non poteva andare diversamente, visti i continui aumenti di capitale che oltretutto dovevano essere fatti “a premio†per incentivare la sottoscrizione.
Nella stessa conferenza stampa il Consigliere Delegato, Samuele Sorato, si è trovato una sola volta in evidente difficoltà , quando gli è stato chiesto di quantificare l’ammontare delle richieste di vendita. Alla fine se l’è cavata dicendo che a tutte era stato dato “l’ineseguito†e, di conseguenza, quella lista di attesa, di fatto, è stata azzerata.
Insomma una “risposta non risposta†per togliersi da un impaccio, che però apre un'altra possibile fonte di contestazioni e polemiche. Se quella lista di attesa è stata azzerata (come d'altronde eta ragionevole visto che gli ordini di vendita erano stati conferiti a 62,50 euro per azione..., ndr) e se quegli ordini non saranno, quindi, automaticamente trasmessi alla nuova piattaforma di negoziazione che verrà approntata a breve, dovremmo ritenere così che su questa piattaforma “si riparte da zero� Ossia venga creata una nuova lista in cui verrà rispettato un nuovo ordine cronologico?
Insomma la Banca dovrà chiarire questo punto: gli azionisti, che in questo ultimo anno e mezzo hanno presentato richiesta di liquidazione parziale o totale del proprio investimento, dovranno formulare una nuova proposta di vendita, visto l’ineseguito ricevuto, oppure verranno inseriti d’ufficio (rispettando così l’ordine cronologico con cui erano pervenute a loro tempo le richieste) sulla nuova piattaforma di negoziazione?
Chiarito  questo è scontato prevedere che anche in seguito saranno ben pochi gli ordini di acquisto, che tra l'altro dovrebbero rispettare vincoli e tetti della normativa attuale e non quella che aprirà al mercato, e dato che la banda di oscillazione mensile del prezzo dell’azione sarà del 5% con un floor del 20% riteniamo probabile che quel “limite inferiore†in pochi mesi verrà raggiunto.
Ed allora facciamo due calcoli, 48 euro – 20% = 39,4 euro
Questo è il prezzo al quale i soci rischiano di ritrovarsi valorizzate (e non è detto liquidate) le proprie azioni prima della trasformazione della Banca in Spa. Rispetto al prezzo ufficiale pre-Assemblea (62,5 euro) si tratta di un calo del -36,96% e la cosa si farebbe davvero pesante. Per Vicenza tutta, quella dei soci "depauperati" e quella dell'economia indotta dai loro consumi conseguentemente ridotti, la botta potrebbe essere di portata storica.
Ci chiediamo, infine, se qualche imprenditore, che aveva ottenuto fidi portando in garanzia le azioni della Banca, può ritrovarsi nella condizione surreale di vedersi ridurre l’accordato in relazione al mutato valore del collaterale.
Sono questioni che abbiamo chiesto di poter porre direttamente al riconfermato consigliere delegato Samuele Sorato e alle quali la Popolare di Vicenza di certo, pensiamo, non mancherà , in tempi brevi, di dare risposte esaurienti, poiché i Soci, in Assemblea, ciò che hanno contestato alla massima dirigenza non era tanto una “mala-gestione†dell’Istituto, quanto le evidenti carenze in fatto di “comunicazioneâ€.
E il silenzio a volte … non è d’oro.
Specialmente in tempi poco aurei.Â
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