Banca Popolare di Vicenza, Coord. Don Torta: con il no il futuro c'è, minaccia Bce non può fare paura
Giovedi 3 Marzo 2016 alle 22:16 | 0 commenti
Pubblichiamo un sunto del piano industriale alternativo alla SPA e alla Borsa (clicca qui per visualizzarlo) per Banca Popolare di Vicenza preparato dal Coordinamento Associazioni Soci Banche Popolari Venete Don Enrico Torta che accusa: "piano del quale non si vuole parlare, o chi ne parla tende solo a sminuirlo con il no il futuro c'è, la minaccia della Bce non può fare paura e non deve fare paura, chi ha già votato sì il 19/12/2016 sta avendo paura, non possiamo rischiare di perdere tutto. Votare no alla spa è assolutamente conveniente per tutti".
Di seguito invece lettera aperta ai dipendenti e ai cittadini:
A pochi giorni dall’assemblea generale della “Banca Popolare di Vicenzaâ€, nell’impossibilità di avere un sereno dialogo costruttivo in quanto molti di Voi sono stati convinti che le associazioni contrarie alla trasformazione in s.p.a. vogliono la rovina della banca, della florida economia che questa consente e vi vogliono vedere in mezzo ad una strada, crediamo opportuno, anzi necessario precisare alcuni punti:
Noi siamo tutti soci della banca - diversamente da altre associazioni che hanno sfruttato il momento ed ora si dichiarano favorevoli alla trasformazione – e molti di noi sono impegnati con tutti i loro risparmi;
La nostra associazione è composta da tutte le tipologie di risparmiatori: pensionati, lavoratori dipendenti, artigiani, agricoltori, imprenditori, professionisti. Tutti abbiamo una famiglia e soffriamo di quello che è successo;
Tutti noi vorremmo con tutte le nostre forze limitare il danno economico che abbiamo patito e per questa ragione ci siamo riuniti in associazione dandoci uno statuto che, all’art. 2, riassumendo, finalizza gli scopi dell’associazione nel rafforzamento patrimoniale della banca, nella preservazione del carattere territoriale e nella protezione e valorizzazione degli interessi dei socie degli investitori, nel valutare le opportunità di crescita e sviluppo della banca. ( sul nostro sito è consultabile l’intero statuto quale allegato A all’atto costitutivo dell’associazione stipulato con rogito notarile)
Ci siamo tassati ed abbiamo investito molto del nostro tempo con la speranza di poter concretizzare gli obbiettivi che ci eravamo posti associandoci;
Abbiamo formulato numerose e ripetute proposte e richieste, sia scritte che verbali, al nuovo Amministratore della Banca dott. Iorio ed al nuovo Presidente dott. Dolcetta, senza aver mai avuto una sola risposta, neppure alla richiesta di accedere ai documenti; (verificabile sul sito dell’associazione) ……..il link delle linee guida e 8 proposte
Abbiamo approfondito i vari scenari possibili con la trasformazione in s.p.a., il successivo aumento di capitale e l’entrata in borsa e le conseguenze del voto NO alla trasformazione. Lo abbiamo fatto avvalendoci di tecnici e studiosi di livello nazionale ed attingendo a quante più informazioni possibile;
Abbiamo dibattuto pubblicamente le questioni invitando tutti politici del territorio ed anche gli amministratori della Banca. Su 88 eletti in Veneto e Friuli al parlamento, solo 9 hanno partecipato ad un incontro. Mai visto nessuno per la Banca, tranne qualche infiltrato penosamente celato;
Su preciso impegno del dott. Iorio - assunto nel corso dell’incontro con i soci promosso dalla Banca a Conegliano - di esaminare un’eventuale proposta alternativa alla trasformazione in s.p.a. etc, abbiamo formalizzato la nostra proposta di piano industriale nel corso della riunione di Vicenza del 27 febbraio, alla quale nessuno era presente per la banca e nessuna apertura al dialogo ci è giunta. Tale proposta prevede la cessione di rami d’azienda con l’obiettivo di patrimonializzare la banca e consentirgli di continuare proficuamente ad operare;
Gli organi di stampa, sia televisioni che giornali, hanno sistematicamente depotenziato ogni iniziativa e pensiero che non fosse conforme alla linea dettata dalla Banca e quindi favorevole al SI alla trasformazione, ultima prova ne sia che i giornali e le TV hanno detto che il 27 febbraio a Vicenza eravamo in 300 quando in realtà eravamo oltre 700, come ben evidente nei filmati;
Con tutto il cuore e con mente lucida ci teniamo ai nostri risparmi ed all’economia del nostro territorio e non abbiamo nessun astio nei confronti della Banca e dei suoi dipendenti.
Dipendenti della Banca Popolare di Vicenza, chiedetevi perché la Banca non ha dato nessuna trasparenza sul passato; perché la banca, pur sapendo che così avrebbe perso ogni credibilità da parte di azionisti e mercato non ha voluto nessuna trattativa con i propri soci, con il territorio. Chiedetevi perché - unico caso in Italia e probabilmente nel mondo - un’operazione di svariati miliardi di Euro, con 6.000 posti di lavoro in palio, non ha avuto nessun dibattito politico, nessuna contrattazione. Solo il diktat della Banca: si fa così e basta! Chiedetevi perché la Banca spende molti dei nostri Euro per pagare consulenti alla comunicazione. Che bisogno ce ne sarebbe se tutto fosse trasparente e comprensibile? Chiedetevi perché le comunicazioni fatte ai soci sono praticamente incomprensibili a chi non ha fatto due master in finanza; perché a pochi giorni dall’assemblea ci siano dei colpi di scena quali l’annuncio della denuncia presentata dal dott. Iorio ed i cambi di fronte di alcune associazioni. Chiedetevi perché la politica, in un momento come questo, che vede quasi mezzo milione di risparmiatori e lavoratori in crisi e decine di miliardi polverizzati, si fossilizza sulla questione dei matrimoni fra omosessuali – argomento certo importante ma non strategico per il paese-; Provate a darvi una risposta sulla ragione per la quale la commissione regionale che dovrebbe indagare su cosa è accaduto nelle popolari venete è convocata per la prima volta il 3 marzo e perché della commissione parlamentare, tanto sbandierata, che avrebbe davvero poteri enormi nella ricerca della verità e nell’evitare ulteriori conseguenze, non se ne vede ancora l’ombra. Fatevi queste domande e vedrete che non vi sentirete più tanto sicuri del posto che occupate!
Tutti siamo vittime di una mostruosa operazione finanziaria, se non coperta quantomeno volutamente ignorata dalla politica, il dott. Iorio non è stato messo nella nostra Banca per fare i nostri interessi, ce lo ha detto chiaramente, se abbiamo voluto intenderlo; egli è qui per far carriera e per fare finanza.
La finanza, il mondo della finanza, non ha DIO, non ha patria, non ha famiglia, amici; non ha verità e non ha onore; non ha pietà . SOLO PROFITTO.
Davvero pensate che nel mondo della finanza vi sia qualcuno cui importa del Vostro posto di lavoro, della Vostra famiglia, del mutuo che state pagando per aver acquistato quella casa che loro non vedono l’ora di prendervi per pochi soldi e poi rivenderla guadagnandoci. Vi hanno illuso facendovi credere di far parte di quel mondo solo perché entrate dalle dorate porte di una banca. No, Voi, come noi tutti, siete solo dei numeri, cancellabili premendo il tasto “resetâ€.
Aprite gli occhi, non abbiate paura del capo o della direzione, i “Tribunali del Lavoro†funzionano molto bene e puniscono pesantemente quelle situazioni che Voi conoscete e non avete il coraggio di denunciare. Non fatevi strumentalizzare ancora una volta, già è successo con la vendita dell’immondizia azionaria. Prendiamo tutti atto che il Piano IORIO non è altro che un’operazione per consentire alla finanza nazionale ed internazionale di guadagnare sulle spoglie della Banca Popolare di Vicenza, per consentire a quella finanza di diventare padrona delle nostre case e delle nostre aziende e che Vi manderà a casa senza alcuna pietà , perché 6.000 dipendenti non servono per fare speculazione.
Dire No significa:
Mantenere aperta la possibilità di una alternativa alla svendita della Banca e del nostro territorio;
La possibilità di aprire un tavolo di confronto con la regione, con il Governo Italiano e con le Autorità Europee al fine di trovare una soluzione meno dolorosa che consenta di salvare quanti più soldi possibile per gli azionisti, quanti più posti di lavoro e la sovranità sulla nostra economia;
La possibilità di vedere cosa è successo nella Banca, dove sono andati i miliardi di Euro, chi non paga i debiti;
La possibilità di valutare se l’operato dell’attuale dirigenza della Banca sia stato conforme agli interessi dei soci, che sono i veri padroni della Banca Popolare di Vicenza ed ai fini statutari.
Se non saremo noi a firmare la nostra condanna, la politica nazionale ed europea non potrà palesemente andare contro il popolo. Ora, la politica, fa finta di non vedere ma poi dovrà affrontare il problema e non è ragionevole che vi possa essere una dura posizione che conduca alla paralisi la regione più ricca d’Europa. Il prodotto veneto va in tutta Europa e nel mondo, è di altissima qualità e non è fungibile, il blocco del Veneto comporterebbe gravi danni a tante economie.
Dipendenti della Banca Popolare di Vicenza, e cittadini tutti, se per una volta sapremo essere nuovamente una comunità , dimenticando le nostre miserie e valorizzando quel poco di orgoglio e dignità che ancora ci è consentito conservare, metteremo le basi per un futuro dove la persona, l’uomo, ritornerà ad essere il protagonista.
VOTIAMO NO ALLA TRASFORMAZIONE DELLA BANCA POPOLARE DI VICENZA IN S.P.A., ALL’AUMENTO DI CAPITALE, ALL’ENTRATATA IN BORSA.
ALLONTANIAMO DALLA BANCA C.D.A. ED AMMINISTRATORE
RIPARTIAMO CON UMILTA’, ONESTA’ E VIGORE.
A TUTTI I SOCI DELLA BANCA POPOLARE DI VICENZA, AI DIPENDENTI DELLA BANCA
VOTIAMO NO ALLA SPECULAZIONE FATTA SULLA NOSTRA PELLE
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