Avviato negoziato con il governo per l’autonomia del Veneto
Giovedi 17 Marzo 2016 alle 15:05 | 0 commenti
Nel giorno dell'unità nazionale italiana, il 17 marzo, la Regione Veneto ha presentato richiesta formale al governo italiano per negoziare un federalismo a geometria variabile in base all’art. 116 della Costituzione, al fine di riconoscere ambiti di maggiore autonomia al Veneto rispetto alle altre Regioni a Statuto Ordinario. Un avvio della procedura che, successivamente al negoziato, porterà all’indizione di un referendum consultivo (a breve pubblicheremo video con intervista a Luca Zaia, al costituzionalista Luca Antonini, e presentazione a palazzo Balbi della firma con l’atto ufficiale di negoziazione).
Di seguito le dichiarazioni dei presenti diffuse dalla Regione:Â
“Vogliamo un nuovo Veneto, perché quello che conosciamo è quello a cui il centralismo e la burocrazia statali hanno tarpato le ali. Oggi iniziamo a muovere i primi importanti passi lungo quel percorso che da tempo stiamo tracciando con rigore legislativo e istituzionale per creare la nuova, moderna, efficiente casa dei cittadini veneti. Questo non è l’ultimo, è l’unico treno e non intendiamo perderloâ€.
“E’ dal 2006 che con provvedimenti di diversa natura la Regione del Veneto chiede a Roma maggiore autonomia – ha puntualizzato il presidente – e la Legge di Stabilità dello Stato del 2015 fissa un tempo massimo di 60 giorni entro i quali il Governo ha l’obbligo di evadere anche tutte le istanze pregresse. Ma nella capitale nulla si è mosso. Noi non ci siamo scoraggiati e come Giunta abbiamo deciso di rilanciare questa ormai storica richiesta, ispirandoci a un modello che si chiama Trento e Bolzano, dove i nove decimi delle tasse rimangono lì e dove non esiste un residuo fiscale, cioè la differenza tra tasse versate allo Stato e il ritorno di risorse nel territorio, di oltre 20 miliardi all’anno, come purtroppo accade nel Veneto. Venti miliardi che lo Stato ha interesse a lasciare nell’attivissima realtà veneta in quanto ne producono 60 in termini di Pilâ€.
Zaia ha ringraziato il professor Luca Antonini e il comitato che ha lavorato con lui al progetto di autonomia, nel cui ambito rientra il referendum consultivo al quale la Corte Costituzionale, lo scorso anno, ha dato il via libera. Ha, quindi, firmato la nota ufficiale che, con posta certificata, è stata immediatamente inviata al presidente del Consiglio Matteo Renzi, insieme alla delibera approvata dalla Giunta regionale. “Parte il conto alla rovescia, scattano i sessanta giorni entro i quali il Governo deve esprimersi nel merito – ha spiegato il governatore – e poi, piaccia o non piaccia, i veneti andranno alle urne. Siamo talmente seri che abbiamo già stanziato i primi due milioni di euro per la consultazione che, nelle nostre intenzioni, andrebbe effettuato in un ‘election day’, presumibilmente il prossimo ottobre, insieme al referendum popolare sulla cosiddetta riforma Boschiâ€.
Nella sua proposta la Regione chiede nuove forme di autonomia nella gestione di settori come quelli della sanità , dell’istruzione, dell’università e della ricerca scientifica, dei tributi, punta alla riduzione della burocrazia e alla regionalizzazione delle strutture e dei fondi statali, prevede diverse fonti di finanziamento.
Antonini ha evidenziato che due sono le coordinate da valorizzare attraverso l’ottenimento dell’autonomia: il forte tessuto economico e sociale del Veneto e la sua efficiente amministrazione: “Se quest’ultima venisse presa a modello da tutte le regioni italiane – ha detto – e fossero adottati i suoi standard di spesa pubblica, otterremmo in Italia risparmi per quasi 28 miliardi di euro all’anno, che potrebbero essere dirottati sugli investimenti e sui servizi per famiglie e impreseâ€.
“Questa non è un’iniziativa populista e demagogica, come molti cercano ancora di dipingere – prosegue Zaia –, ma un processo legittimo e rispettoso delle normative vigenti. E non ha un colore politico. E’ un progetto che, come disse l’allora Capo dello Stato, Giorgio Napolitano, parlando di federalismo, equivale a una vera assunzione di responsabilità . Sia chiaro: noi a questa sfida ci crediamo, ci stiamo muovendo con concretezza, non stiamo creando illusioni ma stiamo costringendo chi ha la responsabilità politica e di governo di dare finalmente una risposta alla forte e ormai storica domanda di autonomia della gente venetaâ€.
“Se nella capitale prediligono il modello greco a noi piace quello tedesco dei länder – ha concluso Zaia –. Per la prima volta nella storia i veneti potranno votare per decidere sulla propria autonomia: o vince Roma o vince il Venetoâ€.
“Nel giorno della festa dell’Unità nazionale il Veneto dà prova di vera responsabilità e di autentico spirito nazionale, promuovendo il negoziato con Roma per ottenere maggiori condizioni di autonomiaâ€. Così l’assessore regionale all’Istruzione, alla Formazione e al Lavoro Elena Donazzan interpreta la firma apposta dal presidente Luca Zaia all’atto ufficiale con cui si dà avvio al percorso di riconoscimento di maggiori condizioni di autonomia per la regione Veneto.
“Voler rivendicare, nell’ambito della nostra Carta costituzionale, maggiori spazi e condizioni di esercizio responsabile delle competenze e delle risorse nel nostro territorio – sottolinea Donazzan - è una dimostrazione di autentico spirito nazionale. Perché l’Italia è la terra della differenze che può trovare la piena unitarietà solo nella valorizzazione delle proprie diverse identità e specificità â€.
La proposta della Regione Veneto di negoziato per diventare una regione ‘ad autonomia differenziata†prevede, in base a quanto prevede all’articolo 116 della Costituzione, specifiche e articolate competenze proprio in materia di scuola e università .
“Nel settore della scuola, dell’istruzione, della formazione, dell’università e della ricerca – esemplifica l’assessore – ottenere maggiori spazi di autonomia significa riconoscere alla Regione il diritto-dovere di programmare e gestire la rete degli istituti scolastici, la pianta organica dei docenti e del personale amministrativo, le forme contrattali, che nel rispetto del contratto nazionale, potranno prevedere anche opportune forme di incentivi nella contrattazione di secondo livello. Autonomia nella scuola significherà , ancora, poter disciplinare ed erogare i contributi alle materne e agli istituti paritari del Veneto e programmare l’offerta formativa integrata. Analogamente per il sistema universitario: se il Veneto riuscirà ad ottenere dal Governo spazi di competenza legislativa in questo settore, la Regione potrà , in accordo con le singole istituzioni universitarie, sostenere anche finanziariamente le proprie università e i propri studenti, programmare un migliore raccordo tra atenei e mondo del lavoro, sostenere la ricerca tecnologica e industriale, coordinare progetti e iniziative di collaborazione tra centri di ricerca, imprese e distrettiâ€.
“E’ proprio su questo fronte – conclude l’assessore - dove la Regione Veneto ha già maturato un collaudato sistema di dialogo con le proprie istituzioni scolastiche e con il tessuto sociale ed economico, che il federalismo a geometria variabile che andiamo a chiedere al Governo e che sottoporremo al voto dei veneti ad ottobre, potrà dare i frutti più diretti e concretiâ€.
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