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Ave Maria, la cucina veneta galleggiante... e "mondiale"
Sabato 22 Agosto 2015 alle 09:02 | 0 commenti
Una cucina galleggiante che fa conoscere il cibo veneto a turisti italiani, ma soprattutto stranieri provenienti da tutto il mondo: australiani, statunitensi, neozelandesi, francesi, tedeschi, nordeuropei e... hawaiani, saliti sul battello degli anni ’70 Ave Maria, rimodernato dopo un progetto preparato da un team di architetti italiani che ha trasformato il battello in una confortevole nave da crociera fluviale che naviga tra mare e fiumi veneti.
Siamo entrati all'interno della spaziosa cucina di Ave Maria mentre la nave è attraccata nell'isola di Albarella, quella comprata dall'ex presidente di Confindustria Emma Marcegaglia e oggi divenuta "casa estiva" di italiani facoltosi, tra posto di blocco per l'accesso, vigilanza privata e ville rigorosamente dotate di piscina. In cucina le cuoche Sara e Silvia (nella foto), con il supporto ai fornelli del motorista della nave Enrico (vicentino e figlio del "nostro" Alberto Belloni, inviato di VicenzaPiùSport per seguire le avventure del Vicenza Calcio), e dei "camerieri" Filippo (capitano di Ave Maria), Helmut e Serena (quest'ultima altra vicentina, originaria di Villaggio del Sole) guide turistiche dei viaggi in bicicletta. Sulla nave il motto è "qui ognuno fa un po' di tutto e ci si aiuta a vicenda!" e mentre in sottofondo risuonano le musiche di Caparezza, Etta James, Marvin Gaye, Lucio Dalla o David Bowie, sono in preparazione un piatto di gnocchi con pere, gorgonzola e "spruzzata" di birra rossa, oppure una caprese con tortino di panzanella, bufalina, pomodori marinati, cuscino di pasta sfoglia con cipolle rosse saltatata al vino rosso e formaggio caprino.
Per la maggior parte i componenti della cucina sono trentenni laureati (chi in scienze ambientali, chi in antropologia); nessuno di loro ha fatto scuole alberghiere o di formazione gastronomica. I loro piatti, però, li abbiamo provati e sono ottimi, genuini e con accostamenti di qualità . Â
"Il nostro non è un vero e proprio ristorante - racconta Silvia, originaria di Fano - visto che rendiamo noto il menu cinque minuti prima di cena, annunciandolo noi stesse ad alta voce in sala...".
"Spesso prepariamo ricette lontane dalle consuetudini alimentari dei nostri "clienti" - spiega invece Sara, che ha vissuto tre anni a Vicenza - a volte le abbiamo adattate capendo i piatti che piacciono di più e di meno: con i turisti stranieri a volte non usiamo certi condimenti, oppure non cuciniamo ad esempio molluschi, crostacei e sgombro: quest'ultimo alcuni pescatori stranieri lo ributtano in acqua...".
"Dai turisti stranieri siamo rimasti piacevolmente sorpresi a vicenda - aggiunge Enrico - nonostante arrivino da esperienze su barche più grandi e lussose. A differenza dei gruppi di italiani, gli stranieri hanno dai sessant'anni in su: sono persone benestanti e abituate al viaggio".
E ora anche ad una cucina veneta fatta principalmente con passione, in un contesto originale.Â
Che nel piatto si sente.Â
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