Aumentano prezzi luce, gas e benzine. Come diminuire dipendenza energetica dall'estero?
Sabato 16 Luglio 2011 alle 22:19 | 0 commenti
Roberta Menaldo, L'azzurro intorno a noi - Purtroppo la nostra dipendenza energetica dai Paesi stranieri è forte e le strade per limitarla non sono per ora a portata di mano. Ma molti si domandano se sia possibile trovare altre energie per non peggiorare la nostra situazione economica, già frustata dalle speculazioni internazionali. Una prima strada da percorrere è quella dell'aumento delle rinnovabili -solare termico, fotovoltaico, eolico e bioenergie- ma anche questa strada è costellata da ostacoli. E comunque anche le rinnovabili nel nostro Paese sono di dimensioni limitate, non più del 15-20 % del totale.
E il restante 80-85% come reperirlo ? Gas e petrolio dai Paesi stranieri naturalmente, con tutte le complicazioni di costi e di disponibilità che queste due energie comportano. Ed ora per complicare le cose si stanno agitando anche alcuni Paesi del Mediterraneo - Nord Africa e Medio Oriente-, tutti produttori di gas naturale e petrolio, che con le loro nuove esigenze di democrazia e sviluppo premono per dei cambiamenti epocali delle rispettive organizzazioni socio-economiche. E molti si domandano se abbiamo fatto veramente bene a rinunciare sull'onda di Fukushima al nucleare civile. Ma essendo il popolo sovrano ed avendone decretato lo stop con il referendum, ora dobbiamo arrangiarci e intensificare, per quanto possibile, le energie rinnovabili, Ci sarebbe poi anche il risparmio energetico ma anche in questo settore non siamo ancora pronti a livello tecnologico. In diverse occasioni ne abbiamo discusso ma pare che in Italia, se non ci viene imposto, il risparmio energetico non sia facilmente attuabile. Ma come aumentare la produzione di rinnovabili se ad ogni progetto di fotovoltaico, l'unico in Italia che potrebbe dare una forte spinta alle energie pulite, nascono comitati del No, che per diversi motivi, alcuni dei quali condivisibili, stoppano o mettono in difficoltà tali realizzazioni? Recentemente in un'area del Veneto è stato stoppato un impianto di pannelli fotovoltaici di 40 ettari perché una associazione ambientalista ha protestato adducendo il motivo che in questo modo si portava via terreno alle coltivazioni agricole. Si questa può essere anche una ragione valida, ma allora dove li mettiamo questi pannelli fotovoltaici ? Sui tetti, certo, ma quanta energia potremmo ottenere con questo sistema? Inoltre c'è il problema delle bioenergie. Chi volesse fare un impianto di biomasse o biogas incontra mille difficoltà sempre a causa del Nimby- non nel giardino di casa mia- e tutto viene contestato e rallentato. In un prossimo futuro,forse, potremo costruire centrali funzionanti con energia derivata dall'idrogeno. Ma ci vorranno anni per costruire una rete di produzione e distribuzione di questa energia. L'energia derivata dall'idrogeno è tecnicamente ancora molto lontana dal poter essere utilizzata in un tempo ragionevole. Speranze esistono anche per le auto elettriche o ibride - benzina ed elettricità -, ma per ora sono molto care e gli impianti per la fornitura abbinata di benzina e energia elettrica sono pochi e scaglionati in modo diseguale nel nostro Paese. E per ritornare al nucleare civile esso presenta ancora delle sfaccettature non facili da smussare e non tutte condivisibili. Mentre la sicurezza in caso di incidenti è ancora lontana da essere certa. Insomma quanti problemi esistono ancora per garantire il nostro sviluppo sostenibile!
Accedi per inserire un commento
Se sei registrato effettua l'accesso prima di scrivere il tuo commento. Se non sei ancora registrato puoi farlo subito qui, è gratis.