Attentati Isis sulle spiagge europee? Zaia: governo chiarisca
Martedi 19 Aprile 2016 alle 16:25 | 0 commenti
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Il presidente della Regione del Veneto, Luca Zaia, reagisce alla notizia data dal giornale tedesco Bild che parla di possibili attacchi da parte dell’Isis con terroristi travestiti da ambulanti pronti a farsi esplodere, sulle spiagge italiane, spagnole e del sud della Francia. Notizia che successivamente ambienti di intelligence hanno valutato come "destituita di fondamento". “Trovo vergognoso e scandaloso dare una notizia di questo tipo con una leggerezza sconvolgente, facendo finta di ignorare l’impatto che ha sull’opinione pubblica e le conseguenze nefaste che può avere sull’economia di interi Paesi".
“ Non sto dicendo di sottovalutare i possibili pericoli, ma le modalità e i tempi con cui oggi si lancia questo allarme appaiono, anche ripensando a situazioni simili già vissute in passato, scorrette e furbescamente mirate. La cosa più grave – prosegue il presidente veneto – è che si citino i servizi segreti italiani che avrebbero contattato quelli tedeschi sui possibili attentati terroristici nelle nostre spiagge. Se così fosse, sarebbe inaccettabile che noi venissimo a sapere di tali rischi da un’agenzia di stampa e per di più da Berlinoâ€.
“Non basta che fonti anonime dei nostri servizi segreti affermino l’inattendibilità della notizia – sottolinea il governatore –: sono il Governo e il ministro dell’Interno che devono chiarire al più presto, senza tergiversare, questa situazione. Delle due l’una: o la notizia è vera e quindi si spieghi agli italiani perché devono venire a sapere dalla stampa tedesca, nemmeno fosse un bollettino meteo, che i luoghi nei quali vivono e lavorano sono sotto la minaccia incombente dell’Isis; oppure la notizia è priva di ogni fondamento e allora il Governo intervenga immediatamente per denunciarne la falsità e per impedire che un’economia trainante come quella del turismo balneare, che nel solo Veneto conta ben 25 milioni di presenze annue, subisca danni ingenti a causa di una bufala diffusa ad arteâ€.
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