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Attentati a Parigi: Mattia Pilan racconta le testimonianze di amici e parenti che si trovavano nella capitale. E la televisione francese parla del Vicenza Calcio e della Marsigliese cantata a Livorno

Di Pietro Rossi Domenica 15 Novembre 2015 alle 22:32 | 0 commenti

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Mattia Pilan non è solo un personaggio politico cittadino, legato a Sel e uno dei promotori del "Consiglio degli stranieri" ma è anche per metà francese. Nato a Auxerre, Borgogna, sua madre era di origine parigina e nella capitale francese colpita dagli attentati, lui ha molti amici e parenti. "Stanno tutti bene, ma sono molto spaventati, hanno capito di essere continuamente nel mirino e questa cosa cambierà sicuramente il loro modo di vivere".

Il tuo rapporto con la Francia è molto forte, qual è stata la tua prima reazione dopo la notizia degli attentati?

Certo che è forte, io sono nato in Francia e mia mamma era di origine parigina e francese. La prima reazione è stata di sentire qualche mio cugino e qualche amico, che stanno a Parigi. In particolare ieri non potevano uscire di casa perché c'era la paura che regnava sovrana in tutta la capitale. Hanno molto paura però cercano di affrontare questa cosa qui con forza.

Cosa ti hanno raccontato?

Mio cugino che vive nell'immediata periferia di Parigi, mi ha detto che lo shock è ancora tanto, c'è molta diffidenza e paura. Un amico che lavora in un bar poco distante da dove sono avvenute le sparatorie mi ha scritto che era riuscito a tornare a casa solo alle tre di notte perché era tutto bloccato. Nessuno che se l'aspettava, il venerdì sera a Parigi è un momento estremamente vivo per la città, tutti sono fuori a fare festa: è stato terribile.

Che succederà adesso secondo te a Parigi, nella quotidianità?

Conoscendo i francesi questa cosa li ha colpiti al cuore, ma ho visto e percepito che ci sono state delle reazioni immediate a unirsi: l'idea repubblicana che hanno i francesi della loro patria è molto forte. Quello che è successo sta cambiando un po' il loro modo di vivere, adesso vivono nella paura e nell'incertezza, anche perché se dovesse venir fuori - come è venuto fuori - che questi terroristi sono cittadini francesi e islamisti, si rendono conto che è un pericolo difficile da affrontare, non è un nemico esterno, è una cosa cresciuta e sviluppata in Francia.

La tua analisi su questi attentati?

Premetto che non sono un'analista ma, secondo me, la ragione principale è che in questo momento c'è l'Isis che voleva far pagare alla Francia gli interventi in Siria, perché lo Stato francese sta colpendo degli obbiettivi legati al Califfato in Siria; una cosa che è stata preparata su ordine del califatto, come era già successo con Charlie Hebdo. Altra analisi da fare è che la Jihad pesca terroristi nei giovani francesi di terza generazione, quelli di origine magrebina, quelli delle banlieues colpiti dalla crisi e che non si riconoscono nello Stato francese. Dopo quello che si era espresso nelle rivolte delle banlieues, i cattivi maestri riempiono un vuoto per questi giovani e quindi c'è un terreno fertile che può diventare brodo di coltura per questi giovani.

Come reagirà secondo te la Francia?

Le scelte sono essenzialmente due: o instaurare uno stato di polizia o eliminare all'origine il problema in Siria. La guerra in Siria è come un cancro che sta uccidendo centinaia di migliaia di persone innocenti, soprattutto in quell'area. Per quanto riguarda la Francia, quello che è successo favorirà sicuramente il partito di estrema destra del Fronte Nazionale. E questo sarebbe, a mio parere, un grandissimo problema perché l'estremizzazione non può che portare a un aumento di attentati. Ed è esattamente quello che vuole l'Isis. Adesso le nazioni dovrebbero mettersi a un tavolo per cercare una soluzione, far finire la guerra in Siria e sconfiggere assieme il califfato. A livello di sicurezza interna la cosa peggiore da fare è demonizzare le centinaia di migliaia di mussulmani che ci sono in Francia. Da una parte bisogna correre ai ripari rafforzando il livello di sicurezza e dall'altra reagire con i nostri valori di pace e tolleranza.

In Italia, come ti è sembrata la reazione della gente?

Ho sentito commenti di vicentini che dicevano cose un po' da pazzi. Gente che sosteneva che bisogna andare lì con le armi atomiche e distruggere tutto: sono veramente dei pazzi furiosi quelli che propongono questo. Però sono cose che senti dalle persone, per le strade, perché una cosa di questo tipo, che colpisce gente innocente, provoca chiaramente una reazione di pancia. E non mi stupirei se sia in Italia che in Francia l'estrema destra avesse un'impennata di consensi. Ma sarebbe il peggio del peggio.

Mi dicevi che i francesi hanno sentito la solidarietà degli italiani...

Sì. Una cugina francese mi ha scritto che un canale televisivo francese ha parlato di Vicenza, riportavano il fatto che una squadra di seconda divisone ha cantato la Marsigliese prima dell'inizio della partita (a Livorno, durante il match Livorno - Vicenza ndr).

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Giovedi 27 Dicembre 2018 alle 17:38 da Luciano Parolin (Luciano)
In Panettone e ruspe, Comitato Albera al cantiere della Bretella. Rolando: "rispettare il cronoprogramma"
Caro fratuck, conosco molto bene la zona, il percorso della bretella, la situazione dei cittadini, abito in Viale Trento. A partire dal 2003 ho partecipato al Comitato di Maddalene pro bretella, e a riunioni propositive per apportare modifiche al progetto. Numerose mie foto del territorio sono arrivate a Roma, altri miei interventi (non graditi dalla Sx) sono stati pubblicati dal GdV, assieme ad altri come Ciro Asproso, ora favorevole alla bretella. Ho partecipato alla raccolta firme per la chiusura della strada x 5 giorni eseguita dal Sindaco Hullwech per sforamento 180 Micro/g. Pertanto come impegno per la tematica sono apposto con la coscienza. Ora il Progetto è partito, fine! Voglio dire che la nuova Giunta "comunale" non c'entra più. L'opera sarà "malauguratamente" eseguita, ma non con il mio placet. Il Consigliere Comunale dovrebbe capire che la campagna elettorale è finita, con buona pace di tutti. Quello che invece dovrebbe interessare è la proprietà della strada, dall'uscita autostradale Ovest, sino alla Rotatoria dell'Albara, vi sono tre possessori: Autostrade SpA; La Provincia, il Comune. Come la mettiamo per il futuro ? I costi, da 50 sono saliti a 100 milioni di € come dire 20 milioni a KM (!) da non credere. Comunque si farà. Ma nessuno canti Vittoria, anzi meglio non farne un ulteriore fatto "partitico" per questioni elettorali o di seggio. Se mi manda la sua mail, sono disponibile ad inviare i documenti e le foto sopra descritte. Con ossequi, Luciano Parolin [email protected]
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