Attaccare Statuto Lavoratori è attaccare Costituzione
Venerdi 21 Maggio 2010 alle 17:06 | 0 commenti
Cgil Vicenza - 250 persone tra delegati e componenti del direttivo della CGIL vicentina hanno seguito questa mattina il convegno dal titolo "Lo Statuto Strappato" per celebrare a Vicenza e in Veneto i 40 anni della legge 300 del 20 maggio del 1970 che ha istituito appunto lo statuto dei lavoratori. Una legge composta da 41 articoli che da più parti oggi si vuole smantellare, a partire soprattutto dall'art. 18 che tratta del reintegro sul posto di lavoro per licenziamenti senza giusta causa. La Cgil a livello nazionale difende lo Statuto perché contiene i frutti delle lotte sindacali del 900, contiene i diritti della parte più debole, quella del lavoratore salariato, del rapporto di lavoro.
La legge "Statuto dei lavoratori" per la CGIL è attualissima, e garantisce libertà e dignità del lavoratore (individuali), la libertà sindacale, e regola l'attività sindacale nelle aziende. Ma anche contiene le norme antidiscriminatorie sul collocamento.
Per la Cgil il centro dei diritti deve restare il lavoratore, ma va evitata la contrattazione individuale, che - secondo il sindacato - è evidentemente il fine ultimo della cosiddetta riforma del diritto del lavoro in discussione in questi mesi in Parlamento.
A parlarne oggi all'hotel Alfa ai dirigenti sindacali vicentini e ai segretari generali di Vicenza e del Veneto, Marina Bergamin e Emilio Viafora, il senatore del PD Pietro Marcenaro (già segr. gen. della CGIL Piemonte), il presidente della Ce.S.P.E. (centro di studi politici ed economici) Luigi Agostini e il responsabile delle politiche attive del lavoro della CGIL nazionale Claudio Treves.
La segretaria gen. marina Bergamin ha esposto un escursus storico sulla formazione della legge 300 del '70, ed ha analizzato i problemi che esistono nel mondo del lavoro oggi che è sempre più frammentato. Ha attaccato il pensiero unico dominante che vorrebbe che tutto ciò che è sociale fosse regressivo e tutto ciò che è collettivo (vedi contratti nazionali) fossero espressione di nostalgie e ideologie passate.
"Il problema è - ha affermato Marina Bergamin - che il lavoro è stato svalutato: da diritto fondante l'identità delle persone, è passato ad essere diritto secondario e oggetto di scambio". In questi tempi di crisi infatti le controparti del sindacato tendono a voler far pagare ai lavoratori tutti i problemi: in molte realtà oltre a proporre tagli dei salari si propone un taglio ai diritti acquisiti in cambio del mantenimento dell'occupazione. Ma a questo le categorie della Cgil e la Cgil stessa si oppongono.
"Non si può giustificare la rinuncia di diritti individuali e collettivi - ha sottolineato Bergamin - in nome dello sviluppo economico e in nome dell'emergenza".
"Un'economia senza diritti - ha proseguito la segretaria generale - è destinata all'impoverimento e al declino, non subito, ma in tempi medio-lunghi!"
Bergamin ha illustrato a grandi linee l'orizzonte e le finalità della riforma del diritto del lavoro ma ha ricordato anche che oggi per affrontare la crisi ben altri dovrebbero essere i provvedimenti da adottare: "A livello nazionale il Governo e le parti sociali devono concordare una politica industriale per il Paese; ci vuole urgente la riforma degli ammortizzatori sociali verso un allargamento degli stessi a tutte le categorie oggi non "coperte"; ci vuole una riforma fiscale e bisogna finanziare e impegnarsi in tutti i campi per la ricerca, l'innovazione e la formazione.
Ma qual è la ricetta della CGIL?
La segretaria Bergamin esorta a non arrendersi all'individualismo montante e - rivolta ai delegati e dirigenti sindacali - continuare a vivere i luoghi di lavoro come presidi di solidarietà , responsabilità , ed etica collettiva che non nega l'individuo ma lo tiene in un alveo collettivo.
Per la Segretaria altro punto della ricetta per tenere cucito lo Statuto dei lavoratori è continuare a tenere in agenda e proporre alla politica il tema della ricomposizione del lavoro dell'inclusione. Infine avere in agenda i temi della rappresetnanza sindacale e della democrazia sul luogo di lavoro (che significa diritto del lavoratore di decidere sui temi che lo riguardano).
Il senatore Marcenaro nel suo intervento si è soffermato molto sul problema più generale della democrazia nel nostro Paese. Per l'ex segretario del Piemonte è la partecipazione che non c'è più ai livelli degli anni 60-70. E questo fatto desta preoccupazione per tutta la società italiana.
Per il presidente del CESPE, Agostini, invece il problema più forte è la frammentazione del mondo del lavoro, dei lavori, situazione che in Veneto è molto più accentuata rispetto ad altre regioni per la presenza massiccia di PMI. "Come faremo a tenere insieme il mondo del lavoro? - si chiede Luigi Agostini - forse è questo il tema più importante per il sindacato!" Ma il sindacato deve essere unito e i sindacalisti di fronte alla sfida della globalizzazione e della crisi del capitalismo hanno una grande responsabilità e peso nel cambiamento. "Dovrete contenere, contrastare e modificare il corso delle cose!"
Molto tecnico l'intervento del dirigente nazionale della CGIL Treves che ha sottolineato come il tentativo di controriforma del diritto del lavoro apra la strada anche ad un conflitto costituzionale. Che è il discorso che fa il segretario nazionale Epifani: modificare lo Statuto dei lavoratori significa di fatto attaccare la Costituzione!
Infine dopo una serie di interventi dei delegati il segretario generale del Veneto Emilio Viafora ha concluso ricordando la giornata e la manifestazione regionale del 4 giugno su Costituzione e Statuto. "Sarà l'occasione per far partire non solo una resistenza, e una strategia di trincea, ma una vera e propria offensiva culturale e di politica economica al fine di battere i delatori dello Statuto!"
Accedi per inserire un commento
Se sei registrato effettua l'accesso prima di scrivere il tuo commento. Se non sei ancora registrato puoi farlo subito qui, è gratis.