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Assemblea Difesa Scuola Pubblica e Comitato Lip Vicenza: adesione al Comitato Referendario per abolizione riforma scuola

Di Redazione VicenzaPiù Mercoledi 24 Febbraio 2016 alle 17:11 | 0 commenti

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L'Assemblea Difesa Scuola Pubblica Vicenza e il Comitato Lip Vicenza annunciano di aver convintamente aderito al Comitato referendario nazionale per l’abolizione di alcuni dei punti maggiormente critici della Legge 107/2015 (la cosiddetta “Buona Scuola”). Le motivazioni della loro adesione alla battaglia politica per il “SI” ai referendum abrogativi che saranno proposti ai cittadini, sono le seguenti.

  1. No al Dirigente Scolastico-sceriffo.

  • A sostegno della decisione di dare poteri esclusivi di valutazione e di assunzione dei docenti da parte di Dirigenti scolastici, il premier Renzi ha affermato che «autonomia non significa autogestione», dando ad intendere che l’alternativa al Dirigente-sceriffo sia l’autogestione, il che è logicamente scorretto e moralmente disonesto. Al contrario, aumenteranno clientelismo e corruzione.

  • Esiste già una prassi di assunzioni senza concorso pubblico: migliaia di Dirigenti Scolastici, subito dopo la Legge, sono stati assunti con sanatorie; centinaia di Ispettori scolastici, scelti per “quote” tra i vari partiti in un’immonda spartizione, sono stati nominati senza concorso. Provveditori e Direttori regionali tutti di nomina politica.

  • Renzi ha fatto sue le “riforme” scolastiche Moratti e Gelmini, contro le quali lo stesso PD, quando era “riformista”, era insorto, sussumendole senza nessuna modifica. Ci ha immesso un bel po’ di autoritarismo spicciolo e un bel numero di tirapiedi senza concorso ed ha realizzato la “storica” riforma. Nessuna parola su didattica e istruzione. Eventuali, future modifiche sono state demandate a una serie sconfinata di leggi delega, che qualsiasi governo, presente o futuro, potrà mettere in atto, senza che il Parlamento possa intervenire.

  1. Bonus scuola
  • Il bonus ai soli docenti sancisce una gravissima disparità tra il personale docente e quello ATA che, a fronte di un forte aumento del carico di lavoro senza aumento salariale, ha visto anche ridotto il numero delle assunzioni.

  • Questo bonus giustifica la forte riduzione dei fondi alle scuole per finanziare l’ampliamento dell’offerta formativa , cosa che penalizzerà ancora di più le scuole delle aree più povere del paese e soprattutto gli Istituti tecnici e professionali;

  • Esso consoliderà l’ideologia, fortemente collegata all’idea di selezione scolastica, che l’insegnamento dei singoli docenti sia una variabile indipendente rispetto ai Consigli di classe e ai Dipartimenti disciplinari. Gli insegnanti, così, da un lato, saranno assoggettati al Dirigente-sceriffo e, dall’altro, saranno sempre più immersi in una logica individualistica, valutativa e disciplinare, che fa della didattica e dell’istruzione «una notte in cui tutte le vacche sono nere».

  1. Comitato di valutazione
  • Il Comitato di valutazione è strettamente legato alla figura del Dirigente-sceriffo: chi decide, sul posto di lavoro e persino sui pochi soldi che (forse…) saranno inviati alle singole scuole, sarà il Dirigente Scolastico. Esclusa qualsiasi contrattazione d’Istituto, esautorati i sindacati. «La scuola non è dei sindacati, ma delle famiglie», ha ululato Renzi, come se la scuola fosse di qualcuno e non di tutti, sottolineando che è finalmente arrivata l’ora di far lavorare gli insegnanti e che un Dirigente-sceriffo a questo punto è necessario.

  • Invece di indire concorsi per Ispettori scolastici, in grado di intervenire su Dirigenti e personale di ruolo che non fanno il loro dovere, li fa nominare dai partiti, spartendoli per quote di rappresentanza parlamentare. Proviamo a pensare contro chi molti Dirigenti-sceriffo dell’ultima ora si scaglieranno: contro chi lavora ed è autonomo o contro i lavativi e leccaculo? L’ANP (Associazione Nazionale Presidi) ha già invitato i suoi iscritti a licenziare gli insegnanti “contrastivi” della riforma, ossia coloro che si oppongono e si opporranno alla distruzione programmata della scuola pubblica e democratica della Repubblica. E questo la dice lunga sul clima “militare” che la “riforma” di Renzi prepara nella scuola italiana.

  1. Alternanza scuola-lavoro
  • La Legge 107, con l’alternanza scuola-lavoro, non farà assolutamente aumentare l’occupazione giovanile. Secondo i dati diffusi dallo stesso Governo (Ministero del Lavoro), solo il 2% del totale dei giovani disoccupati dipende «dalla mancanza di adeguata istruzione e formazione». D’altronde, nonostante l’aumento degli alunni impegnati in percorsi di alternanza scuola-lavoro sia costante dal 2006, la disoccupazione giovanile non è affatto diminuita.

  • La riforma prevede l’obbligo di almeno 200 ore di alternanza nei Licei e di almeno 400 ore negli Istituti tecnici e professionali. Quando sarà a regime, circa un milione e mezzo di studenti verranno impegnati in questa attività, per 150 milioni di ore annue complessive. Queste corrispondono all’occupazione di circa 105.000 lavoratori. Questi 105.000 lavoratori saranno altamente competitivi nei confronti dei loro colleghi, per il semplice fatto che, essendo studenti, non verranno pagati e svolgeranno mansioni spesso servili, come già avviene in tantissime esperienze di alternanza. Essi non solo non rientreranno nel calcolo degli occupati, ma costituiranno un ulteriore incentivo per le imprese a non assumere, o ad assumere a condizioni molto peggiori rispetto a quelle attuali. Già le prestazioni lavorative gratuite dilagano in ogni settore delle produzione e dei servizi. Renzi le vuole moltiplicare, asservendo nello stesso tempo la scuola al semplice e brutale sfruttamento da parte delle imprese. Non a caso, l’esperienza dell’alternanza sarà una vera e propria “materia di esame”.

  • Chiediamo, con questo referendum, che:

    1. gli stages non siano obbligatori e che siano retribuiti, magari anche con contributo pubblico, invece della “porcata” governativa dei 500 euro regalati ai neodiciottenni per ottenere il loro voto;

    2. nessuna azienda che abbia licenziato, delocalizzato, avviato mobilità, attivato cassa integrazione o ristrutturato in peggio le condizioni salariali e lavorative negli ultimi anni, possa fare domanda per avere stagisti: nessuna speculazione sulla pelle dei lavoratori occupati e dei giovani.


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Giovedi 27 Dicembre 2018 alle 17:38 da Luciano Parolin (Luciano)
In Panettone e ruspe, Comitato Albera al cantiere della Bretella. Rolando: "rispettare il cronoprogramma"
Caro fratuck, conosco molto bene la zona, il percorso della bretella, la situazione dei cittadini, abito in Viale Trento. A partire dal 2003 ho partecipato al Comitato di Maddalene pro bretella, e a riunioni propositive per apportare modifiche al progetto. Numerose mie foto del territorio sono arrivate a Roma, altri miei interventi (non graditi dalla Sx) sono stati pubblicati dal GdV, assieme ad altri come Ciro Asproso, ora favorevole alla bretella. Ho partecipato alla raccolta firme per la chiusura della strada x 5 giorni eseguita dal Sindaco Hullwech per sforamento 180 Micro/g. Pertanto come impegno per la tematica sono apposto con la coscienza. Ora il Progetto è partito, fine! Voglio dire che la nuova Giunta "comunale" non c'entra più. L'opera sarà "malauguratamente" eseguita, ma non con il mio placet. Il Consigliere Comunale dovrebbe capire che la campagna elettorale è finita, con buona pace di tutti. Quello che invece dovrebbe interessare è la proprietà della strada, dall'uscita autostradale Ovest, sino alla Rotatoria dell'Albara, vi sono tre possessori: Autostrade SpA; La Provincia, il Comune. Come la mettiamo per il futuro ? I costi, da 50 sono saliti a 100 milioni di € come dire 20 milioni a KM (!) da non credere. Comunque si farà. Ma nessuno canti Vittoria, anzi meglio non farne un ulteriore fatto "partitico" per questioni elettorali o di seggio. Se mi manda la sua mail, sono disponibile ad inviare i documenti e le foto sopra descritte. Con ossequi, Luciano Parolin [email protected]
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