Asproso critico sugli interventi al complesso di S. Biagio
Mercoledi 10 Luglio 2013 alle 12:51 | 0 commenti
Ciro Asproso, SEL - Da oltre un mese con la precisione di un meccanismo ad orologeria, l'Amministrazione comunale snocciola Piani Urbanistici e Accordi pubblico-privato come se piovesse. Sembra quasi che Variati voglia assuefarci all'idea che spalmare metri cubi di cemento, in ogni parte della città , sia un'operazione di utilità sociale. Una sorta di mitridatizzazione delle coscienze, avvelenate a piccole dosi, rispetto al primato della rendita immobiliare.
L’ultimo in ordine di tempo è l'Accordo di Programma siglato tra l’Agenzia del Demanio, il Comune di Vicenza e la Sovrintendenza del Veneto, riguardo al complesso di S. Biagio.
Nel commentare la presentazione del Masterplan del centro cittadino, avemmo già modo di osservare che il sindaco architettava il superamento del Piano Coppa, ma che tale processo avveniva in assenza di un serio confronto e di una reale partecipazione dei cittadini sul futuro del nucleo storico. Mediante gli Accordi di Programma, i Project Financing e una serie di interventi settoriali, si perdeva di vista l’interesse generale, in una perpetua sollecitazione di interessi privatistici col solo risultato di snaturare il volto antico della città , così com’è già avvenuto nelle aree periferiche.
Cosa ne pensano i cittadini della zona, e i commercianti di Corso Fogazzaro, dell'avvento di ulteriori 4.400 metri cubi di commerciale, di oltre 13.000 metri cubi di residenziale, oltre ai 3.600 metri quadri di parcheggio su più piani, previsti dall'Accordo di Programma?
Da parte nostra, siamo favorevoli ad un Piano di recupero per l'area di S. Biagio, ma considerato che tutti gli attori coinvolti sono Enti pubblici, non capiamo con che criterio si continui a far ricorso alla finanza di progetto. La quale, per sua stessa natura, si regge sulla più elevata valorizzazione immobiliare e sul massimo utile per l'investitore privato. Il tutto, il più delle volte, a totale detrimento della qualità architettonica e funzionale dell'edificato.
Tanto per fare un esempio, l'accesso all'area commerciale e ai parcheggi avverrebbe mediante l'abbattimento del muro delle ex carceri, sul lato di Contrà S. Biagio. Si tratta di rinunciare ad un segno riconoscibile della nostra identità e a un manufatto di un certo pregio. Forse la cosa non toglierà il sonno ai vicentini, ma può anche darsi che, sapendolo, più di qualcuno avrebbe qualcosa da ridire.
Ciò che chiediamo è di stabilire prioritariamente la tipologia del restauro da eseguire – i costi variano molto a seconda degli obiettivi – e la qualità dell'intervento edilizio. Inoltre pensiamo sia necessario indire un Concorso di idee per il recupero di tutto il complesso di S. Biagio (sia per la parte Comunale, sia per quella del Demanio).
Infine riteniamo che per questo tipo di interventi urbanistici il Project financing non sia lo strumento più adatto, poiché l'investitore privato avrà sempre la tendenza ad ottimizzare i ricavi e a socializzare i costi, o le perdite, a danno della collettività . I progetti di rigenerazione urbana, come quello in ispecie, sono disciplinati da appositi bandi europei e finanziati dalla Banca di Sviluppo del Consiglio d'Europa. Uno dei più noti è il memorandum Urban/Jessica per il quale la città di Vicenza avrebbe tutte le carte in regola, se decidesse di partecipare.
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