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Askoll. Motta: "sottosegretario Bobba venga a Castell'Alfero". VicenzaPiù: "Marioni telefoni"

Di Giovanni Coviello (Direttore responsabile VicenzaPiù) Giovedi 6 Marzo 2014 alle 00:09 | 2 commenti

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È vero che i politici spesso intervengono quando i problemi esplodono, magari per utilizzare per se stessi una ben misera tribuna. Questo vale anche per le dichiarazioni, di cui riferiremo in seguito*, di Angela Motta, consigliere regionale piemontese del PD, su tutto quello che sta avvenendo ad Asti per la chiusura preventivata per il 7 giugno, domani cioè, dalla capogruppo vicentina della Askoll di Castell'Alfero.

Nell'agghiacciante e persistente silenzio vicentino. A cominciare da quello dell'azienda che, dopo una telefonata di Elio Marioni alla nostra testata, si è di nuovo celata dietro le centraliniste di turno che rimandano a improbabili «avviso il presidente, mi dia il suo cellulare ...». Il presidente è ancora muto per noi e per la sua "ex gente" di Castell'Alfero, che mai, da quando le cose vanno male, è riuscita a parlargli pur essendo la stessa a cui pagava poco tempo fa bonariamente i caffè e a cui donava accattivanti settimane bianche, ci hanno riferito in tanti nell'astigiano, perché non lo sentissero come un padrone interessato ma come un padre adottivo subentrato ai patrigni americani della Emerson da cui aveva "salvato" proprio quella gente comprando la ex Ceset: «noi a quel nome siamo attaccati, invece, e non certo a Marioni - ci ha urlato uno dei licenziati -. Noi a quell'azienda abbiamo dato la nostra vita, lui le dà ora solo la morte!». Il telefono muto di Povolaro ci fa al momento, tristemente, supporre che la telefonata ricevuta ieri dal padre padrone della Askoll servisse solo a tastare il polso della disponibilità di questo povero direttore a imporre a se stesso e ai suoi collaboratori in redazioni e sul campo lo stesso silenziatore delle altre testate locali. Queste che non solo non pubblicano gli appelli, i fatti e i dati da noi raccolti su Castell'Alfero (premonitori forse e senza forse per Povolaro e dintorni) con dichiarazioni (e documenti) dei dipendenti, dei sindacalisti astigiani, loquaci, e di quelli vicentini, abbottonati anche sui problemi locali, e dei dirigenti aziendali. Ma questi media non pubblicano neanche quelli, «ben diversi» che Elio Marioni ieri, invitandoci, e di questo lo ringraziamo, a dargli del "tu", ci aveva promesso di fornirci nel pomeriggio dopo un check su quanto abbiamo riportato da quando seguiamo la vicenda. Ma ci vogliamo sbagliare quando, dopo il silenzio di ieri pomeriggio e di tutto oggi, pensiamo che nella telefonata si nascondessero solo tentate pressioni su noi, poveri e ingenui cronisti con l'unico credo dell'informazione dovuta a chi ci legge. Perché Elio Marioni lo avevamo conosciuto, quando chi scrive era appassionato e folle dirigente sportivo, prima come padre affettuoso di una valente amazzone, a cui ora sta per dedicare il nuovo centro equestre pianificato, insieme a un po' di metri cubi di costruzioni tra qualche polemica, a Caldogno, e poi come imprenditore illuminato, così tanto illuminato che i poteri, una parte dei poteri forti di Vicenza non lo avevano voluto a capo di Confindustria Vicenza. Con nostro personale e istintivo disappunto per la sconfitta di un "debole" per mano dei "potenti", disappunto che gli avevamo comunicato di persona nel suo quartier generale. Così come oggi informiamo, caro Marioni, i nostri lettori sui "deboli" della ex Ceset, ora nelle mani della "tua" Askoll, che perdono l'unica qualifica che gli dà da mangiare, quella di "dipendenti": dalle decisioni del mercato che quello che loro sentono come il "potente" padrone può decidere, però, di gestire traslocando le fabbriche o vendendole all'estero oppure concordando sacrifici comuni con le maestranze italiane per rilanciare "uno, cento, mille stabilimenti" e con loro l'Italia che gli imprenditori nelle loro assise dicono di voler salvare dalla mala politica.
Non conosciamo né personalmente né per loro storia politica gli amministratori e i politici locali, provinciali, regionali e nazionali che si sono stretti ad sti e in Piemonte intorno ai 223 dipendenti Askoll che dall'8 giugno si aggiungeranno, se non ci dirà e spiegherà diversamente Elio Mario, ai 300 già da lui licenziati a Moncaieri e ai milioni di disoccupati italiani, disperati. Ma dobbiamo e vogliamo dare informazione anche su queste prese di posizione, anche perché, riferite e rilanciate a Vicenza, di certo non si prestano a nessun uso diverso da quello della sensibilizzazione anche dei politici, dei sindacalisti e dei lavoratori vicentini, perché intervengano nei modi e nelle sedi opportune, prima che sia troppo tardi, per "sapere e decidere insieme" anche nel Vicentino. Dimostrino tutti e subito quella che una volta si chiamava "solidarietà" facendo, magari, così tante telefonate al presidente Marioni da fargli alzare quella che una volta si chiamava cornetta. Magari solo per spiegare. Ma magari per dimostrare che un imprenditore illuminato come lui può comportarsi diversamente dai soliti noti, quelli che in Confindustria non l'hanno voluto contribuendo così a portarla al decadimento attuale.


*Ecco, quindi, le dichiarazioni di Angela Motta, consigliere regionale piemontese del PD:
"Ho inviato una lettera aperta al Sottosegretario al Lavoro, On. Luigi Bobba, sollecitando un suo intervento nella vicenda relativa all'Askoll di Castell'Alfero e invitandolo a venire di persona per verificare la situazione e per incontrare le rappresentanze sindacali e i lavoratori con le loro famiglie. Il licenziamento collettivo dei 200 lavoratori dello stabilimento astigiano da parte della sede centrale della multinazionale vicentina costituisce una notizia drammatica per il nostro territorio, già duramente provato dalla chiusura di fabbriche, delocalizzazione e ricorso agli ammortizzatori sociali. Non possiamo assistere impotenti alla decisione della chiusura della sede di Castell'Alfero, anche perché l'azienda offre ancora prospettive sia sul mercato interno sia su quello estero: l'investimento nell'innovazione, realizzato anche grazie al Politecnico di Torino, e la professionalità dei lavoratori hanno dato frutti che dovrebbero essere valorizzati".


Commenti

Inviato Giovedi 6 Marzo 2014 alle 09:19

Oltre ai dovuti ringraziamenti e complimenti per come svolgete il vostro lavoro, con un'informazione dettagliata e precisa, mi permetto di segnalarvi due piccole inesattezze contenute nel vostro articolo. Scusate se posso sembrare eccessivamente puntiglioso, ma queste rischiano di far passare Marioni per un benefattore e noi per degli ingrati.
In Piemonte Marioni non ha mai pagato nessun caffè.
I caffè gratuiti alle macchinette, esistevano, ma solamente a Dueville.
In Piemonte Marioni non ha mai pagato nessuna settimana bianca.
Non so se e quante ne ha pagate a Dueville, ma di certo in Piemonte nessuna.
Chiudo con un avvertimento ai fratelli veneti, in particolar modo a quelli di Askoll2 e di Askoll3.
Tenete gli occhi aperti, siate vigili e non fatevi abbindolare da false promesse come bonariamente abbiamo fatto noi fidandoci delle parole dei vertici aziendali.
Ne va del vostro futuro, della vostra vita...
Inviato Giovedi 6 Marzo 2014 alle 12:30

Siamo contenti che apprezziate il nostro lavoro di informazione, ma non meritiamo ringraziamenti perché sarebbe compito di ogni giornale informare sulle notizie, salvo poi commentarle come crede.
Per le precisazioni le riporteremo alla prima occasione, presto, quindi, penso, ma le riferivamo come un esempio che ci davano dell'atteggiamento paternalistico di Elio Marioni volto a tenere lontani i sindacati.
Pensi che ce lo hanno raccontato sui dipendenti piemontesi sindacalisti vicentini ...
In bocca al lupo e pero che Marioni mantenga il suo impegno a darci "diverse", speriamo migliori, informazioni.
E' o non è un grande imprenditore? O è solo un imprenditore "grande"?
Il direttore
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Commenti degli utenti

Giovedi 27 Dicembre 2018 alle 17:38 da Luciano Parolin (Luciano)
In Panettone e ruspe, Comitato Albera al cantiere della Bretella. Rolando: "rispettare il cronoprogramma"
Caro fratuck, conosco molto bene la zona, il percorso della bretella, la situazione dei cittadini, abito in Viale Trento. A partire dal 2003 ho partecipato al Comitato di Maddalene pro bretella, e a riunioni propositive per apportare modifiche al progetto. Numerose mie foto del territorio sono arrivate a Roma, altri miei interventi (non graditi dalla Sx) sono stati pubblicati dal GdV, assieme ad altri come Ciro Asproso, ora favorevole alla bretella. Ho partecipato alla raccolta firme per la chiusura della strada x 5 giorni eseguita dal Sindaco Hullwech per sforamento 180 Micro/g. Pertanto come impegno per la tematica sono apposto con la coscienza. Ora il Progetto è partito, fine! Voglio dire che la nuova Giunta "comunale" non c'entra più. L'opera sarà "malauguratamente" eseguita, ma non con il mio placet. Il Consigliere Comunale dovrebbe capire che la campagna elettorale è finita, con buona pace di tutti. Quello che invece dovrebbe interessare è la proprietà della strada, dall'uscita autostradale Ovest, sino alla Rotatoria dell'Albara, vi sono tre possessori: Autostrade SpA; La Provincia, il Comune. Come la mettiamo per il futuro ? I costi, da 50 sono saliti a 100 milioni di € come dire 20 milioni a KM (!) da non credere. Comunque si farà. Ma nessuno canti Vittoria, anzi meglio non farne un ulteriore fatto "partitico" per questioni elettorali o di seggio. Se mi manda la sua mail, sono disponibile ad inviare i documenti e le foto sopra descritte. Con ossequi, Luciano Parolin [email protected]
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