Asiago, i quadri della Cgil sul federalismo
Martedi 21 Settembre 2010 alle 20:15 | non commentabile
Per Bergamin e Barbi c'è bisogno di maggiore responsabilità della politica a livello locale; il prof Cerea ha dimostrato come sia più importante la cultura civica della forma delle istituzioni; infine il consigliere Fracasso vuole un veneto europeista e aperto al mondo! E' proseguita oggi la due giorni di studio della CGIL vicentina sulla Contrattazione (federalismo contrattuale) e sul Federalismo istituzionale.
I quadri del sindacato di Via Vaccari si sono spostati ad Asiago all'albergo la Baitina (Kaberlaba)
"Partendo dal titolo del seminario di oggi "I federalismi tra miti bugie e bisogni" - ha affermato Marina Bergamin - sentiamo la necessità di sviscerare per bene la questione e quindi abbiamo voluto vedere quanto c'è di vero o di falso nella propaganda governativa e nei discorsi che stanno circolando in questi mesi".
"La Cgil vuole essere parte attiva nella discussione sul Federalismo- ha proseguito Bergamin nell'introduzione - e riconosce che al di là del mito e dell'ideologia c'è un bisogno vero di avvicinamento e di assunzione di responsabilità da parte delle istituzioni locali nella gestione sia delle risorse sia dei servizi pubblici".
Un discorso condiviso dal segretario nazionale con delega alle politiche delle riforme istituzionali e del federalismo Danilo Barbi che ha concluso la mattinata sulla questione della giustizia sociale: ci vorrebbe un Federalismo anche per rendere più equo il fisco. Ad esempio oggi come oggi i proprietari di prima casa potrebbero non pagare più una lira all'amministrazione comunale dove risiedono usufruendo comunque dei servizi locali comunali!
E nonostante il Federalismo "brandito come panacea di tutti i mali" - come ha affermato il neosegretario dello SPI vicentino Igino Canale - il Governo continua con la politica dei tagli mentre in altri paesi del mondo come per esempio in USA (lo diceva ieri all'hotel Alfa il segretario FIOM Landini) si sta aumentando la spesa per l'istruzione, la sanità il welfare e così via.
Il segretario nazionale Barbi (CGIL) ha sottolineato che in realtà in altri paesi del mondo al fine di affrontare la crisi si sta lavorando per rafforzare il centralismo statale, e si tagliano le deleghe ai territori, perché la dimensione comunale è andata bene anche nel nostro Paese in tempi storici e nel recente passato, ma oggi le dinamiche sono troppo ampie per essere capite e regolate a livello localistico!
Il professor Gianfranco Cerea, economista dell'Università di Trento, ha tenuto ai quadri della CGIL una vera e propria lezione sulle autonomie locali e sugli influssi economici sulla spesa locale e sul sistema di tassazione. Per concludere che in Italia come in qualsiasi altra parte del mondo non è il sistema amministrativo, o meglio la forma istituzionale che sviluppa un territorio, ma la cultura e il senso civico della popolazione! Ecco perché nell'Italia unita a parità di trattamento il Triveneto si è sviluppato ed ha creato ricchezza (in proporzione) di più del resto del Paese: "è dovuto alla cultura civica e amministrativa lasciata dall'Impero austro-ungarico e dal tasso di scolarizzazione che all'inizio del '900 era molto più alto (in media) del resto della Penisola", e secondo i dati ISFOL ancora oggi la qualità dell'insegnamento al Nord e in particolare a Nordest è migliore rispetto al Sud dalla scuola secondaria in poi.
"Un buon sistema di servizi statali - ha affermato Cerea - non si fa con le leggi, ma con la cultura e l'on. Tessitori (uno dei Costituenti) già nel suo discorso del 1947 aveva capito tutto"
L'on. Tiziano Tessitori relatore per la maggioranza all'Assemblea Costituente, nella seduta del 27 maggio 1947 mise in evidenza tre esigenze per la riforma che si stava attuando dello Stato: "la prima è la necessità urgente di liberarci dell'accentramento burocratico statale; la seconda è che in determinati settori è impossibile una legislazione uniforme e efficace; infine si prospetta un problema di carattere squisitamente politico ed è la necessità che siano forniti gli strumenti necessari perché venga stimolata la coscienza civica del nostro popolo ed attraverso l'esperienza nelle amministrazioni locali sia avviata, quanto meno, la formazione di una larga e capace classe dirigente".
E visto cosa è successo in 60 anni di Repubblica il prof Cerea ha affermato che "non è vero che con le riforme avremo risultati eccezionali, avremo semplicemente comportamenti diversi".
Il consigliere regionale del PD, Stefano Fracasso, membro della V Commissione (Assistenza, Igiene, Sanità e Sicurezza Sociale) e Vice Presidente della VII Commissione (Acquedotti , Difesa suolo , Ecologia , Lavori Pubblici, Tutela ambiente) ha aggiornato i presenti sul lavoro che si sta svolgendo a palazzo Ferro-Fini per il nuovo Statuto ed ha illustrato l'idea del suo partito: "Noi vorremmo una Regione che si colloca in Europa con grande apertura, la nostra deve essere una comunità aperta, o meglio una "comunità larga" come dice il Patriarca di Venezia. Una comunità che accoglie anche cittadini che vengono da altri stati, non che si chiude! E il concetto del "Prima il Veneto" ( della Lega, ndr) rappresenta una diversa idea di sviluppo rispetto alla nostra!"
A cura Cgil Vicenza