Appalto pulizie Comune di Vicenza, Cub: lavoratrici Mirror ancora senza stipendio.
Martedi 11 Agosto 2015 alle 15:59 | 0 commenti
Maria Teresa Turetta FLAICA Uniti-CUB
Le lavoratrici dell'appalto delle pulizie dei locali comunali sono sul piede di guerra perché non hanno ricevuto più alcun emolumento dallo scorso mese di maggio. Dietro l'opulenza degli sprechi e dei costi della elevata dirigenza comunale e dello staff di cui si attornia il Sindaco Variati, si celano forme di sfruttamento del lavoro indegne per una pubblica amministrazione. E non stiamo parlando di casi isolati, ma di una prassi e di un dato oramai consolidato.Â
Gli appalti al massimo ribasso ingrassano le tasche di qualcuno, ai danni dei lavoratori che sono sfruttati, ricattati, ingannati e, come in questo caso, non sono pagati; inoltre gli appalti dei servizi pubblici, soprattutto se sono di un certo peso economico, si prestano a casi di corruzione. Di questo scandalo la comunità e chi è demandato ad amministrare il bene comune deve rendersene conto per elaborare una soluzione che, per la CUB, non può che essere la reinternalizzazione dei servizi, ossia la gestione dei servizi attraverso personale assunto direttamente. La politica, invece, in questo ultimo ventennio ha bloccato le assunzioni nel pubblico impiego, ha quindi favorito le privatizzazioni dei servizi tramite appalti, allargando a dismisura i casi di corruzione di amministratori e dirigenti collusi, salvo poi, e in modo subdolo e ingannevole, approvare la legge anti corruzione; un cane che si morde la coda dove vittime sacrificali sono lavoratori e cittadini. La coop. Mirror, titolare dell'appalto fino al primo luglio scorso, non ha mai risposto ai nostri solleciti di pagamento. Il Comune ad oggi, su questa scandalosa vicenda, ha avuto solo un ruolo marginale, e si è mosso tardivamente solo perché tirato per la giacca. La politica e a chi amministra questa città non deve sottovalutare che chi è da tempo sotto la soglia di povertà non ha oramai più nulla da perdere.
La CUB sta, come sempre, dalla parte degli ultimi, per dare voce alle loro istanze.
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