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Andrea Beretta Zanoni è il portavoce Associazione Azionisti Popolare di Vicenza

Di Rassegna Stampa Giovedi 19 Novembre 2015 alle 21:01 | 0 commenti

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«I soci della Popolare di Vicenza sono in gran parte clienti: salvaguardare il patrimonio della banca è fondamentale per l’economia di interi territori». Non a caso il primo obiettivo della neonata associazione Azionisti Banca Popolare di Vicenza è «la tutela del valore della partecipazione e la protezione degli interessi degli azionisti nella loro qualità di risparmiatori».

A un giorno dalla nascita del gruppo fondato da 22 imprenditori e professionisti, il portavoce Andrea Beretta Zanoni spiega quale visione muova i soci, e anticipa quella che sarà la prima richiesta che faranno all’ad Francesco Iorio: «Chiarezza, sull’iter anche procedurale dei prossimi mesi e sul piano industriale. Fin qui – spiega – molti aspetti del percorso presentano diverse incognite, ma la probabilità che i vecchi soci aderiscano all’aumento di capitale è che sia chiaro il piano della banca, a partire dal primo ostacolo che riguarda il diritto di recesso».
Professore, BpVi ha un deficit patrimoniale di almeno 1,5 miliardi e lo stesso Iorio ha detto che le azioni in Borsa varranno molto meno dei 48 euro fissati in assemblea. Tutti si aspettano un bagno di sangue: come pensate di tutelare il valore della partecipazione?
«Iorio non ha detto soltanto che il titolo sarà quotato a un valore sensibilmente più basso, ma ha anche spiegato di avere fiducia nel piano industriale della banca e nella capacità di recupero. È chiaro a tutti che i rischi sono significativi e che i motivi di preoccupazione sono reali. Però a noi interessa capire come sia possibile ridurre i danni, e quali meccanismi correttivi la banca possa mettere in campo per sostenere i vecchi soci».
A Montebelluna per i vecchi soci preparano i buoni benzina: vi basta?
«Quello mi sembrerebbe poco, ma non ha senso che io mi pronunci su proposte che non ci sono arrivate. Noi vogliamo capire cos’ha in mente il management e a quel punto avviare un confronto».
Aderirete all’aumento di capitale?
«È proprio quello che vogliamo capire, perché fino a questa fase ci è stato detto abbastanza poco. Servono chiarezza e progettualità in modo da poter valutare e discutere. Sapendo che i soci di BpVi sono anche clienti: la quota di azioni detenuta spesso è a garanzia di un prestito. Se si compromette il valore patrimoniale della banca si produce una crisi finanziaria per migliaia di famiglie e aziende. Questo è il rischio che va evitato, e per questo il problema principale da affrontare subito è la salvaguardia dei valori patrimoniali. Successivamente ci sarà da affrontare il problema della diluizione dei soci storici e dell’assetto della spa, ma sono passi complicati e vanno affrontati progressivamente».
La prima incombenza ha a che vedere con il diritto di recesso, ma il decreto Renzi prevede che possa essere sospeso se per la banca gli oneri fossero eccessivi. È una pura formalità?
«Non si sa. Le idee degli esperti sull’argomento sono divergenti e la sospensione non è così chiara. Proprio per questo vogliamo conoscere gli orientamenti della banca: chi sta lavorando su questo fronte deve spiegare ai soci come stanno le cose».
Vi fidate ancora di BpVi? Molti soci si sentono traditi. Voi pensate che il vecchio management abbia mentito, o ritenete che chi investe in capitale di rischio debba essere più consapevole?
«La nostra associazione non guarda al passato. So che molti soci si stanno rivolgendo alla giustizia e personalmente non ho nulla da obiettare, ma l’associazione mira a capire cosa si può fare da qui in poi. Sul passato sono state avviate indagini dalla magistratura e in quella sede saranno giudicate eventuali responsabilità penali ed errori. Quanto al tema capitale di rischio non è così semplice. È vero che le azioni hanno questa natura, ma negli ultimi anni sono intervenuti eventi straordinari di tipo normativo ed economico che hanno davvero prodotto una tempesta perfetta. Anche per questo credo che non sarà facile comprendere se ci siano state responsabilità. La fiducia comunque va ristabilita, e dipende direttamente dal valore del patrimonio: se riusciremo a preservarlo credo che tornerà anche la fiducia, altrimenti avremo la fuga dei clienti. In giro non mancano altre banche».
di Davide Pyriochos da VeneziePost


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Giovedi 27 Dicembre 2018 alle 17:38 da Luciano Parolin (Luciano)
In Panettone e ruspe, Comitato Albera al cantiere della Bretella. Rolando: "rispettare il cronoprogramma"
Caro fratuck, conosco molto bene la zona, il percorso della bretella, la situazione dei cittadini, abito in Viale Trento. A partire dal 2003 ho partecipato al Comitato di Maddalene pro bretella, e a riunioni propositive per apportare modifiche al progetto. Numerose mie foto del territorio sono arrivate a Roma, altri miei interventi (non graditi dalla Sx) sono stati pubblicati dal GdV, assieme ad altri come Ciro Asproso, ora favorevole alla bretella. Ho partecipato alla raccolta firme per la chiusura della strada x 5 giorni eseguita dal Sindaco Hullwech per sforamento 180 Micro/g. Pertanto come impegno per la tematica sono apposto con la coscienza. Ora il Progetto è partito, fine! Voglio dire che la nuova Giunta "comunale" non c'entra più. L'opera sarà "malauguratamente" eseguita, ma non con il mio placet. Il Consigliere Comunale dovrebbe capire che la campagna elettorale è finita, con buona pace di tutti. Quello che invece dovrebbe interessare è la proprietà della strada, dall'uscita autostradale Ovest, sino alla Rotatoria dell'Albara, vi sono tre possessori: Autostrade SpA; La Provincia, il Comune. Come la mettiamo per il futuro ? I costi, da 50 sono saliti a 100 milioni di € come dire 20 milioni a KM (!) da non credere. Comunque si farà. Ma nessuno canti Vittoria, anzi meglio non farne un ulteriore fatto "partitico" per questioni elettorali o di seggio. Se mi manda la sua mail, sono disponibile ad inviare i documenti e le foto sopra descritte. Con ossequi, Luciano Parolin [email protected]
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