Ancora 25 aprile: ai vecchi cosa è successo?
Lunedi 26 Aprile 2010 alle 14:30 | 0 commenti
25 aprile: ma ai vecchi cosa è successo? Mi hanno chiesto a scuola i ragazzi delle medie di Monteviale.
Ne abbiamo parlato a lungo: dell'ultima guerra, degli italiani alleati dei tedeschi, del drammatico rovesciamento del regime fascista e della rottura di quella infame alleanza, dei 20 mesi di paure ma anche di rivolta sotterranea contro il nazifascismo e poi delle festose giornate della liberazione ma anche delle carneficine seguite a quei giorni a Monteviale come sul vicino monte Crocetta e più a nord a Pedescala.
E i ragazzi a cercare di conoscere, ad aver spiegazioni; a stabilire i confini tra il bene ed il male, sulle ragioni degli scontri tra fascisti e partigiani, tra tedeschi e italiani e perfino tra fratelli e fratelli. Hanno allora interrogato le loro famiglie e risalendo ai più vecchi, protagonisti o testimoni, si sono fatti raccontare quanto accaduto. A distanza di 65 anni sono ancora forti i ricordi e finalmente anche grazie a loro, ai nostri ragazzi delle scuole, si è rotto il silenzio che custodiva quegli eventi. E' stato come esplorare un buco nero, inutilmente sondato nel passato, della storia mai svelata di Monteviale ma anche di quella personale di tanti che avevano vissuto quei momenti ma senza aver compreso gli avvenimenti a causa dell'età ancora immatura. Ne hanno tratto vantaggio gli adulti a parlarne ma molto più i ragazzi nel formarsi un bagaglio culturale e soprattutto civico. Una storia emblematica. Perchè da quel tormentato e convulso periodo è nata un'Italia nuova, costruita sulla libertà e la solidarietà tra eguali che costituiscono l'impalcatura della nuova Carta dei diritti approvata subito dopo la guerra. In fondo quel tempo di grande tribolazione è stata una sicura occasione di riscatto con la ribellione anche a prezzo del sangue contro le oppressioni interne e soprattutto contro i nemici esterni. La Resistenza armata anche nelle sue punte eroiche non avrebbe sortito quella vittoria senza la resistenza minuscola quella di tutti i giorni per mandare avanti la famiglia nonostante tutto, quella di tante sofferenze delle donne e dei vecchi rimasti a casa. E' questo il risorgimento quello delle libertà fatto di popolo a differenza del risorgimento ottocentesco quello dell'unità voluto e attuato dalle sole élite. Fare memoria di quanto è costato riconquistare la dignità è un dovere che gli adulti devono trasmettere ai più giovani, un ricordo vigilante però contro ogni nuova forma di ingiustizia e di egoismo. E se i giovani lo faranno proprio quel ricordo gli daranno anche nuovi contenuti e nuovo vigore; in fondo gli americani festeggiano e come la giornata dell'indipendenza a oltre 200 anni dalla conquista; noi poco più che sei decenni. Non siamo che agli inizi.
Avv. Giovanni Bertacche
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