Anche i lavoratori Metalba in piazza Montecitorio a dare la "sveglia" al governo
Martedi 30 Settembre 2014 alle 23:57 | 0 commenti
Riceviamo da Massimo Pantano dirigente Fim Cisl di Bassano e pubblichiamo
Erano in tanti i lavoratori delle aziende in crisi alla manifestazione di questa mattina, 30 settembre davanti a Montecitorio a Roma, per chiedere al Governo di rilanciare l'industria, "unica strada per garantire futuro e dignità a tutte le persone e di evitare di perder tempo su questioni che rischiano di generare ambiguità ed ennesime ingiustizie senza portare, in concreto, alcun cambiamento decisivo per il rilancio del Paese".
Cerano anche alcuni lavoratori della Metalba di Bassano del Grappa, azienda che sta provando ad uscire da una crisi generata dalla cattiva gestione precedente. Tale sforzo di rilancio non gode di alcun aiuto governativo se non per la Cassa integrazione che finirà a novembre.
Si è trattato di un vero e proprio Flash-mob che alternava momenti di silenzio scanditi dal ticchettio di una sveglia a momenti di rumore con gli interventi dei leader sindacali tra cui Anna Maria Furlan, segretario generale aggiunto della CISL.
Erano in tanti i lavoratori delle aziende in crisi, soprattutto, i Giovani della Fim-Cisl, che hanno portato in piazza le loro preoccupazioni e le loro speranze per la ripresa di un mercato del lavoro sempre più asfittico e problematico, "anche per le tante proposte estemporanee che da più parti si levano" e non solo sull'art.18.
Non ultima quella di inserire il TFR mensilmente in busta paga, che il presidente del Consiglio ha esternato in televisione, "come troppo spesso accade", con l'intento di alzare il potere d'acquisto dei lavoratori e rilanciare così i consumi.
Dicono i Giovani Fim-Cisl: "Partendo dal presupposto che per noi le vie per incrementare le paghe dei lavoratori siano altre, una su tutte una drastica riduzione della tassazione da lavoro, riteniamo il TFR oggi quanto mai centrale nella costruzione della previdenza complementare, per poter avere una pensione dignitosa nel futuro. Chiediamo di stare attenti a non infilare il futuro previdenziale dei giovani nell'ennesimo campo minato. E' più ragionevole e urgente pensare a come potenziare la previdenza complementare, ancora oggi troppo poco sposata proprio da coloro che ne avrebbero maggiormente bisogno, e su come estenderla a tutti i lavoratori garantendone medesimi benefici e opportunità ".
Per altro il Veneto dimostra con il fondo Solidarietà Veneta, che si può utilizzare i soldi dei fondi pensione per sostenere le imprese sulla base di progetti seri. Quello che avviene già per le imprese venete con l'acquisto dei bond aziendali da parte del fondo, come è successo per la Rigoni di Asiago.
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