Anche Ubaldo Alifuoco chiede "un po' di giustizia" per la Fondazione Roi
Mercoledi 29 Marzo 2017 alle 22:14 | 0 commenti
Da PerVicenza del 23 marzo 2017 riportiamo la presa di posizione di Ubaldo Alifuoco sulla questione della Fondazione Roi.
La presidenza della Banca Popolare di Vicenza ha nominato il nuovo presidente nella figura del sociologo Prof. Ilvo Diamanti. Vi sono poi un paio di nuovi membri mentre sono stati confermati altri due già presenti nel Cda. uspicavamo che il primo atto del nuovo Cda fosse quello di ordinare una inchiesta su quanto accaduto sotto la gestione di Gianni Zonin e sul perché l'ex presidente avesse proposto e attuato l'acquisto di 29 milioni di euro in azioni della sua Banca, proprio al momento in cui la quotazione era a 62,50 euro (ricordiamo che, contrariamente a quanto sostenuto in un primo momento, è accertato che la gran parte delle azioni furono acquistate dopo la morte del compianto Marchese Roi).
Speriamo di sbagliarci ma sembra di capire che non sarà così. Nella prima intervista Diamanti ha dichiarato: "Guardiamo avanti". Successivamente, il Cda della Fondazione ha accettato la proposta di transazione della Popolare per un rimborso pari a 9 euro per azione. Eppure non dovrebbe essere molto difficile verificare le deliberazioni precedenti, analizzare l'inventario e le motivazioni che hanno avviato operazioni di investimento non rispondenti alle norme statutarie.
Ora sarebbe utile chiarire al nuovo Cda che bisogna guardare avanti per cambiare modalità di gestione, ma certamente bisogna guardare indietro per rilevare le responsabilità dei danni inferti alla Fondazione e chiedere ai colpevoli di risarcirla. Le due cose sono inscindibili. "Guardare avanti" significa, infatti, cambiare metodo di gestione e lavorare per il bene pubblico. Quindi, se questa è la svolta, per renderla veramente credibile, la priorità è quella di non lasciare impunite le eventuali nefandezze del passato, ricercare le precise responsabilità e chiedere il pagamento del gravissimo danno provocato alla Fondazione e, quindi, alla Città per la quale il nobiluomo Marchese Giuseppe Roi aveva destinato un ingente suo patrimonio.
In concreto, ci aspettiamo che il nuovo Cda decida:
• l'esame verbali del Cda della Fondazione per capire chi, quando e perché ha deliberato l'acquisto di azioni della Banca Popolare di Vicenza alla quotazione massima di 62,50 euro;
• la ricerca del perché l'ex Presidente Zonin e gli altri membri del Cda della Fondazione, che rivestivano contemporaneamente il ruolo di amministratori della Banca Popolare, hanno deciso di investire soldi della Fondazione in azioni della stessa banca da loro amministrata, in evidente conflitto di interessi;
• di individuare chi e perché ha deciso l'acquisto dell'immobile dell'ex Cinema Corso, impegnando soldi della Fondazione in un progetto chiaramente conflittuale rispetto alle norme dello Statuto e allo spirito fondativo del Marchese Giuseppe Roi.
Nella fase finale della gestione Zonin, il Cda della Fondazione ROI deliberò anche di querelare terze persone colpevoli di aver rivolto loro accuse ingiustificate (all'avvocato Ambrosetti fu dato il mandato di agire contro la nipote del Marchese Roi e contro il direttore di VicenzaPiù). Pare di capire che il nuovo Cda abbia annullato quella decisione archiviando la querela (non era una querela ma è una richiesta di danni milionari, dell'annuncio di Diamanti non riscontriamo un seguito, siamo intenzionati ad andare avanti, nota del direttore di VicenzaPiù), rendendosi ben conto di quanto tale azione fosse assurda. Tuttavia sarebbe utile capire cosa quella decisione è costata alla Fondazione stessa, a meno che Zonin e gli altri non abbiano coperto le spese legali di tasca propria.
Per ultimo, vorremmo ricordare che la Fondazione Roi aveva un patrimonio notevole consistente non solo in denaro liquido e in alcuni immobili a Vicenza e a Roma. Sarebbe oltremodo corretto e utile che, partendo dall'inventario certamente stilato all'atto della nascita della Fondazione, si verificasse la consistenza attuale.
Ubaldo Alifuoco
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