Zuccato, Confindustria, negativo su manovra. E il Prc gli fa domande su modello di sviluppo
Domenica 14 Agosto 2011 alle 19:10 | 0 commenti
Giuliano Ezzelini Storti, Coordinatore Provinciale Vicenza Prc FdS - Oggi ci troviamo in una crisi economica inarrestabile ed incontrovertibile che investe su scala planetaria l'economia di mercato, la logica finanziaria e il modello di sviluppo su cui anche il nord-est ha avuto la sua crescita, negarlo sarebbe da irresponsabili. Forse dico una cosa evidente, ma se vedo alcune soluzioni o proposte a questo stato di cose, mi rendo conto che è giusto ribadirlo.
Non solo, penso ci sia un'evoluzione di questa pesante crisi che porterà al mutamento, vista la piega che sta prendendo, da un punto di vista sociologico e dei rapporti di forza nel mondo produttivo.
Quando parlo del mutamento dei rapporti di forza, non mi riferisco solo ai rapporti fra le parti sociali, ma soprattutto allo scontro fra modelli produttivi che può portare il nostro paese, l'Italia,oltre al vicentino ad un arretramento pesante.
"Il piccolo e bello", che ha fatto crescere economicamente il nostro tessuto sociale ed economico, comportando un pesante "nanismo industriale" fatto di manodopera a basso costo, svalutazione della nostra moneta (la Lira), arretramento sul piano della ricerca industriale, ci mette in una competizione impari in un vero e proprio scontro con livelli produttivi di Francia, Germania e anche della Cina.
Evidente che chi seguirà il tentativo, anche grazie alla manovra finanziaria del Governo, di tornare indietro e competere sul costo del lavoro contraendo i diritti, mutando la libertà della nostra società di non essere alienata dal lavoro, non vincerà mai e sarà in poco tempo, piaccia o non piaccia, fuori dalle sfide dell'economia.
In questo contesto ho notato il giudizio negativo di Confindustria Vicenza alla manovra finanziaria del Governo che tenta di dare una risposta, a nostro avviso sbagliata, alla crisi. L'accusa del Presidente Zuccato è che il provvedimento blocca la crescita, ergo, blocca la ripresa economica di Vicenza e colpisce i più deboli: cioè, cosa significa? Quali sono i punti che non vanno a Confindustria Vicenza?
I tagli scellerati agli Enti Locali? I costi della politica che tagliano la democrazia, ma non le spese real ?
Siamo convinti anche noi comunisti che questa manovra sia solo di "macelleria sociale", ma perché non incide sulla strutturalità che ha portato alla crisi: possiamo dire che su questo c'è una condivisione di vedute?
Si può dire allora, Presidente Zuccato, che non serve a nulla aver tolto valore al contratto nazionale (propaganda!), come non serve a nulla aver tolto giorni di festa, fra l'altro i più significativi della storia del nostro paese (25 Aprile, 1 Maggio, 2 Giugno), alla ripresa economica ?
Si può dire inoltre che la manovra non da un contributo a ridistribuire ricchezza, né tanto meno un contributo ad uno sviluppo sostenibile e reale del nostro territorio ?
Si colpiscono i deboli, lo dice anche Lei, perché è evidente che se non si consuma per carenza di fondi, chi comprerà le produzioni delle imprese?
Lo so a rivolgerLe queste domande è un comunista, ma si può avere una risposta? Si può pretendere per tutte quelle migliaia di lavoratori e lavoratrici e per l'economia del territorio vicentino?
Ma allora se si risponde positivamente a queste domande si deve avere la capacità , l'autorevolezza e il coraggio di dire, per Vicenza, per l'Italia, che le ricette fin qui adottate sono inadeguate ed inutili sia dalla parte industriale, sia dalla parte di chi governa.
Partendo da questo presupposto va deposta l'arroganza che l'imprenditoria buona, se esiste, deve saper allontanare come la peste.
Quindi nella crisi non va operata la contrazione dei diritti, non contrazione di salario e tanto meno la delocalizzazione selvaggia perché è il modello che ci ha portato in questa situazione.
Proviamo a lavorare su questo versante o continuiamo a proporre soluzioni ottocentesche poco moderne?
Altrimenti si sappia che finanziarie come quella odierna, proposte dal Governo Bossi-Berlusconi, vanno nel versante opposto e ci espongono ad essere "predati" e non concorrenti: le speculazioni di borsa la dicono lunga!
Ma forse se ciò che dico fosse ascoltato, ci troveremo in un'altra Italia.
Per questa ragione penso che, se le politiche non cambieranno e se non ci sarà maturità imprenditoriale, esploderà la rabbia sociale e la lotta nelle piazze bloccherà la manovra.
Utopia?
La MML Spa di Agugliaro (VI), fabbrica occupata dai dipendenti per avere garantita la dignità , insegna: la lotta paga sempre!
C'è qualcuno, anche il Presidente di Confindustria di Vicenza, che mi dice una ricetta diversa e che sbaglio nell'analisi?
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