Rossi III: Un affare la piattaforma di Marghera, il grigio di Vianello e Zanguio
Sabato 12 Novembre 2011 alle 23:24 | 1 commenti
L' ex presidente della Multi utility: "Sono fiducioso nella magistratura, le carte parlano chiaro"
Nei due numeri precedenti Giuseppe Rossi, il presidente più accusato o più scaricato dell'Aim, fate voi ha parlato al nostro registratore di bilanci, Vianello, Variati, Giglioli, tribunale, Ecoveneta, Valle, gas, industriali, Confindustria, Stabila e così via. Oggi "chiudiamo" con la sua visione della verità dopo i racconti di Variati e Fazioli, i flash contraddittori di Colla, gli storici discreti silenzi di Vianello, i sassi "pre elettorali" lanciati con le mani ritratte da Alberto Zocca, che, dopo essere intervenuto con virulenza sul GdV in risposta al grande vecchio Zoso, tutti esperti in Aim, prima ci ha concesso un appuntamento, poi l'ha spostato più volte prima di "truccare" il rifiuto di uscire allo scoperto con fatti.
E con la speranza di poter incontrare Mauro Zanguio, a cui rimane in mano, se crediamo a Rossi ("ho lasciato un'azienda con grandi utili") e a Fazioli e Variati ("siamo ripartiti da mega buchi"), il cerino del deficit tra le due storie di gestione .
Allora Rossi, il sindaco Variati, dopo aver scelto Fazioli perché l'azienda era distrutta e serviva un non vicentino che sanasse tutto, dopo un bilancio che dicono favoloso, cambia il presidente risanatore e nomina degli amministratori unici. Tre anni fa nessuno doveva essere vicentino, ora sono tutti vicentini perché scopriamo la vicentinità come fattore manageriale. In più Fazioli venne presentato come gestore dell'in house ma lui stesso viene criticato dall'opposizione che lo accusa di essere diventato critico proprio con l'in house
Guardi c'è un errore di fondo, io ho fatto il presidente di Aim per sette anni, con il sindaco Hüllweck, la sua giunta e i suoi assessori, io ho sempre ricevuto dal sindaco e dalla giunta gli indirizzi di dove doveva andare l'azienda. Chiaro che non era il sindaco che mi diceva domattina andiamo a fare l'in house o non andremo a fare l'in house. Le strategie dell'azienda non le deve dare l'amministratore dell'azienda, le strategie aziendali le fissa la proprietà e gli amministratori le attuano. Questo è l'errore. Dopo che sono state fatte operazioni onerose con i soldi dei cittadini impegnandosi sull'in house e impostando un disastro, leggo un'intervista in cui qualcuno dice di non essere più convinto dell'in house! E no, così non va!
Oggi dice Variati che sono cambiate le normative
Non è così, la normativa era molto chiara già all'epoca , è vero che è cambiata ma all'epoca era molto chiara e diceva una cosa semplicissima: sono sei anni che sono arrugginito e non ho ricordi di questa azienda, ma se tu vuoi fare l'in house, gli affidamenti diretti, bene, diceva la legge, sarai un'azienda che fa in house e non partecipa a nessuna gara fuori della tua città .
In house stretta
Sì in house stretta. Io facevo questo esempio spesso: è come dire che domattina Maltauro deciderà di partecipare solo alle gare che vengono indette nel Veneto. Allora un struttura di quel tipo non può permettersi di chiudersi in casa perché siamo sul mercato libero. Quando si è liberalizzato il mercato abbiamo fatto grandi convegni sulla liberalizzazione dei mercati, sul fatto che le aziende dovevano essere libere di poter muoversi in libera concorrenza altrimenti le società pubbliche sarebbero diventate solo un carrozzone. E poi diciamo che noi lavoriamo solo a Vicenza! Un tunnel senza via d'uscita. La normativa è cambiata , però prima c'erano dei vincoli tali per cui se si fosse fatto l'in house si era costretti in un ambito locale che non consentiva di fatto all'azienda di sopravvivere. L'affidamento diretto lo puoi ricevere dal tuo comune ma il comune accanto va a gara e la assegna a chi vuole. Allora come fai a sopravvivere , fai il braccio operativo del Comune di Vicenza ma come fai a mantenere un'azienda con 1200 dipendenti all'epoca operando solo a Vicenza.
Aim Bonifiche, Ecoveneta di Maltauro, la piattaforma di Marghera, le vertenze giudiziarie.
Io credo che per la questione Ecoveneta il sindaco si sia bene espresso tempo fa su Il Giornale di Vicenza quando ha detto Aim non ha bisogno di svendere la piattaforma di Marghera ma che la venderà ad un prezzo interessante perché secondo vale quello che è stato speso fino ad oggi cioè 12 milioni di euro. Questo vuol dire che nel 2006 quando siamo andati via noi erano stati spesi 6-7-8 milioni, visto che la gestione può costare circa un milione all'anno. Secondo me Marghera rimane e rimarrà un grande affare per l'amministrazione. Tra qualche tempo questa piattaforma verrà venduta e sicuramente il Comune porterà a casa una quantità di denaro importante.
Variati ha sbandierato l'abbattimento dei costi dei cda
Dove prima c'erano dei Cda ora oggi ci sono amministratori unici, se ho tre dipendenti mi costano sicuramente di più che uno solo. Questa strategia non va attribuita, però, al presidente di un ente, i Cda c'erano prima che arrivassi in tutte le società precedenti mentre in quelle che abbiamo costituito c'erano dei Cda perché c'è un controllo maggiore. Al tempo Hüllweck non era il gettone di presenza a incidere sulle sue decisioni. Che cosa vuole che importasse ad Hüllweck di mettere questo o quello, solo che con almeno tre consiglieri si può gestire e controllare meglio.
Questa vicentinità riscoperta?
Spero che possa dare grandi frutti e sono convinto che li darà . L'azienda è vicentina e merita di essere guidata da vicentini. Ma questa azienda ha ottenuto dei risultati quando per sette anni è stata guidata sempre dallo stesso gruppo. Vede io Colla non lo conosco, posso pensare che sia preparato e molto bravo, ma come potrà gestire in 18 mesi una macchina da 270 milioni? Il tempo è troppo poco, io spero che continui. La gestione di queste aziende ha bisogno di un respiro un po' più ampio , non si può fare un cambio dei vertici ogni tre anni, sarebbe un disastro. Su questo dobbiamo riflettere.
Anche per non tornare ai tempi delle difficoltà nei rapporti con le banche per gli affidamenti, che Variati e Fazioli hanno dichiarato di aver dovuto gestire e che lei in qualche modo nega a meno che l'anno e mezzo di Zanguio non sia stato quello che ha determinato la situazione denunciata
Lo lascio valutare a lei, vada a vedersi i bilanci di quell'anno e mezzo. La banca ragiona con i rating ed i bilanci, mette dei dati nel computer ed il computer dice bene - male. La realtà di questa situazione si è creata perché il danno mediatico delle guerre politiche è stato un danno incalcolabile. Il fatto che si sia deciso che nei bilanci fosse fatta una cosiddetta "pulizia completa", riducendo le riserve e definendo alcuni crediti come inesigibili oppure riducendoli al 10%, ha generato danni incalcolabili: quando vai dalle banche con quei dati ...
Una pulizia eccessiva può essere controproducente, quindi?
Non può essere, è controproducente. Perché da un lato pulisci quando non dovresti, dall'altro ti trovi con delle plusvalenze quando in realtà non ti servono più. E' un'operazione molto pericolosa, ma Zanguio aveva l'esperienza, l'età e la capacità per farlo ...
Le banche è vero che guardano i dati ma se l'ambito politico è negativo hanno più paura
Guardi, quando io sono stato in Aim, fino all'ultimo giorno sfido chiunque a tirar fuori una carta in cui una banca ci avesse detto di essere in grado di non concederci fidi.
Giglioli ha lavorato bene, ha lavorato male? Lui è amareggiato col sindaco che lo ha preso come assessore e poi, secono la sua versione, lo ha scaricato
Giglioli secondo me ha lavorato bene, onestamente. Giglioli con me ha avuto pochi contatti, questa è la grande verità . Giglioli aveva contatti diretti continui e giornalieri con il direttore generale, con Dario Vianello. Perché per le sue competenze doveva rapportarsi con Vianelle e Vianello diceva questo va bene questo non va bene.
Giglioli, Xausa e Borra, hanno tutti e tre lavorato bene secondo lei
Io non credo che l'operazione di nominare questo trio sia stata una grande operazione anche se all'epoca decidemmo così e ci avevamo creduto.
L'ha danneggiata personalmente negli ultimi anni essere sempre sui giornali?
Notevolmente.
Anche nel lavoro?
Direi che nel lavoro relativamente, nel senso che lavoriamo in tutta Italia e poco ci ha danneggiato la questione vicentina. La mia società fa lavori pubblici a livello nazionale, ponti, dighe, strade, asfaltature con 50 dipendenti e con 15 milioni di fatturato. Con le banche, però, l'immagine è stata devastante. Io, però, ho molta fiducia nella magistratura e sono convinto che alla fine emergerà la verità perché la verità è fatta di carte e le carte sono scritte. Stiamo parlando di enti pubblici dove ci sono verbali, delibere molto più facili da controllare.
Da VicenzaPiù n. 223, BassanoPiù n. 4
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