Alluvione, Equizi a Variati: il bacino lo faccia sui terreni di Vicenza Futura
Giovedi 15 Novembre 2012 alle 16:48 | 0 commenti
Riceviamo da Franca Equizi ex consigliere comunale Lega Nord e pubblichiamo
Da residente che abita in una delle zone a rischio alluvione vorrei dire due cosucce. C'è da rimanere basiti a leggere le dichiarazioni di questi giorni da parte di troppi esponenti politici; a cominciare dall'assessore regionale all'ambiente Maurizio Conte che paventa da parte degli agricoltori di Caldogno la volontà di speculare sugli accordi in via di definizione per il bacino antipiena.
Come fa un membro della giunta regionale a parlare di sprechi dopo lo schifo accaduto con i project financing per i nuovi ospedali o per quell'altra storiaccia che grida vendetta che si chiama Pedemontana Veneta? Lì sono gli sperperi; non farà la differenza certo il milione di euro in più o in meno che farà campare le famiglie di chi eventualmente perde la terra o il lavoro nei campi. Il tutto in un bilancio regionale che puzza di gruviera. Questo il sindaco di Vicenza Achille Variati lo sa, ma nonostante tutto tace. Dovrebbe invece arrabbiarsi con le amministrazioni comunali, compresa la sua, che continuano a concedere edificato. O dovrebbe arrabbiarsi col magnifico trio costituito da Valter Baruchello, Giovanni Maria Forte e Costantino Toniolo, ex sindaci di Isola, Caldogno e Costabissara che negli anni passati hanno saziato, a parer mio, solo l'appetito dei cementificatori buttando in fognatura ogni speranza legata alla difesa del suolo di un territorio idrogeologicamente cruciale per il capoluogo. Se Variati chiede a gran voce l'invaso di Caldogno, abbia gli attributi per chiedere il giusto a chi sarà sacrificato in nome di una speculazione edilizia vomitevole, che a Vicenza e dintorni continua in modo cocciuto e mostruoso. E soprattutto se ha veramente fretta, espropri o pensi a un diritto di esondazione, l'area di Vicenza Futura, dove è previsto il nuovo centro commerciale con arena degli eventi annessa. E trasformi in evento la morte di quella inaccettabile proposta di speculazione fondiaria.
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