Alluvione, continua il ripristino dell'argine del Timonchio
Sabato 26 Marzo 2011 alle 19:00 | 0 commenti
Regione Veneto - Il disastro del Veneto alluvionato ebbe uno dei suoi punti d'inizio a Caldogno, Comune confinante con quello di Vicenza. All'alba dell'1 novembre, il torrente Timonchio, che nasce dalla Pedemontana, ingrossato oltre l'inverosimile dalle piogge torrenziali iniziate il giorno prima, ruppe l'argine in due punti, allagando la frazione di Cresole. L'acqua invase il territorio, 268 imprese di vario genere furono costrette a fermarsi per settimane e 164 persone vennero evacuate dalle loro case.
Oggi il Genio Civile di Vicenza sta lavorando per rifare completamente gli argini disintegrati dalla piena e ripristinare le condizioni di sicurezza idraulica antecedenti all'alluvione. Siamo ancora nella fase emergenziale, mentre si lavora alla progettazione delle casse di espansione necessarie a ridurre il rischio idraulico in tutto il territorio veneto, sconvolto in questi mesi da precipitazioni assolutamente anomale e intriso d'acqua.
Il Timonchio ruppe in due luoghi diversi della sponda destra, distanti circa un km l'uno dall'altro. L'intervento di somma urgenza iniziò subito, l'1 novembre, in condizioni da incubo: ruspe, camion e uomini dovettero raggiungere i luoghi del disastro in mezzo al fango, con l'acqua che fuoriusciva e la pioggia che continuava a cadere. Venne piantata una palancolata metallica appoggiata ad un muro di pietroni , finalmente, mercoledì 3 novembre, la rotta venne tamponata. Ora sono in corso i lavori per rifare l'argine allora "incerottato" alla bell'e meglio. Per realizzare questo rifacimento si è infatti dovuto attendere la fine dell'emergenza e anche che il terreno si asciugasse un bel po'; sono state realizzate tra i campi strade di accesso per i mezzi pesanti e ora si sta procedendo alla ricalibratura e alla ricostruzione vera e propria, all'interno e all'esterno del corso d'acqua.
L'intervento -ha spiegato oggi il capo del Genio Civile di Vicenza Enzo Zennaro durante un sopralluogo ai lavori in corso - fa parte dei 24 lavori di somma urgenza direttamente attivati nel vicentino dalla Regione subito dopo il disastro. In tutto il Veneto sono stati aperti, in quei giorni o appena possibile, 129 cantieri: 111 da parte dei Geni Civili, 18 da parte dei Consorzi di bonifica, per una quarantina di milioni. In questo caso stiamo provvedendo alla seconda fase, cioè alla ricostruzione vera e propria. Il costo complessivo è di 2 milioni: uno per ciascuna rotta arginale, 500 mila euro per la prima fase di tamponamento, 500 mila per il completamento. Presumiamo di ripristinare la situazione meglio di prima entro la fine di maggio".
"I lavori in corso riportano la situazione sostanzialmente allo stato antecedente l'alluvione - ha aggiunto Zennaro - ma non si tratta di interventi strutturali di prevenzione e di riduzione del rischio. Il problema sicurezza idraulica richiede in questa zona la realizzazione di un invaso da 3 milioni e mezzo di metri cubi di capacità . Il bacino di laminazione è attualmente seguito dalle strutture commissariali, ma noi siamo coinvolti come braccio operativo: abbiamo già fatto molti incontri e altri ne avremo per mettere a punto i dettagli dell'operazione. Siamo inoltre pronti ad aprire nuovi cantieri per i lavori indifferibili che abbiamo nel frattempo progettato in questi mesi".
Dal canto suo il sindaco di Caldogno Marcello Vezzaro ha evidenziato l'esigenza di ripulire l'interno dell'alveo e gli argini, per migliorare le condizioni idrauliche del Timonchio, mentre per la realizzazione delle casse di espansione servirà un accordo con gli agricoltori.
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