Allarme rosso per il verde cittadino e occhio alla cementificazione strisciante!
Sabato 3 Dicembre 2011 alle 14:14 | 1 commenti
Riceviamo da Paola Pesavento e pubblichiamo.
Lettera aperta ai cittadini di Vicenza che vorrebbero proteggere il verde pubblico e alla Giunta Variati che fa finta di proteggerlo ma che invece lo sta semplicemente eliminando.
A Santa Libera domenica le autorità comunali taglieranno i 3 platani centenari, nei prossimi giorni taglieranno il bel cedro del Libano, anch'esso centenario, in Via Quadri e inoltre stanno un po' alla volta lasciando cementificare Campo Marzo.
Come fa, con queste premesse, l'Assessore Dalla Pozza ad affermare che ora le Associazioni Naturalistiche e il Comune possono :" ...lavorare insieme per arrivare entro il 2012 ad approvare in consiglio comunale il piano del verde, da cui scaturiranno i regolamenti attuativi, ...un nuovo regolamento per la salvaguardia del verde e i regolamenti interni per l'esecuzione dei lavori pubblici che riguardano il verde"?
Sul problema dei platani di Santa Libera, quale ascolto è stato dato, da parte di questa Amministrazione, ai cittadini? Cittadini, a cosa è servita la nostra contro-perizia, da noi sovvenzionata, ad opera dell'agronomo forestale padovano Dott. Alberto Schiavon? La nostra perizia, operata in data 10 novembre 2011, dice chiaramente che due alberi su tre possono essere salvati, e cioè quello in mezzo alla strada e quello a destra salendo, dalla parte della ferrovia.
La nostra perizia è stata fatta con un tomografo di ultimissima generazione, uno strumento più moderno di quanti ne siano stati impiegati precedentemente dal Comune. La nostra perizia veramente è stata eseguita su tutte e tre le piante in questione, e non su una sola (quella in mezzo alla strada) che di fatto è l'unica pianta realmente esaminata dal Comune. Come poi il Comune abbia esteso il risultato di questa unica perizia agli altri tre platani, non ci è dato saperlo.
Il Comune cerca di giustificarsi appellandosi alla presunta "pericolosità " di alberi che statisticamente non cadono mai per lavarsi le mani sia dei problemi di manutenzione, sia di eventuali stecchi che possano, cadendo durante un uragano (uragani d'inverno, e quando mai?!) possano magari scalfire la vernice di qualche automobile sottostante: le macchine si sa, nel Veneto e a Vicenza in particolare, sono sacre, inviolabili e più importanti di qualsiasi altro valore al mondo.
Oltre a questo ennesimo scempio fissato per Domenica 27 novembre dalle 7.00 alle 17.00, voglio ricordare alla cittadinanza che un altro scempio è stato deciso, questa volta solo ed apertamente per "favorire la viabilità ", come l'anno scorso a Borgo Scroffa esattamente: e stato deciso dal Comune in via definitiva di abbattere anche il grosso cedro del Libano in Via Quadri, per fare
un'altra rotatoria. In questo caso, ammettiamo pure l'importanza della rotatoria, ma non si poteva farla leggermente spostata in modo da salvare l'albero? In Inghilterra, o in Germania o in Svezia, o in qualsiasi Paese europeo dove c'è più cultura del verde e più sensibilità che da noi, quest'opzione sarebbe stata scelta senza la minima esitazione.
Vorrei da ultimo richiamare l'attenzione dei cittadini su un altro preoccupante fenomeno: la strisciante cementificazione e deturpazione di quel che rimane di Campo Marzo. Avete osservato la nuova "pista di pattinaggio", ovvero quell'enorme capannone allestito in questi giorni proprio nella "O", in uno dei siti più belli del nostro parco? Ora è solo una grande tenda... ma poi, magari l'anno prossimo, che non si passi al cemento armato? E poi, quando alla fine di febbraio, si leverà - si spera - il capannone, come sarà ridotto il terreno sotto? Crescerà ancora l'erba?
Perché la pista non è stata fatta in forma circolare, sulla piattaforma per elicotteri davanti al Bar Moresco, dove sarebbe stata molto meno invasiva e decisamente più accettabile?
Si vuole forse cementificare anche il Campo Marzo? Già stanno ingrandendo l'omonimo Hotel, in più hanno anche diviso in due una bella aiuola lungo Viale Roma facendoci passare attraverso...una strada larga circa 3 metri. Poco più il là , vicino al Caffè Moresco, dove anni fa c'erano dei sentieri in terra battuta, adesso ci sono delle stradine in cemento larghe circa 2 metri. Non dimentichiamoci che lo scempio compiuto nel '95 con la "riqualificazione" del viale aveva di fatto già notevolmente allargato e peggiorato la cementificazione di quest'area. Non è che la Giunta Variati stia dando un'accelerazione in tal senso? E pensare che noi li avevamo votati!
Paola Pesavento
Accedi per inserire un commento
Se sei registrato effettua l'accesso prima di scrivere il tuo commento. Se non sei ancora registrato puoi farlo subito qui, è gratis.
Oggetto: PLATANI
Vicenza si fa brutta, ovvero come spendere soldi pubblici per rovinare la cosa pubblica .
Grazie a Paola e a tutti quelli che hanno tentato di salvare i platani, vorrei poter fare qualcosa anch'io per quello che è rimasto.
Intanto invio il mio commento con una
Lettera aperta al sindaco di Vicenza Achille Variati e ai cittadini di Vicenza
Caro sindaco,
chissà quante persone, come me, in passato, scendendo da viale Dante e vedendo da lontano la possente e quieta bellezza del gruppo dei platani di via Dalmazia si erano sentiti rincuorati dimenticando qualche piccolo dispiacere personale, proseguendo il percorso e passando poi sotto la loro ombra si erano sentito protetti e compresi da una natura possente e benevola, in questa buona sensazione di protezione centrava anche la possibilità di legame fra le generazioni che gli alberi con la loro età rappresentavano: i nostri trisavoli che li hanno piantati, noi che li godevamo e forse i nostri nipoti che avrebbero potuto goderli. Tutto questo adesso è finito. Qualcuno ha deciso che quei monumenti viventi non dovevano più esistere. Tutti gli alberi sono belli e utili ma quella doppia fila rappresentava anche un preciso e molto riuscito piano paesaggistico voluto per unire, in modo monumentale, la città al Santuario di Monte Berico. Questo piano era stato realizzato in un epoca che aveva meno mezzi tecnologici ma più passione per il ?decoro? della propria città, la cui bellezza era considerata una ricchezza per tutti i suoi abitanti che ne erano orgogliosi.
Successivamente è stata realizzata la ferrovia e chi la ha costruita,lo ha fatto in fosso e ha rispettato i platani e, per quanto possibile il percorso sacro e paesaggistico.
In seguito è venuto il grosso incrocio, molto utile ma certo non decorativo e che procurava un taglio ancora maggiore fra il centro storico e il complesso di Monte Berico... ma c'erano i platani che con la loro monumentalità mediavano fra le due parti e le univano, facendo un po' passare in secondo piano il brutto ma necessario nodo stradale.
Adesso non è più così, i monumenti viventi piantati dai nostri avi con lungimiranza non saranno più lì a segnare ed armonizzare il paesaggio.
Non saranno più lì a migliorare il clima, ad abbattere le polveri sottili dannose per la salute.
Non saranno più lì a donarci la loro fresca ombra d'estate.
Non saranno più lì per ricordarci lo splendore della natura, manifestazione dello Spirito.
Non saranno più lì per ricordarci la promessa di un mondo possibile dove l'uomo sia fruitore e custode e forse anche un po' ?aiutante? della creazione e non certo devastatore.
Adesso ci resterà un grande rimpianto e certo non sarà facile passare di lì senza dolore. Dolore e anche amarezza per non avere fatto di più per evitare questa stupida bruttura... ma perché avremmo dovuto difendere la città da chi avevamo eletto come suo custode? Già, perché sindaco Variati?
Se era vero che gli alberi erano bisognosi di qualche cura perché non curarli?
Se questa è l'ottica dobbiamo aspettarci di veder abbattere qualche monumento palladiano perché non si vuole restaurarlo? Non credo.
Architetto Marzia Chinol