Alla Greta Ava mistero sciopero fantasma. Ed erano solo 12.5 minuti per morto sul lavoro!
Domenica 28 Settembre 2014 alle 20:23 | 0 commenti
L'Unione Sindacale di Base ci informa di un caso avvenuto a Schio, ma non isolato in provincia di Vicenza, che, se vero, fa pensare sempre di più ai sindacati confederali come a caste di privilegiati, come le ha definite il giornalista Stefano Livadiotti nel suo libro "L'altra casta. Privilegi. Carriere. Misfatti e fatturati da multinazionale. L'inchiesta sul sindacato".
Per Livadiotti Cgil, Cisl e Uil funzionano sempre più, fatte salve le eccezioni numerose ma minoritarie di chi fa veramente il sindacalista, da semplici organi di trasmissione dei vari governi che si sono succeduti tutelando non i lavoratori la le decine di migliaia di chi vive di sindacato senz fare sindacalismo... Ecco quanto riferisce l'USB.
Unione Sindacale di Base - Le segreterie nazionali OO.SS. FP CGIL, Uiltrasporti, Fiadel e Fit Cisl Reti hanno proclamato uno sciopero di 50 minuti alla fine di ogni turno di lavoro per giovedì 25 settembre 2014 in tutte le aziende pubbliche e private dei Servizi Ambientali. Lo sciopero è stato proclamato in relazione all'incidente mortale avvenuto ad Adria (RO) lo scorso 22 settembre.
Agostino Di Maria CGI, Laura Chioccarello Cisl, Marco Barletta Uil. Francesco Urbani Fiadel hanno mandato in data 24/09/2014 un fax in Greta, Valore Ambiente, Ava, Etra, Agno Chiampo Ambiente, Solaris, SIT Padova 3, Pulistrade, Idealservice Art-co, per l'adesione allo sciopero nazionale Cgil, Cisl, Uil, Fiadel del 25 settembre. Possibile che nessuno sapeva niente, possibile che si possa rimanere in silenzio con i morti? Possibile che in Greta nessuno abbia messo un volantino in bacheca sindacale? Solito: non vedo, non sento, non parlo? Non si tratta di lotta di "bottega", ma di cominciare a capire cosa vogliamo fare come lavoratori. Si devono sempre aspettare le "direttive" dall'alto o cominciare a dire quello che si pensa ed agire negli interessi di tutti i lavoratori, aldilà della sigla sindacale. Le RSU sono state elette dai lavoratori e per i lavoratori. Se quando una o diverse sigle sindacali chiamano allo "scioperetto" di ... 5 minuti e nessuno lo sa, ci sarà un motivo!
50 minuti per 4 morti! 12,5 minuti per morto! Vergogna!
Ci faremo parte attiva per una sottoscrizione di tutto il mondo del lavoro polesano a favore dei familiari come segno concreto di solidarietà .
La tragedia di Adria ha, infatti, messo in luce una verità banale e scontata. Che l'articolo 18 tutela anche la Sicurezza dei lavoratori. Del resto lo scriviamo da anni che le morti sui luoghi di lavoro sono quasi tutti da ricercarsi in luoghi di lavoro dove non c'è la protezione di questo articolo e dove non è presente un sindacato che difende realmente gli operai. La strage di Adria mette in luce i veri aspetti della posta in gioco. Un'azienda di soli 10 dipendenti, come quella dove si è verificata la tragedia, non ha l'articolo 18, di conseguenza non ha un rappresentante della Sicurezza, e non ha probabilmente nessun iscritto al sindacato e dov'è quasi impossibile fare un'assemblea per discutere dei problemi aziendali con un rappresentante dei lavoratori. Un camionista, che purtroppo è morto, è andato a versare direttamente in una vasca il contenuto della cisterna del camion contenente acido fosforico, mentre l'acido doveva andare in un silos a decantare. Com'è stato possibile? Di chi è la responsabilità ? Ma davvero i lavoratori tramano contro la loro vita e volontariamente non rispettano le procedure di sicurezza che li tuteli? Un camionista ha deciso da solo di saltare le procedure o era una prassi abituale e perché non è stato fermato? La magistratura chiarirà . Se ci fosse stato presente un sindacato, se ci fosse stato un rappresentante sulla Sicurezza la tragedia ci sarebbe stata ugualmente? I lavorati non hanno nessuna arma di difesa se non hanno protezioni adeguate come l'articolo 18 che evita gli "omicidi sul lavoro". I dati raccolti dall'Osservatorio Indipendente di Bologna morti sul lavoro lo dimostrano inequivocabilmente. Le vittime calano in questi anni tra gli iscritti all'INAIL ma aumentano complessivamente. Siamo in questo momento a + 6,4% anche rispetto al 2008 e addirittura + 8,7% rispetto al 23 settembre del 2013. e ricordando anche che in questi anni la crisi ha fatto perdere milioni di posti di lavoro. Ho tempestato in questi anni di mail le forze politiche e la stampa, ma niente, salvo rare eccezioni a nessun interessa la vita di chi lavora. Voi pensate ad un politico, di qualsiasi schieramento e sappiate che è stato avvertito dell'andamento delle morti sul lavoro. Ma nessuno che si è mai degnato di rispondere e di chiedere di vedere "le carte". E questo vale soprattutto per chi in questo momento ci sta governando. Il 28 febbraio 2014 ho mandato una mail a Renzi, Martina e Poletti avvertendoli dell'imminente strage di agricoltori che entro pochi giorni sarebbe ricominciata tra gli agricoltori che sarebbero morti in tantissimi schiacciati dal trattore. Io credo che in un paese civile e normale i ministri avrebbero risposto, perlomeno si sarebbero informati. Invece niente, il silenzio più totale. Da quel giorno ne sono morti così atrocemente 130. Bastava solo fare una campagna informativa e una "leggina" per far mettere in protezione le Cabine. Ma tanto hanno dalla loro parte amministratori, stampa e televisione e giornalisti che non sanno neppure cosa vuol dire avere la schiena dritta. Ma forse non è neppure questo il motivo dell'indifferenza verso queste tragedie. La verità è ancora più banale, della vita di chi lavora a questa classe dirigente non importa niente.
Il 22 settembre altri 4 operai non hanno fatto più ritorno a casa, come accade ogni giorno in Italia, solo che quando muoiono dei lavoratori non se ne parla o lo si fa così raramente che quasi non ce ne accorgiamo. Nicolò Bellato, Paolo Valesella, Marco Berti e Giuseppe Valdan sono morti per le inalazioni di acido solforico.
Se ne parlerà per un paio di giorni poi, fatalmente, le stragi sul lavoro, torneranno nel dimenticatoio fino alla prossimo dramma. E' così che, purtroppo sta andando avanti da tanti anni, senza che chi di dovere prenda dei provvedimenti concreti per fermare questa mattanza quotidiana.
Aumenteranno i controlli per la sicurezza sul lavoro? Men che mai, anzi si corre il rischio che diminuiscano (meglio non disturbare le aziende).
Pene più severe per i responsabili delle morti sul lavoro? Neanche per idea, quando va bene gli imprenditori responsabili delle morti sul lavoro se la cavano con la prescrizione o con pene irrisorie.
Come fa un Paese a definirsi civile quando ogni anno abbiamo oltre 1300 ammazzati sul lavoro?
In questo Paese sono rimasti in pochi ad indignarsi di fronte a tutti questi morti sul lavoro, anzi molti la considerano la normalità , il prezzo (il tributo), che dobbiamo pagare al profitto.E poi, perchè continuate a chiamarle "morti bianche"? Ancora molte agenzie, quotidiani, tg, programmi di attualità si ostinano a chiamarle così, che è un insulto alle vittime del lavoro e ai loro familiari. Si dovrebbero chiamare omicidi sul lavoro come li chiamavano negli anni sessanta, o perlomeno solo morti sul lavoro, ma non morti bianche, perchè queste morti non hanno proprio nulla di bianco! Dietro quelle morti, spesso, ci sono negligenze, mancato rispetto delle norme, anche da parte di chi lavora, sub appalti, sfruttamento del personale, taglio dei tempi per fare prima... Purtroppo la sicurezza sul lavoro, non sembra assolutamente una delle priorita' di questo Governo. E nel frattempo i lavoratori continuano ad infortunarsi, a rimanere invalidi, ad ammalarsi di malattie professionali e a morire sul lavoro.
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