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Alessandro Furlan e i "giochi" intorno alla primarie per delegittimarle, dal no al voto agli extracomunitari in poi...

Di Citizen Writers Lunedi 4 Dicembre 2017 alle 13:17 | 0 commenti

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Ecco la lettera arrivaatci alle 19.50 di ieri, a urne ancora aperte, da Alessandro Furlan, membro del direttivo PD di Vicenza,  premonitrice della sciocca, per non dire suicida, polemica attuale.

Egregio Direttore, sono le 19.50 di una giornata (il 3 dicembre 2017, ndr) per alcuni versi esaltante, importante, ma anche un po' convulsa, con qualche ombra (ad es. sembra che in alcuni seggi sia stato rifiutato il voto a cittadini Rumeni, che ricordo sono comunitari) e con un ‘peccato originale', quello del mancato voto agli stranieri non comunitari residenti. Sono un membro del direttivo PD di Vicenza e come tale il giorno 8 di ottobre - in tempi certo non sospetti e dopo che il regolamento era già stato votato ed approvato dall'assemblea del PD qualche giorno prima - ho inviato un esposto alla Commissione di Garanzia del PD su quanto in quel momento stava avvenendo circa la possibilità che gli stranieri residenti non potessero più votare alle primarie del PD; non è stato l'unico, ma forse il più dettagliato e la CdG si è sicuramente mossa su questo.

Avrei tante cose da dire su cosa poi è successo, su forzature, omissioni, accuse, ecc. ecc.. Non so se il voto ai residenti extracomunitari possa in qualche modo influenzare il risultato - ne dubito e spero proprio di no, visto che sto scrivendo prima di conoscere l'esito - ma l'unica cosa che posso dire è che un po' mi sono sentito tradito nei valori in cui credevo, prima ancora che come iscritto al PD.

Due cose - a scanso di equivoci - mi preme sottolineare.
1) La Commissione di Garanzia del PD non si è mossa autonomamente, ma solo dopo la lettura e l'analisi degli esposti, in particolare il mio. Il suo intervento è stato quindi un atto dovuto, in mancanza del quale la stessa commissione poteva essere accusata. E' intervenuta in un momento poco opportuno? Può darsi, ma non aveva appunto altra scelta. Tra le altre cose era in scadenza e solo ora è stata nominata la CdG regionale (per cui in assenza di questa la CdG provinciale era tenuta ad intervenire nel breve).
2) Perché è stato sanzionato il segretario Peroni? Perché in quel momento rappresentava il partito. Una lancia mi sento di spezzarla in suo favore: qualsiasi cosa avesse fatto in un senso o nell'altro il partito si sarebbe spaccato e si sarebbe pure probabilmente spaccata la ‘coalizione'. Il non fare nulla forse è stata l'unica scelta a sua disposizione, ma sono assolutamente certo del suo lavoro per trovare una soluzione (tra l'altro in un momento personale molto difficile). Allo stesso modo sono stati sanzionati i 3 componenti del PD nel comitato di coalizione, sul cui comportamento sarebbe opportuno distinguere bene le rispettive posizioni....
Comunque, chiunque sia, buona fortuna al vincitore di queste primarie...


Alla Commissione di Garanzia del PD di Vicenza

In riferimento al ‘regolamento delle primarie', circa l'art. 3 leggo sui giornali interpretazioni fuorvianti non in linea con quanto ho votato in assemblea, per cui ritengo necessario fare assoluta chiarezza su questo punto. Riporto il testo dell'articolo:

"Hanno diritto al voto alle elezioni primarie tutti i residenti nel Comune di Vicenza, maggiorenni alla data del 30.6.2018. Potranno votare anche i cittadini europei residenti in città. Analogo diritto è richiesto per la raccolta firme"

Ora, in ciò che ho letto sui giornali (!!!) si vorrebbe far passare una tesi in contraddizione con quanto scritto.

Nella mia interpretazione, ma ritengo anche in quella del diritto, il concetto di residenza è sicuramente più inclusivo di quello di cittadinanza. In termini giuridici la cittadinanza è la condizione della persona fisica (detta cittadino) alla quale l'ordinamento giuridico di uno Stato riconosce la pienezza dei diritti e doveri civili e politici. La cittadinanza, quindi, può essere vista come uno status del cittadino ma anche come un rapporto giuridico tra cittadino e Stato che il cittadino conserva anche quando è all'estero (il suo rapporto con lo Stato di appartenenza è permanente). Tra i diritti del cittadino, vanno annoverati in particolare i diritti politici, ovvero il diritto di voto e la possibilità di ricoprire pubblici uffici. La cittadinanza può essere richiesta anche dagli stranieri che risiedono in Italia da almeno dieci anni e sono in possesso di determinati requisiti (tra gli altri: redditi sufficienti al sostentamento, di non avere precedenti penali, di non essere in possesso di motivi ostativi per la sicurezza della Repubblica).

Ben diverso e - come detto - ben più inclusivo è il concetto di residenza e/o di residenti. Premesso che l'Art. 43, comma 2 del codice civile statuisce che "La residenza è nel luogo in cui la persona ha la dimora abituale.", cioè è residente chi ha la residenza abituale, ufficiale e anagrafica, in un dato comune in cui è presente di fatto, è normato che per l'iscrizione anagrafica degli stranieri si osservano le stesse norme e le stesse modalità previste per i cittadini italiani (articolo 6, comma 7, decreto legislativo n. 286/98): i cittadini (ancora una volta fate attenzione al termine) extracomunitari sono residenti se iscritti all'anagrafe ed in regola con il permesso di soggiorno, infatti l'iscrizione anagrafica è l'atto con il quale i cittadini extracomunitari, nonché i loro familiari, sono inseriti nell'Anagrafe della popolazione residente ed il permesso di soggiorno è una condizione preliminare necessaria per la residenza (in realtà esistono casi disciplinati dalla legge in cui per un cittadino extracomunitario può avere la residenza senza avere il permesso di soggiorno). Questa è la legge. Punto.

Ed è questa l'interpretazione che ho dato io quando è stato sottoposto al voto il regolamento delle primarie: non avevo alcun dubbio su ciò che stavo votando!!! Ora mi si vorrebbe far credere una cosa diversa. Ho sempre pensato che il PD facesse dell'inclusione una sua prerogativa (non stiamo parlando anche di Ius Soli?) come anche ricordato all'art 1, comma 5 è dall'art 2, comma 2 dove il concetto di cittadino e di residente non è utilizzato a sproposito. Se qualcuno aveva in mente di far votare solo gli aventi diritto al voto avrebbe dovuto usare il termine cittadino e non residente, si fa esplicito riferimento SOLO ai residenti e non ai cittadini o ai cittadini residenti!!! Non si tratta di una questione di ‘lana caprina' come qualcuno vorrebbe far credere, ma proprio di uno degli aspetti caratterizzanti e fondanti il nostro Partito. Chi del PD ha contribuito a redigere il regolamento penso avesse ben in mente il concetti giuridici che stanno nell'utilizzo delle parole, e lo scrivo anche con un certa presunzione, essendomi candidato a suo tempo come membro della commissione.

Né - proseguendo nella lettura dell'art 3 - può generare confusione la seconda parte del testo, Anzi!!! Al di là del fatto che questa seconda parte poteva essere omessa e che, in ogni caso, non può essere considerata restrittiva rispetto al concetto di residenza espresso nella prima parte, è un rafforzativo di quanto espresso nella prima parte dove. In realtà quando si parla di cittadini europei non si intende uno status che si può acquisire. Ogni cittadino di un Paese membro della Ue, oltre alla cittadinanza del paese di origine, gode della cittadinanza europea. Secondo la testuale dizione del trattato di Maastricht (TUE), è cittadino dell'Unione chiunque abbia la cittadinanza di uno Stato membro. Infatti i membri della UE hanno il diritto di soggiornare nel territorio nazionale per un periodo non superiore a tre mesi senza alcuna condizione o formalità, salvo il possesso di un documento d'identità valido per l'espatrio. Qualora invece intendano soggiornare nel territorio italiano per un periodo superiore a tre mesi, devono richiedere l'iscrizione anagrafica presso l'Anagrafe della popolazione residente entro tre mesi dall'ingresso. La seconda parte del testo così come la leggo io, serve solo ad esplicitare che anche i cittadini europei devono essere residenti (non basta appunto essere cittadini europei, ma bisogna essere residenti).

Per questo chiedo che nella prossima direzione cittadina si ponga agli atti questa comunicazione:

sia dato atto all'interpretazione corretta dell'art 3 del regolamento delle primarie intendendo residenti come tutti coloro iscritti all'anagrafe del Comune di Vicenza, siano essi cittadini Italiani, comunitari (europei) ed extra-comunitari con regolare permesso di soggiorno.

In caso contrario ci troveremmo in pesante contraddizione con il nostro stesso statuto per cui il ‘vulnus' sicuramente dovrà essere discusso in tutte le sedi opportune dentro e fuori il Partito (sperando di non dover arrivare a tanto) Non dobbiamo rinunciare ad una di principi fondamentali del PD, al di là delle proprie sensibilità e posizioni ‘elettorali' di questi giorni, una delle peculiarità che ci distinguono dagli altri.

Ricordo infine che 10 anni fa (Comunali del 2008) alle "primarie" che hanno determinato la "nomination" di Achille quale candidato del centrosinistra - l'altro candidato era Giuliari di ViCap - i residenti extracomunitari con regolare permesso di soggiorno hanno votato, cosi' come l'anno prima hanno votato per le elezioni fondative del partito democratico, e dopo in tutte le altre "primarie". Anzi, sia a Vicenza che nel collegio VI-ovest (Arzignano, Chiampo, Montecchio etc.) alcuni/e di loro sono stati eletti/e nell'assemblea nazionale ed in quella regionale !!! Basterebbe cio' per valutare come assurda la determinazione del Comitato dei garanti della coalizione che ha preteso ingiustificatamente di interpretare quanto scritto all'art. 3 del regolamento unitario. Ci troveremmo anche nell'assurdo che iscritti al PD non possono votare alle primarie!!!

La Commissione dei Garanti delle primarie ha il compito di applicare, non di interpretare, il regolamento sottoscritto da tutte le forze di coalizione: su questo punto il PD deve dimostrarsi unito e convinto, pur all'interno di una coalizione in cui però - è bene ricordarlo - il PD è assolutamente maggioritario e per questo deve assumersi anche le proprie responsabilità. Chi non lo fa è fuori dalla coalizione, dal PD e dalla storia.
Alessandro Furlan


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Giovedi 27 Dicembre 2018 alle 17:38 da Luciano Parolin (Luciano)
In Panettone e ruspe, Comitato Albera al cantiere della Bretella. Rolando: "rispettare il cronoprogramma"
Caro fratuck, conosco molto bene la zona, il percorso della bretella, la situazione dei cittadini, abito in Viale Trento. A partire dal 2003 ho partecipato al Comitato di Maddalene pro bretella, e a riunioni propositive per apportare modifiche al progetto. Numerose mie foto del territorio sono arrivate a Roma, altri miei interventi (non graditi dalla Sx) sono stati pubblicati dal GdV, assieme ad altri come Ciro Asproso, ora favorevole alla bretella. Ho partecipato alla raccolta firme per la chiusura della strada x 5 giorni eseguita dal Sindaco Hullwech per sforamento 180 Micro/g. Pertanto come impegno per la tematica sono apposto con la coscienza. Ora il Progetto è partito, fine! Voglio dire che la nuova Giunta "comunale" non c'entra più. L'opera sarà "malauguratamente" eseguita, ma non con il mio placet. Il Consigliere Comunale dovrebbe capire che la campagna elettorale è finita, con buona pace di tutti. Quello che invece dovrebbe interessare è la proprietà della strada, dall'uscita autostradale Ovest, sino alla Rotatoria dell'Albara, vi sono tre possessori: Autostrade SpA; La Provincia, il Comune. Come la mettiamo per il futuro ? I costi, da 50 sono saliti a 100 milioni di € come dire 20 milioni a KM (!) da non credere. Comunque si farà. Ma nessuno canti Vittoria, anzi meglio non farne un ulteriore fatto "partitico" per questioni elettorali o di seggio. Se mi manda la sua mail, sono disponibile ad inviare i documenti e le foto sopra descritte. Con ossequi, Luciano Parolin [email protected]
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