Alessandro Cegalin, portavoce di Vicenza ai Vicentini, "provoca" mons. Pizziol: rinunci alla messa di Natale. VicenzaPiù pubblica perchè non è col rifiuto che si risolvono i problemi
Giovedi 22 Dicembre 2016 alle 12:48 | 1 commenti
Riceviamo da Alessandro Cegalin, portavoce di Vicenza ai Vicentini, e pubblichiamo la sua provocazione che respingiamo ma a cui diamo visibilità invece di aderire, magari, al suo implicito e coerente invito a non farlo perchè, vorremmo far capire se non a Vicenza ai Vicentini ma ai Vicentini di Vicenza che non si risolvono i problemi col rifiuto predicato da Cegalin e dalla sua Associazionesenza i necessari, doverosi e numerosi distinguo.
A Vicenza non si celebri la messa di Natale. Questa la proposta che Vicenza ai Vicentini lancia al Vescovo Beniamino Pizziol. Così come, in questo periodo, molti presidi ed insegnanti nelle scuole hanno riposto nel cassetto canti natalizi, presepio, scambi di auguri e celebrazioni natalizie per non urtare la sensibilità di bimbi e studenti, oltre che delle loro famiglie, di religione diversa, ugualmente la Diocesi di Vicenza non dovrebbe perdere questa occasione di dimostrare la propria esemplare sensibilità verso i fratelli immigrati.
La celebrazione gioiosa della Santa Messa di Natale sarebbe, secondo noi, un vero e proprio affronto nei confronti di quei migranti che, giunti a Vicenza tra mille pericoli e difficoltà , languono in condizioni di disagio negli alberghi od in altre strutture, con vitto e alloggio spartani e non scelti da loro e la unica magra consolazione di un iphone di ultima generazione per sentire la voce dei familiari lontani, non ancora sfuggiti a guerre, persecuzione e fame.
Lo spettacolo della nostra comunità che si compatta con letizia per i riti del Santo Natale, le gioiose riunioni familiari che accompagnano questo periodo, il senso di opulenza che traspare dagli scambi dei regali sono, già di per sé, una smaccata mancanza di sensibilità verso i profughi lontani dai loro affetti più cari, e la rinuncia ad un evento tradizionalmente importante quale la messa di Natale non sarebbe invero che un piccolo, sebbene significativo, segnale di attenzione verso coloro ai quali dovremmo cristianamente dimostrare tutta la nostra empatia. Sarebbe una mirabile prova che la Curia vicentina ed il Vescovo non si fermino solo alle parole e sono immuni dalla scarsa umanità e dall'egoismo che rimproverano a molti sindaci poco accoglienti.
In coerenza con i continui richiami alla solidarietà incondizionata verso i migranti, il Vescovo Pizziol potrebbe far propria la nostra proposta ed invitare tutti i parroci della provincia a seguire il suo esempio, quale altissimo segno di vicinanza verso quei profughi per i quali l' attenzione non è mai abbastanza.
Potrebbe, e sarebbe meraviglioso, addirittura farsene latore presso il Santo Padre per estendere l' iniziativa a tutte le diocesi d' Italia ed al Vaticano.
Siamo convinti che la nostra proposta non possa che trovare l' appoggio dell' Amministrazione Comunale e del consiglio delle cittadine e dei cittadini stranieri di Vicenza.
Qualora il Vescovo persistesse nella decisione di celebrare comunque la messa di Natale, la comunità militante di Vicenza ai Vicentini potrebbe valutare l' opportunità di parteciparvi recando in dono cinquanta immigrati che Monsignore potrà accogliere gratis et amore Dei in vescovado, quale mirabile esempio di carità cristiana. Un gesto di coerenza che varrebbe, per i fedeli convenuti, più di qualsiasi predica.
Vicenza ai Vicentini, nel suo piccolo, si asterrà dal fare gli auguri di buon Natale alla comunità vicentina, come tangibile segno di buona volontà sul tema integrazione e per delicatezza verso i rifugiati e richiedenti asilo non cristiani di città e provincia, specie quelli di fede islamica che sappiamo essere i più sensibili a questa materia.
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