Albertino Bigon, padovano ed ex del Vicenza, sul Napoli del figlio, il ds Riccardo
Martedi 28 Dicembre 2010 alle 19:24 | 0 commenti
Tuttomercatoweb.com - Intervista ad Albertino Bigon, padre dell'attuale dirigente partenopeo Riccardo Bigon ed ex calciatore del Vicenza dal 1982 al 1984 (serie C1, 16 gol e 57 presenze).
Complice l'exploit di Edinson Cavani e un po' di fortuna, il Napoli è la piacevole sorpresa del campionato. Trentatré punti in coabitazione con la Lazio e a sole tre lunghezze dal primo posto, oggi ricoperto dal Milan di Allegri. Ad inizio stagione forse nessuno si aspettava che il Napoli potesse fare così bene, ma se gli azzurri ricoprono l'attuale posizione in classifica, lo devono agli interventi mirati del duo De Laurentiis-Bigon.
Per capire meglio le vicende di casa Napoli e se realmente è lecito sognare il tricolore, Tuttomercatoweb ha chiesto un parere a chi conosce bene l'ambiente azzurro per averci giocato e soprattutto per la presenza del figlio nelle vesti di direttore sportivo. Ai nostri microfoni parla Albertino Bigon, padre dell'attuale dirigente partenopeo ed ex allenatore e calciatore della squadra azzurra.
Bigon, ci racconta come è nato il Riccardo direttore sportivo?
"Se Riccardo adesso fa il direttore sportivo è colpa mia perché ha fatto del praticantato a Padova (sorride,ndr). Poi è arrivata, come un fulmine a ciel sereno, la proposta di Foti così mio figlio ha deciso di intraprendere questa strada, alla Reggina. Era già censito come agente Fifa, pensava di svolgere una carriera nel mondo del calcio che avesse a che fare con l'avvocatura perché laureato in giurisprudenza, ma poi si è ritrovato a lavorare per la Reggina e di conseguenza per il Napoli dove era già tra i papabili per la sostituzione di Marino, ma l'avvento di Mazzarri ha spianato la strada per l'ingresso di Riccardo in società ".
Il Napoli sorprende tutti.
"E' una squadra che ci sta sorprendendo come ha fatto l'anno scorso alla fine del campionato. Ci auguriamo che questa bella cavalcata continui, anche se sappiamo che non sarà facile perché ormai il Napoli è sotto gli occhi di tutti e chi giocherà contro gli azzurri saprà di affrontare una squadra di vertice. So però che nel gruppo ci sono ambizioni e determinazione".
Suo figlio, fin adesso, le ha mai nominato la parola scudetto? I tifosi sognano.
"Assolutamente no, in società è giusto non parlarne. I giocatori stessi sanno che ci sono squadre più forti. Stanno vivendo un momento esaltante, sarebbe ingiusto parlare di scudetto, anche se i tifosi hanno ampio diritto di sognare il tricolore e di parlarne. Mi auguro che la squadra mantenga questa posizione di classifica anche se non sarà facile".
Cosa manca a questo organico per poter decollare definitivamente?
"Questa squadra è stata presa dal gruppo Mazzarri con una classifica infelice e sono stati fatti dei progressi sotto il profilo del gioco e degli interventi per migliorare l'organico. C'è ancora molto da lavorare, l'acquisto del difensore argentino (Federico Fernandez,ndr) è stato fatto in prospettiva e non sarà l'unica l'operazione, perché tutti lavoreranno per migliorare questa squadra".
La piacevole sorpresa del Napoli si chiama Edinson Cavani.
"Nessuno era sicuro che avesse questo tipo di rendimento, però su di lui si puntava molto perché il ragazzo ha delle qualità importanti in campo e anche fuori. L'uruguagio ha grandi qualità morali che si sposano con quelle tecniche".
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