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Albergo rovente

Di Marco Milioni Sabato 6 Luglio 2013 alle 10:50 | 0 commenti

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Tra esposti, denunce di degrado e battibecchi sui media, la querelle dell'ostello per i senza dimora finisce al centro del tavolo della politica del capoluogo mentre il neo-assessore Sala prova la carta della mediazione tra ospiti e il gestore della struttura

Una presenza silenziosa durante il primo consiglio comunale dopo le amministrative di maggio ed un paio di cartelloni in cui si chiede alla giunta di intervenire decisamente per correggere ciò che non funziona all'albergo cittadino.

È stata questa la protesta di Giovanni Licata e Angelo Zanettin che avevano cominciato la loro battaglia a fine maggio con un esposto indirizzato al sindaco Achille Variati e per conoscenza alla prefettura. I tre raccontavano di una «cattiva condizione dello stabile» di finestre che permettono «all'acqua di entrare» durante la pioggia, di maniglie che si staccano, di corrimano dei bagni arrugginiti. E poi si lamentavano delle pulizie che non «avvengono in maniera cadenzata e spesso senza prodotti adeguati». Nell'esposto si narra anche di camere pulite con la stessa acqua con cui si sono lavati i gabinetti sporchi.

L'altra tegola sull'amministrazione (proprietaria con Aim-Amcps dello stabile la cui gestione però è affidata alla coop padovana Cosep) arriva però il 15 giugno quando Licata e Iaconis indirizzano una dettagliata denuncia alla procura della repubblica berica. La vicenda di viale San Lazzaro tra l'altro ha più volte fatto capolino sui media locali anche sul GdV del 4 giugno a pagina 19 dove si era dato conto del caso di scabbia denunciato da una donna lì ospite, nonché su Nv, che aveva invece approfondito alcune circostanze relative alla morte dell'ospite Franco Castagnaro deceduto a fine aprile proprio all'albergo di viale San Lazzaro. Ed è proprio rispetto a questa circostanza che però si è materializzata una novità importante. Sempre gli ospiti Iaconis e Licata a metà giugno infatti hanno inviato alla procura berica un esposto-denuncia nel quale in uno dei passaggi chiave si legge che per Castagnaro, giunto all'albergo in condizioni critiche, una volta a letto, nessun operatore avrebbe fornito adeguata «opera di controllo» il che «sembra discordare con quanto dichiarato» ai media «dal direttore di Cosep Daniele Sandonà». I due in sostanza si domandano se tra il 23 e il 24 aprile, giorno in cui è deceduto l'ospite, siano stati presi tutti gli accorgimenti per evitare il decesso.

Ad ogni modo una prima risposta era giunta proprio da Cosep che per bocca del presidente Daniele Sandonà aveva confutato la tesi dei redattori dell'esposto. Tant'è che su vicenzapiu.com del 15 giugno si legge: «L'ospite disse che non voleva che lo toccassimo e non è caduto durante il tragitto dalla reception alla camera come sostiene qualcuno. Che sia andato in bagno e che sia caduto questo ce l'hanno riferito gli ospiti...». E ancora: «L'orario degli accadimenti va spostato dalle 20 alle 21 e non dalle 21 alle 22. Inoltre l'operatrice Francesca Simonini, lì di turno quella sera, si chiede come abbia potuto Licata vedere tante cose, giacché al limite può aver visto l'androne. Per il resto non ho elementi per dire altro perché non ero lì». Sempre Sandonà però aggiunge un altro dettaglio alla sua versione rammentando che gli operatori avrebbero più volte chiesto all'ospite se intendesse farsi aiutare per chiedere un soccorso medico, cosa che rifiutò.
Di più, Sandonà va oltre e respinge al mittente anche gli addebiti rivolti alla gestione anche in termini di qualità delle prestazioni erogate da Cosep. Parla della volontà della cooperativa di rapportarsi in modo virtuoso con gli ospiti e pone dubbi sulle reali finalità delle iniziative «del signor Licata» del quale tratteggia una possibile situazione di stress determinata dal fatto che è da ben «otto anni» ospite presso le strutture dell'albergo cittadino. E ancora Sandonà descrive Licata come una persona difficile da gestire. E aggiunge: «Dire che non si fa niente per noi è diffamatorio. Noi abbiamo annotato le proposte fatte al signor Licata, proposte tese a trovare soluzioni alternative a questo tipo di permanenza. Proposte fatte tre, accettate nessuna». Licata da parte sua controreplica e in una dettagliata missiva pubblicata sempre su Vicenzapiu.com parla di accuse false e chiede le scuse, riservandosi di adire alle vie legali.

Rimangono però un paio di questioni sospese. Come mai Cosep muove alcuni addebiti a Licata ma non li muove a Zanettin e Iaconis? E soprattutto perché la giunta per tutto questo tempo è rimasta in silenzio? Tant'è che le opposizioni a palazzo Trissino sono in allerta. Pare che a breve verrà chiesta copia del contratto che regola i rapporti tra amministrazione e Cosep. In questo contesto però ci sono alcuni spiragli. «Dopo le nostre proteste - fa sapere Iacinis - gli operatori hanno cominciato a cambiare atteggiamento in alcune piccole cose. Rimane però il problema dei pasti. Che andrebbero scongelati con macchinari professionali mentre invece si usano microonde da hard discount. Il che rende le pietanze, alle volte, delle cose immangiabili». Iaconis poi abbozza un altro problema: «Ci sono persone all'albergo cittadino che lavorano e che se avessero una casa a fitto agevolato potrebbero andarsene. In realtà se uno è single, come il sottoscritto la lista di attesa in previsione di un alloggio a basso prezzo è infinita perché c'è sempre qualcuno che ti passa davanti. E così l'albergo finisce per fungere da discarica sociale perché sotto lo stesso tetto finisce sia chi ha un problema temporaneo, sia il tossicodipendente, sia il nomade che non si lava mai sia l'etilista incallito».

Il neo-assessore Isabella Sala però sottolinea che la questione è tra le prime che saranno al suo stesso vaglio: «A breve incontrerò gli ospiti per capire esattamente i termini delle loro doglianze. Al contempo sto valutando con i tecnici lo stato della situazione. Il settore dei servizi sociali ha molte priorità e l'albergo cittadino è una di quelle». Zanettin, Iaconis e Licata dal canto loro, che hanno esposto alcuni striscioni di protesta sin dalle prime battute del consiglio comunale del 20 giugno, si sono dichiarati lieti dell'approccio mostrato dall'assessore al quale rammentano che sono pronti a rifare l'elenco di ciò che «non funziona». A partire dai gabinetti, spiega Zanettin, «molti dei quali versano in condizioni assai poco decenti».


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Commenti degli utenti

Giovedi 27 Dicembre 2018 alle 17:38 da Luciano Parolin (Luciano)
In Panettone e ruspe, Comitato Albera al cantiere della Bretella. Rolando: "rispettare il cronoprogramma"
Caro fratuck, conosco molto bene la zona, il percorso della bretella, la situazione dei cittadini, abito in Viale Trento. A partire dal 2003 ho partecipato al Comitato di Maddalene pro bretella, e a riunioni propositive per apportare modifiche al progetto. Numerose mie foto del territorio sono arrivate a Roma, altri miei interventi (non graditi dalla Sx) sono stati pubblicati dal GdV, assieme ad altri come Ciro Asproso, ora favorevole alla bretella. Ho partecipato alla raccolta firme per la chiusura della strada x 5 giorni eseguita dal Sindaco Hullwech per sforamento 180 Micro/g. Pertanto come impegno per la tematica sono apposto con la coscienza. Ora il Progetto è partito, fine! Voglio dire che la nuova Giunta "comunale" non c'entra più. L'opera sarà "malauguratamente" eseguita, ma non con il mio placet. Il Consigliere Comunale dovrebbe capire che la campagna elettorale è finita, con buona pace di tutti. Quello che invece dovrebbe interessare è la proprietà della strada, dall'uscita autostradale Ovest, sino alla Rotatoria dell'Albara, vi sono tre possessori: Autostrade SpA; La Provincia, il Comune. Come la mettiamo per il futuro ? I costi, da 50 sono saliti a 100 milioni di € come dire 20 milioni a KM (!) da non credere. Comunque si farà. Ma nessuno canti Vittoria, anzi meglio non farne un ulteriore fatto "partitico" per questioni elettorali o di seggio. Se mi manda la sua mail, sono disponibile ad inviare i documenti e le foto sopra descritte. Con ossequi, Luciano Parolin [email protected]
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