Al posto delle banche islandesi fallite in pancia a 4.959 clienti della BPVI un suo subordinato: incassabile nel 2018... Lo svela Il Sole 24 Ore
Sabato 19 Dicembre 2015 alle 11:39 | 0 commenti
Da Il Sole 24 Ore
Quattro polizze index linked, emesse tra il 2005 e il 2006, per un controvalore di circa 60 milioni di euro, sottoscritte da 4.959 clienti. Nella "pancia" di tali prodotti finanziari c'erano bond di banche islandesi fallite nel 2008. Gli investitori delle quattro polizze targate Berica Vita e Cattolica Life erano tutti clienti della Popolare di Vicenza: le due compagnie all'epoca erano al 100% dell'istituto di credito vicentino che collocò le index linked attraverso i suoi sportelli. Le polizze sono: Berica 3, 4 e 6 e NewLife Borsa 36 Fair Value Memory (vedi tabella su Il Sole 24 Ore di oggi, sabato 19 dicembre, ndr).
Nel 2007, azionista di controllo delle due compagnie divenne Cattolica Assicurazioni. La Popolare di Vicenza rimase con una rilevante quota all'interno e, nel 2011, si fece carico di sostituire le polizze legate ai bond islandesi con un'altra obbligazione; un'operazione realizzata in quel periodo da numerose banche e compagnie italiane. Altri istituti, come per esempio Cariparma, hanno sostituito però quelle polizze index con obbligazioni senior con un livello di sicurezza maggiore per i risparmiatori. L'istituto vicentino, invece, al posto dei bond islandesi ha inserito un proprio bond subordinato lower tier II, zero coupon (senza cedole) con rimborso al 2018 sopra la pari (a 105).
I bond subordinati non sono il "male assoluto", allo stesso tempo i clienti della Vicenza che hanno quasi tutti aderito all'offerta (il 98,8%), forse si sarebbero aspettati a livello di sicurezza lo stesso trattamento di quelli di Cariparma e di altri istituti che hanno seguito tale strada.
Come mai allora la scelta di un bond subordinato? «Dopo il default delle banche islandesi del 2008, la Popolare di Vicenza - fanno sapere dall'istituto vicentino - ha costantemente seguito l'evolversi della procedura fallimentare e in prossimità della scadenza delle polizze nel 2011, in assenza di risposte e tempi certi di risoluzione, con l'obiettivo di tutelare gli investitori, scelse di proporre ai clienti un'operazione che permettesse loro di recuperare quanto investito, in un ragionevole periodo di tempo, attraverso la sostituzione della polizza con la sottoscrizione di un proprio titolo obbligazionario con un rendimento significativamente superiore a quello di mercato. Pertanto, date le caratteristiche dell'operazione e in coerenza con l'alto rendimento richiesto, fu deciso di utilizzare un prestito subordinato emesso da Popolare di Vicenza». Nella risposta viene specificato anche che l'operazione di scambio fu realizzata con la vigilanza delle authority.
Tutto legittimo e in linea con la normativa. Resta però la scelta di un bond subordinato invece del "senior". Come si fa a dire che l'operazione ha come obiettivo di consentire di recuperare quanto investito se il sostituto della polizza index legata ai bond islandesi è un "subordinato", che ha caratteristiche di rischio molto elevate rispetto ai bond tradizionali? Da segnalare che nel regolamento del prestito obbligazionario in questione, alla voce "garanzie", viene specificato che «le obbligazioni non sono assistite dalla garanzia del Fondo interbancario di tutela dei depositi».
«È incomprensibile che la Popolare di Vicenza abbia sostituito le polizze index collegate ai bond islandesi con un subordinato, investimento rischioso e che non garantisce il capitale», afferma Andrea Cattapan, analista dell'ufficio studi di Consultique, società di consulenza indipendente. L'interrogativo dunque resta: senza dimenticare che grazie al "subordinato" è stata allungata la scadenza: le polizze scadevano nel 2011 o 2012, mentre il bond chiuderà i battenti nel 2018 .
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