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Aim Bonifiche, Colla: con sentenza del Tar per noi non cambia niente, pronti a vendere

Di Pietro Rossi Venerdi 15 Maggio 2015 alle 03:03 | 0 commenti

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C'era una volta un posto in cui si lavoravano rifiuti speciali e pericolosi, la vista di Piazza San Marco oscurata dalle ciminiere e a qualche chilometro le autostrade in cui veniva sepolto altro materiale altamente pericoloso. Siamo in Via Righi, 10, Porto Marghera (Venezia). La sede di Aim Bonifiche. Un'area che è stata oggetto di una delle più intricate vicende di speculazione e truffa che riguardano il pubblico e il privato.

Riassumere tutta la storia è complesso. La vicenda risale al 2005 quando Aim, azienda multiservizi vicentina, acquista la società Servizi Costieri per 5,5 milioni di euro. Una società in pieno passivo e sottoposta a sequestro che si occupa di smaltimento rifiuti pericolosi e non. L'acquisto avviene alla luce del sole ma nessuno si accorge che è stata acquistata una scatola vuota, anzi, avvelenata, per meri fini speculativi. Da qui parte una girandola di trasferimenti di denaro, con acrobazie elusive degne di un equilibrista e spese che causano un rosso nelle casse di Aim quantificato in 15 milioni di euro (stima parziale perché in tribunale è parlato di 43 milioni di danni). Molti processi, attività chiusa per anni e il cerino nelle mani dell'attuale amministrazione comunale, ereditato da quella precedente. Il sito messo in vendita fin dal 2011, nessun compratore, tutto paralizzato. Ma poi arriva una sentenza del Tar che in qualche modo sblocca i giochi. La sentenza, in sostanza, dice che quell'aerea può essere destinata anche ad attività industriali e commerciali.

«Con questa sentenza per noi non cambia niente, tutto quello che dovevamo fare è stato fatto - spiega l'amministratore unico Paolo Colla - adesso è tempo di vendere». E, a quanto pare, il momento è buono, anche grazie al Tar. Ma vendere a chi? E soprattutto a quanto? «C'è un grosso gruppo industriale privato che sembra essere interessato - aggiunge Colla - chiaro non c'è ancora chiarezza sulla destinazione urbanistica, il Comune di Venezia è ancora commissariato e non c'è una visione unitaria, ma le elezioni sono alle porte e poi dipenderà dalle disposizioni». Sul prezzo, invece, la vera sfida è di riuscire a piazzare l'area per 7 milioni di euro. La sentenza del Tar - arrivata a rispondere su di un'istanza presentata 16 anni or sono proprio da Servizi Costieri - dal punto di vista ambientale sancisce un diktat che non fa altro che seguire una politica intrapresa da tempo dall'amministrazione veneziana: basta trattare rifiuti speciali e pericoli a Marghera. Il trend, oggi, è quello della riconversione. Un trend che non è difficile pensare sia anche quello della Regione, tanto più che siamo in piena campagna elettorale (sia Regionali che per il Comune di Venezia, attualmente commissariato). Tanta speculazione e sporcizia a Marghera, considerata dalla UE come una delle zone più contaminate d'Europa. Un posto in cui gli impianti brulicavano come mosche su un cadavere. E in cui, da anni, si sta provvedendo ad una difficile e lenta bonifica. Quasi tutti gli impianti sono oramai totalmente dismessi, anche se sono rimasti scarti e scorie di lavorazione ancora da sistemare.

La piattaforma di Aim Bonifiche ufficialmente è "un impianto di stoccaggio rifiuti speciali pericolosi e non pericolosi", la classificazione "peggiore" nella scala stilata dei rifiuti stilata dal Ministero dell'Ambiente. Questo luogo ora è stato risanato, con un costo di circa 3 milioni di euro. Un risanamento previsto dalla legge. Un compito che Aim ha assolto completamente. La zona è pronta per essere venduta e una sentenza che in pratica sancisce che in quel posto non ci sarà mai più un trattamento di rifiuti, apre ora diversi scenari. Il ricorso, infatti, voleva impedire che l'area fosse destinata a qualcosa di diverso dalla lavorazione e dal trattamento scarti, attività al tempo molto redditizie.

Per un ritardo così enorme nell'esprimere un parere viene da pensare che le intricate vicende giudiziarie c'entrino qualcosa. Viene da pensare che stabilire che quella può anche essere una "zona di riconversione", quindi destinata al verde urbano come all'uso commerciale o industriale, capiti proprio a fagiolo prima di una transazione economica attesa da anni. .«Una delle ipotesi accreditate è la destinazione di quell'area per l'attracco delle grande navi», specifica Colla, confermando che Aim «ha già avuto due o tre richieste di acquisti, ma è chiaro che comprare adesso per qualcuno sarebbe una sfida, una speculazione nella previsione di poi rivendere a prezzo più alto se la destinazione fosse commerciale». Certo è che, fatti i conti, anche se si realizzasse una vendita, questa non ripagherebbe tutto il "buco" che hanno dovuto pagare i cittadini. Di sicuro si annusa però un clima quantomeno di approdo di tutta vicenda. Oltre alla sentenza del Tar, infatti, in questi ultimi mesi, dopo anni di sonno, l'affaire Marghera si è risvegliato. Ad aprile la Cassazione ha tolto alla Corte dei Conti la decisioni di stabilire se il danno patrimoniale dell'operazione illecita sia a carico degli amministratori in carica al tempo dei fatti. Chi deve pagare quei 15 milioni? La decisione ora spetta al tribunale civile di Vicenza, ma forse anche a qualche piano economico che sta aspettando il momento giusto.

 


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Giovedi 27 Dicembre 2018 alle 17:38 da Luciano Parolin (Luciano)
In Panettone e ruspe, Comitato Albera al cantiere della Bretella. Rolando: "rispettare il cronoprogramma"
Caro fratuck, conosco molto bene la zona, il percorso della bretella, la situazione dei cittadini, abito in Viale Trento. A partire dal 2003 ho partecipato al Comitato di Maddalene pro bretella, e a riunioni propositive per apportare modifiche al progetto. Numerose mie foto del territorio sono arrivate a Roma, altri miei interventi (non graditi dalla Sx) sono stati pubblicati dal GdV, assieme ad altri come Ciro Asproso, ora favorevole alla bretella. Ho partecipato alla raccolta firme per la chiusura della strada x 5 giorni eseguita dal Sindaco Hullwech per sforamento 180 Micro/g. Pertanto come impegno per la tematica sono apposto con la coscienza. Ora il Progetto è partito, fine! Voglio dire che la nuova Giunta "comunale" non c'entra più. L'opera sarà "malauguratamente" eseguita, ma non con il mio placet. Il Consigliere Comunale dovrebbe capire che la campagna elettorale è finita, con buona pace di tutti. Quello che invece dovrebbe interessare è la proprietà della strada, dall'uscita autostradale Ovest, sino alla Rotatoria dell'Albara, vi sono tre possessori: Autostrade SpA; La Provincia, il Comune. Come la mettiamo per il futuro ? I costi, da 50 sono saliti a 100 milioni di € come dire 20 milioni a KM (!) da non credere. Comunque si farà. Ma nessuno canti Vittoria, anzi meglio non farne un ulteriore fatto "partitico" per questioni elettorali o di seggio. Se mi manda la sua mail, sono disponibile ad inviare i documenti e le foto sopra descritte. Con ossequi, Luciano Parolin [email protected]
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