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Aggressioni autobus, FILT CGIL: sicurezza da sola non basta, cambiamento culturale

Di Edoardo Andrein Giovedi 20 Novembre 2014 alle 14:49 | 0 commenti

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La FILT CGIL regionale interviene sul tema aggressioni del personale adibito a controllo dei titoli di viaggio e del personale di guida. “Servono più mezzi e più strumenti a disposizione per non ritenere che le sole politiche di sicurezza, senz’altro necessarie, permettano la soluzione di problema sociale complesso” afferma Ilario Simonaggio Segretario generale Filt CGIL Veneto che aggiune: “serve un radicale cambiamento culturale di fronte ai costi dei servizi pubblici”.

Di seguito una nota diffusa dalla FILT CGIL sul problema:

In questo anno, c’è stata una crescita in tutto il territorio veneto, indifferenziata rispetto al mezzo (bus, treno, vaporetto) di aggressioni, anche violente al personale addetto al controllo dei titoli di viaggio.

A monte c’è una maggiore attività di controllo delle aziende rispetto al passato che prova a ridurre il negativo fenomeno della evasione, che pesa sulle casse pubbliche e sul conseguimento del pareggio di bilancio delle aziende stesse.

Siamo consapevoli che c’è uno zoccolo duro e non piccolo, di utenti, che hanno viaggiato gratis in molte circostanze e situazioni e che non hanno nessuna volontà automatica di cambiare registro rispetto alle abitudini consolidate. Non ci piace nessun messaggio (servizio scadente) che giustifichi questa condotta. Gli utenti che diligentemente pagano i servizi non né possono più di accettare misere giustificazioni e ancor meno di farsi carico di pagare una quota maggiore per coloro che ritengono valgano solo “diritti”.

Siamo quindi convinti che le aziende e le Istituzioni devono assumere le iniziative necessarie e urgenti per garantire il servizio, il corretto pagamento del titolo di viaggio, la sicurezza personale degli operatori professionali e dei passeggeri. Siamo convinti che sia necessario mettere in condizione di non nuocere all’interesse generale e contrastare  chiunque abbia comportamenti arroganti, minacciosi, violenti, di sopraffazione e alterazione dei propri doveri.

I casi di violenza possono essere ridotti creando maggiore consapevolezza tra i soggetti coinvolti: aziende, dipendenti, clienti, istituzioni. La strategia di prevenzione deve includere una campagna di “tolleranza zero” per questo genere di episodi.

I casi di violenza verso il personale devono essere raccolti in appositi report che vanno opportunamente monitorati nel tempo, e non in modo occasionale, per valutare le misure di contrasto.

Il personale deve essere opportunamente formato per riconoscere, gestire e smorzare le situazioni che possono degenerare in aggressioni.

Deve esserci una stretta collaborazione tra imprese e autorità di controllo per agire sulla prevenzione, anche assumendo le molte buone pratiche adottate da altre aziende in Europa.

Va data maggiore attenzione alle richieste dei pendolari organizzando periodici incontri con le loro associazioni, le imprese e i dipendenti.

Aziende, Istituzioni, famiglie, educatori, politici sono chiamati ad un compito di gran lunga più impegnativo nel tempo delle sole politiche della sicurezza attiva e passiva, senza le quali la sicurezza è monca e decisamente insufficiente e inefficace.

Il tema della cultura della convivenza civile e sociale riguarda il triste seminato di questi anni, di molti politici anche veneti, sui doveri dei cittadini di fronte alle tasse o alle obbligazioni economiche dovute al pagamenti di servizi pubblici.

Educazione e cultura della legalità non hanno né scorciatoie né vie brevi. Ma soprattutto non hanno valide alternative. Certo che servono buoni maestri e buoni esempi in cui il rispetto della cosa pubblica è bene comune nazionale.

Serve che i politici la smettano di parlare alla pancia delle persone per raccattare qualche voto, aizzando in modo semplicistico i “penultimi” contro gli “ultimi”. Gli stessi che in taluni casi veneti sono stati protagonisti di indecenti fatti di corruzione, raccomandazione, violazione delle norme.

I casi segnalati in Veneto dai report aziendali, nel 2013 e 2014, ci fanno comprendere che il mancato pagamento del titolo di viaggio è uniforme tra le classi sociali, generazionali, colore, genere, territoriali. Senza distinzione particolare si tratta di comportamenti  sociali accettati come lo è tuttora l’equazione del “furbetto” che non paga le tasse. Dovremo cambiare atteggiamento e cultura in fretta per essere credibili sul pretendere comportamenti consoni alla coesione sociale europea.

Cambiare registro è una necessità sociale, oltre che economica, imparando dai paesi d’oltralpe dove il pagamento del titolo di viaggio è fatto in modo facile e automatico dal cittadino consapevole dei propri diritti e dei doveri.

Infine si devono  prevenire queste situazioni di tensioni e violenze attraverso una condizione leale del corrispettivo del titolo di viaggio. Un piano straordinario di nuovi mezzi (bus, treni, vaporetti), minori condizioni di sovraffollamento, qualità del servizio a bordo e a terra, facilità di pagare e riscuotere il dovuto, sistemi di bigliettazione elettronica  automatica e interoperabile, biglietto unico regionale, diffusione della carta dei servizi e dei diritti e doveri dell’utenza, dei contratti di servizio che regolano l’erogazione del trasporto pubblico locale sono tante azioni positive che favoriscono conoscenza e educazione. Esse servono ad affermare che esistono regole e condizioni accettabili di servizio a fronte del pagamento del titolo di viaggio.

In definitiva serve operare su più fronti e cause del fenomeno, tutte necessarie ed importanti, per rimuovere questa inaccettabile condizione di insicurezza che riguarda tutta la nostra società.

Leggi tutti gli articoli su: cgil, Filt Cgil, Ilario Simonaggio

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Giovedi 27 Dicembre 2018 alle 17:38 da Luciano Parolin (Luciano)
In Panettone e ruspe, Comitato Albera al cantiere della Bretella. Rolando: "rispettare il cronoprogramma"
Caro fratuck, conosco molto bene la zona, il percorso della bretella, la situazione dei cittadini, abito in Viale Trento. A partire dal 2003 ho partecipato al Comitato di Maddalene pro bretella, e a riunioni propositive per apportare modifiche al progetto. Numerose mie foto del territorio sono arrivate a Roma, altri miei interventi (non graditi dalla Sx) sono stati pubblicati dal GdV, assieme ad altri come Ciro Asproso, ora favorevole alla bretella. Ho partecipato alla raccolta firme per la chiusura della strada x 5 giorni eseguita dal Sindaco Hullwech per sforamento 180 Micro/g. Pertanto come impegno per la tematica sono apposto con la coscienza. Ora il Progetto è partito, fine! Voglio dire che la nuova Giunta "comunale" non c'entra più. L'opera sarà "malauguratamente" eseguita, ma non con il mio placet. Il Consigliere Comunale dovrebbe capire che la campagna elettorale è finita, con buona pace di tutti. Quello che invece dovrebbe interessare è la proprietà della strada, dall'uscita autostradale Ovest, sino alla Rotatoria dell'Albara, vi sono tre possessori: Autostrade SpA; La Provincia, il Comune. Come la mettiamo per il futuro ? I costi, da 50 sono saliti a 100 milioni di € come dire 20 milioni a KM (!) da non credere. Comunque si farà. Ma nessuno canti Vittoria, anzi meglio non farne un ulteriore fatto "partitico" per questioni elettorali o di seggio. Se mi manda la sua mail, sono disponibile ad inviare i documenti e le foto sopra descritte. Con ossequi, Luciano Parolin [email protected]
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