Aggregazione Fiera di Vicenza, Forza Italia contraria: "conferimento a Rimini di una nostra proprietà"
Mercoledi 26 Ottobre 2016 alle 10:57 | 1 commenti
Di seguito pubblichiamo l'intervento di Roberto Cattaneo, capogruppo di Forza Italia, sull'aggregazione della Fiera di Vicenza, che per mancanza di tempo non è stato concesso durante il Consiglio comunale
Signor Presidente del Consiglio, Signor Sindaco, Signori componenti della Giunta. Egregi colleghi il primo dato che appare da tutta questa vicenda, per molti versi sconcertante la qual cosa fa si che il mio augurio, non solo a questo Consiglio ma alla Città di Vicenza, reale proprietaria di circa il 33% della Fiera spa, è che vi siano coloro che, avendone l’autorità , prendano a cuore questa “fusioneâ€, che fusione non è, e mettano in luce ogni pur minimo aspetto di questo accordo insolito e a mio giudizio negativo per la nostra comunità .Non è, come lascia intendere l’atteggiamento della stessa Fiera di Vicenza, e la Amministrazione Variati, una operazione svolta tra soggetti pari ma semplicemente una consegna, un conferimento a Rimini di una nostra proprietà .
Conferimento avvenuto molto in sordina e solo dopo che il tutto era stato concordato, al ribasso, la cosa è stata portata alla pubblica attenzione e rapidamente trasferita al Consiglio Comunale per un voto di avvallo ad una operazione che, come ho già detto, presenta non pochi lati in ombra. La nostra ormai ex Fiera, frutto dell’impegno e della volontà oltre che del sacrificio delle passate generazione, viene consegnata ad una nuova società dove entra con un modesto 19% a fronte dell’altro soggetto, Rimini, che appunto rappresenta un notevole peso: l’81%-
Ora appare che l’accordo preveda una direzione generale affidata al direttore della Fiera di Vicenza dott. Facco e una vice presidenza all’attuale presidente dott. Matteo Marzotto e vi sarà spazio nel Consiglio di Amministrazione del nuovo soggetto per un secondo componente vicentino che, almeno formalmente dovrebbe essere indicato dalla Amministrazione Provinciale, retta dal sindaco di Vicenza o dalla Camera di Commercio. Manterremo le nostre mostre, almeno così pare e probabilmente così sarà per alcuni anni, ma non potremo più vantarci della Fiera di Vicenza, perché il nostro nome scompare. E stando così le cose, sui numeri e sulle percentuali, non passerà molto che scomparirà anche qualche altra cosa. Se, come pare, il nuovo soggetto fieristico approderà in Borsa l’assetto strutturale subirà sicuramente delle variazioni. In questo caso il prezzo, visto il rapporto negativo che presenta oggi la Fiera di Vicenza con un debito pesante, lo pagherà proprio la quota vicentina. E’ nella natura della società squilibrate nei numeri che questo accada. Mentre la Fiera di Rimini oltre la maggioranza assoluta del Consiglio di Amministrazione mantiene alla Presidenza l’attuale presidente e lo incarica anche di essere l’Amministratore Delegato. Quindi in assoluto il n. 1. Ma ora viene indispensabile conoscere il perché veritiero di tutto questo e non quello fino ad ora distribuito a piene mani sotto forma di una eccezionale occasione di sviluppo della Fiera. Noi sappiamo che vi è un pesante debito contratto con la Banca Popolare di Vicenza che con i modesti risultati di questi anni non sarebbe possibile sanare facilmente. Una Banca che, pur avendo cambiato struttura, rimane pur sempre la creditrice nei confronti della Fiera. E che in questo contratto abbia il suo peso la Banca lo ha dimostrato con la nomina, da parte proprio del socio riminese, di essere una dei due advisors. Una Banca che nel momento della nomina vedeva sedere il CdA proprio il presidente Matteo Marzotto. Ma non è la sola strana coincidenza che dà un sapore casalingo a tutta questa operazione. Tanto per completare il quadro anche il secondo advisor, cioè KPMG ha un ben preciso rapporto con la Popolare vicentina, della quale è la Società di Revisione dal 24/04/2010. Certamente nulla di illegale ma nemmeno nulla di gradevole. Se, come è cosa logica pensarlo, nella trattativa tra le due Fiere è stato tenuto conto del debito che la Fiera di Vicenza ha con la Popolare , si parla di 40 milioni di euro, è più che normale che accadano due cose, che appunto sono accadute .
La prima che il creditore intenda essere parte attenta della nuova trasformazione societaria, la seconda che la Fiera di Vicenza nel trasferire un tale debito al nuovo soggetto debba accettare condizioni tali da metterla letteralmente in ginocchio.
Le nomine annunciate sono solo un tentativo di fornire alla opinione pubblica un mantello per celare che in realtà il re è nudo.
Non è assolutamente possibile accontentarsi delle dichiarazioni di questa Amministrazione che almeno avrebbe dovuto, assai per tempo, cercare di approfondire le motivazioni che hanno portato alcuni consiglieri riminesi a produrre un pesante esposto alla Corte dei Conti.
La grande quantità di documenti gettati sui banchi del Consiglio all’ultimo momento sono la dimostrazione di un lungo e macerante lavoro svoltosi nel chiuso dei palazzi. Ed ora, con pochi giorni a disposizione si pretende che questo Consiglio si pronunci la dove è stato tutto fatto e tutto deciso. Una decisione che sempre più chiaramente appare come una svendita ma se questa è avvenuta per via dei risultati, quelli veri, della Fiera di Vicenza gravata da un debito insostenibile, non vedo perché i soggetti principali che hanno gestito in questi ultimi anni la nostra ormai ex Fiera debbano essere premiati come se fossero stati quasi degli eroi.
Non lo sono stati per niente . Questa decisione meritava ben altro approfondimento e coinvolgimento di quanto non sia avvenuto. E’ una scelta che segna pesantemente il futuro della nostra città e del territorio vicentino. In queste condizioni non è possibile esprimere un voto favorevole perché questo significa avvallare una operazione per nulla credibile e per nulla trasparente.
Pertanto il voto sarà nettamente contrario.
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