Affari a 360 gradi
Domenica 1 Aprile 2012 alle 19:53 | 0 commenti
Da VicenzaPiù n. 231
Nella trattativa col comune di Vicenza per la vendita della caserma alla "Rocchetta" spuntano i nomi di Pablito, Salvi e soprattutto della famiglia Pigato la quale in sala Bernarda ha un consigliere comunale nella civica di Claudio Cicero che sostiene la maggioranza di centrosinistra. E sul possibile conflitto di interessi la giunta intanto tace
«L'ex caserma della Guardia di Finanza si tinge di giallo. Non è il nuovo colore delle pareti, ma la descrizione della situazione che sta coinvolgendo l'edificio che sorge in contrà Mure della Rocchetta. La struttura sulla carta è stata venduta dal comune di Vicenza all'immobiliare Gorizia lo scorso anno per una cifra di circa due milioni di euro.
Ma l realtà è ben diversa: dell'intera somma sono arrivati solamente 100mila euro e prima di saldare il conto sembra che i privati siano intenzionati a capire quale sarà effettivamente la destinazione d'uso dell'immobile». Così scriveva il GdV il 2 marzo 2012 a pagina 20.
La vicenda la sintetizza lo stesso quotidiano: «L'edificio è uno dei fiori all'occhiello di Vicenza, nonostante da anni sia inutilizzato. L´ex caserma si trova all'interno della cinta muraria e può contare su 890 metri quadrati coperti e altrettanti scoperti. Ai quali si aggiungono altri 636 della palazzina vicina. Il Comune decise di vendere lo stabile nell'aprile del 2010, dopo che barboni e sbandati ne avevano fatto il proprio ostello abusivo. Fu quindi inserito nel piano delle alienazioni per una cifra di 2,5 milioni di euro. E dopo poco tempo, inizio 2011, l'offerta dei privati arrivò a palazzo Trissino... Da quando è stato firmato il preliminare, però, la trattativa è in fase di stallo. Gli interessi si scontrano. Da una parte il comune vuole tutelare una zona importante del centro storico, optando per la realizzazione di appartamenti, ma dall´altra i proprietari vorrebbero utilizzare le stanze creando residenze, ma anche uffici e negozi. Le discussioni stanno andando avanti da tempo. E al momento, dopo quasi un anno dalla vendita dell'immobile, palazzo Trissino e i privati non sono giunti all'accordo...». Sempre il quotidiano di via Fermi sottolinea che le «conseguenze potrebbero essere pesanti per le casse del Comune. La peggiore delle ipotesi è che i privati decidano di lasciare perdere lo stabile e non proseguire con l'acquisto. Di seguito si lascia spazio ad un commento dell'assessore al patrimonio Massimo Pecori dell'Udc: «Al momento abbiamo ottenuto solamente i 100 mila euro della caparra che sono stati consegnati dall'immobiliare quando è stato sottoscritto il preliminare. Tuttavia non sono arrivati altri soldi perché i privati devono definire la destinazione d'uso». Un ultimo l'autore del servizio fa una considerazione che getta una luce sinistra sull'esecutivo di centrosinistra: «... il comune, con una delibera di giunta, decise di aderire all'aumento di capitale dell'autostrada Serenissima con due milioni di euro. Soldi ricavati proprio dalla vendita della vecchia caserma della Guardia di finanza. Quei soldi, però, ancora non ci sono».
L'articolo è stato notato sia nei ranghi della maggioranza sia in quelli dell'opposizione di centrodestra. E soprattutto è stato notato in giunta giacché i boatos di palazzo parlano di imbarazzi e silenzi stampa imposti dall'entourage del sindaco Achille Variati sia agli assessori competenti sia ai membri più inflenti della maggioranza di centrosinistra che qualche cosa da dire ce l'avrebbero.
Anzitutto ci sono le parole di Pecori: «...Tuttavia non sono arrivati altri soldi perché i privati devono definire la destinazione d'uso». La legge spiega che è l'ente pubblico a stabilire la destinazione d'uso delle aree. Si tratta di un abbaglio di Pecori o l'assessore ha fatto un ragionamento più ampio ed articolato che per ragioni di spazio non è stato possibile riportare in toto? Ma perché poi i fedelissimi del primo cittadino gli avrebbero chiesto di silenziare malumori e mal di pancia che comunque sarebbero nati attorno alla vicenda?
Una risposta potrebbe venire da una radiografia del soggetto col quale l'amministrazione ha avviato la trattativa. Nel dettaglio si tratta della Immobiliare Gorizia srl con sede a Vicenza nella omonima via. Secondo il database di Cerved.com la società è controllata al 60% da Astera srl, al 20% da Angelo Gianfranco Martini e sempre al 20% da Oscar Lovison. Quest'ultimo è un architetto noto alle cronache anche per la querelle con Italia Nostra per la vicenda di Villa Madonna a Monte Berico, per l'affaire Lanerossi e per altre controversie urbanistiche. Ognuna delle tre quote però è in pegno alla Banca Popolare di Vicenza.
Se poi si prosegue nella filiera societaria il database di Cerved.com, evidenzia che Astera srl ha un consiglio di amministrazione costituito da vip e personaggi assai noti. Il presidente del cda infatti è Paolo Rossi, capocannoniere ai mondiali di calcio del 1982 in Spagna. L'amministratore delegato è un altro calciatore molto noto a Vicenza: Giancarlo Salvi, classe 1945. Come membro del cda figura poi il barone del calcestruzzo berico Romano Pigato, dominus del Gruppo Vibeton con cariche in una quindicina di società tra attive o cessate. L'elenco dei soci di Astera vede ancora Rossi, Salvi e Pigato con un terzo delle quote pro-capite. Quote che però sono sempre in pegno alla BpVi.
Tant'è che in maggioranza i mal di pancia si sono moltiplicati. L'ala del Pd più distante da Variati teme che qualora la giunta addivenisse ad un accordo «assai morbido» coi privati «per quanto incanalato nel binario della legalità », l'accordo medesimo potrebbe essere percepito alla stregua di un trattamento troppo bonario nei confronti di una parte politica in potenziale conflitto di interessi. Il figlio di Romano Pigato infatti, si chiama Domenico, siede in consiglio comunale tra i banchi della maggioranza nella civica "360 gradi" capitanata dal consigliere Claudio Cicero con delega alla mobilità . La figlia di Cicero Elisa, fra l'altro, come riporta il GdV del 10 dicembre 2011 a pagina 14, è la moglie di tale Giuliano Pigato: il quotidiano però non spiega se il marito della signora sia o meno imparentato col tycoon della Vibeton. Epperò l'avvicinarsi delle amministrative del 2013 ha messo in allarme un pezzo della maggioranza che teme l'effetto boomerang della vicenda.
Rimangono poi in sospeso la questione della destinazione d'uso e quella più delicata del bilancio. L'aver messo da parte una somma per l'aumento di capitale della A4, senza averla in disponibilità , è una pratica corretta o meno? Le cose stanno veramente così? Le eventuali pressioni sulla giunta per una soluzione del problema più consona ai desiderata della Immobiliare Gorizia possono giustificarsi con la necessità di un progetto nato non con i quattrini dei proponenti ma con un prestito bancario? Chi scrive ha cercato l'assessore al bilancio Umberto Lago (Pd) per un commento, senza però ottenere risposta.
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