Acqua e nucleare, ora dipende da noi
Domenica 17 Aprile 2011 alle 23:17 | 0 commenti
Sebbene si tenda a tenerlo nascosto, il referendum si avvicina, e sarà compito di ognuno di noi decidere riguardo al nostro futuro, in fatto di energia e servizi
Si parla davvero poco dei referendum del prossimo 12 giugno, nonostante siano di grande importanza le questioni sulle quali gli italiani sono chiamati a decidere: le modalità di gestione del servizio idrico, ultima norma approvata dal governo Berlusconi e il progetto di reintroduzione dell'energia nucleare in Italia, con la costruzione di dieci nuovi reattori che porterebbero ad una produzione di energia tramite il nucleare pari al 25% del totale.
Il primo punto del prossimo referendum riguarda l'abrogazione della Legge 133/2008, relativa alla privatizzazione dei servizi pubblici di rilevanza economica, che ha lo scopo di stabilire come modalità ordinarie di gestione del servizio idrico l'affidamento a privati o a società dal capitale misto, nelle quali il privato detenga almeno il 40%. Il referendum inoltre propone l'abrogazione di parte del Decreto Legislativo 152/2006, in particolare quella che consente al gestore di ottenere profitti garantiti sulla tariffa, caricando sulla bolletta dei cittadini un 7% a remunerazione del capitale investito, senza alcun collegamento a qualsiasi logica di reinvestimento per il miglioramento qualitativo del servizio.
Il governo, non potendo annullare il referendum, ha cercato una via alternativa per comportarne il fallimento scoraggiando i cittadini ad andare alle urne. Il Ministro degli Interni Roberto Maroni dicendo "no" all'election day, ovvero all'accorpamento delle amministrative di primavera con il referendum, ha condannato il referendum stesso ad un insuccesso annunciato, causa mancato raggiungimento del quorum. L'accorpamento del voto avrebbe anche consentito il contenimento della spesa pubblica, con un risparmio fino a 400 milioni di euro. E veniamo al nucleare. A parte il rischio di incidenti, un altro grande problema è quello delle scorie, poiché nessun paese ha ancora trovato una soluzione definitiva per la loro eliminazione. Il nucleare, inoltre, è destinato all'esaurimento, e anche per questo i costi che ne comportano la gestione e lo smantellamento sono tali da richiedere la compensazione dello Stato attraverso tasse e imposte.
Da vicenzaPiù e Ovest-Alto Vicentino n. 211
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