Acqua, Conte: due si ai quesiti referendari di giugno
Giovedi 26 Maggio 2011 alle 18:17 | 0 commenti
Maurizio Conte, Regione del Veneto - Sulla prima e sulla seconda scheda referendaria io voterò SI. Sul primo quesito, relativo alle modalità di affidamento con gara a privati dei servizi pubblici di rilevanza economica e sul secondo, quello che vuole la cancellazione delle norme inserite dall'allora compagine dell'ex Premier Prodi sulla quantificazione tariffaria del servizio idrico integrato basata sull'adeguata remunerazione del capitale investito, non ho dubbi, scriverò SI.
La filosofia con cui si erano impostati i decreti legge sulla gestione idrica ha un obiettivo molto chiaro e cioè quello di mettere in competizione una pluralità di candidati gestori, ma, in Veneto, la risorsa acqua è concepita come un elemento prezioso, proprio per questo, da almeno 10 anni si sta cercando di affrontare la questione del rapporto tra disponibilità idrica e fabbisogno. Fin dal 1989 (legge 183) si sono sviluppate direttive e norme, comunitarie, statali m anche regionali, che hanno dato luogo ad azioni concrete da parte delle regione, tese a tutelare la risorsa idrica disponibile e razionalizzare gli usi della stessa. Infine, con l'adozione e approvazione del Piano di tutela delle acque (PTA) la Regione Veneto ha fissato un chiaro ed efficace quadro normativo che consente di pianificare l'ottimale gestione delle acque. Son convinto che l'acqua sia un bene vitale e come tale non può essere soggetto a logiche di mercato o di speculazione, ma deve essere garantito a tutti con la stessa quantità , qualità e fruibilità ; pertanto, la partecipazione del privato non può prescindere dalla garanzia del controllo pubblico. Se parliamo di investimenti per interventi che con risorse pubbliche non riusciamo a realizzare, di investimenti che garantiscono una rete acquedottistica adeguata e che non disperda la preziosa risorsa, penso che un dialogo possa esserci con i privati, sotto questo punto di vista si può anche studiare l'inserimento di un'ottica imprenditoriale, la finalità rimane però quella dell'utilità pubblica del servizio. Il popolo Veneto ha dimostrato una fortissima sensibilità per la gestione dell'acqua ha mostrato una fortissima sensibilità per la gestione dell'acqua. La regione vuole avere un reale potere decisionale, di fronte al rischio che società straniere possano farla da padrone nelle nostre gare per la gestione abbiamo la necessità di rendere competitivi i gestori del sistema idrico. Per quanto riguarda poi la tariffa, in prospettiva l'obiettivo è di arrivare ad una tariffa unica regionale per l'acqua, nella quale possa essere inserita anche una quota per il costo del deflusso per le acque meteoriche dai centri urbani, per dotare gli enti locali delle risorse per gli interventi necessari. Insomma, non servirebbero referendum, gli amministratori della nostra Regione e del Governo centrale hanno già ricevuto il mandato dai propri elettori per poter decidere anche in merito alla questione acqua, dove, ribadisco il controllo dovrà rimanere pubblico; la politica ha il dovere di fare questa scelta che in questo caso dovrà essere anche di risparmio.
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