Acqua, Cazzola (Sel): è bene comune e va tutelato
Venerdi 15 Giugno 2012 alle 10:17 | 0 commenti
Bruno Cazzola, SEL Vicenza  - Giusto un anno fa, il 12 e 13 giugno, abbiamo celebrato tre referendum popolari in cui gli italiani hanno dato un forte segnale a favore dell'acqua come bene comune, di un'energia pulita e di una giustizia uguale per tutti. Non era un risultato scontato, la battaglia è stata dura e difficile, con continui boicottaggi e depistaggi, ma alla fine il risultato è stato nettissimo.
Un risultato che premiava chi, in primo luogo il forum dei movimenti per l'acqua, aveva guidato la battaglia per non ridurre l'acqua potabile ad una merce come le altre che si può vendere, comprare e negare a chi non ne ha i mezzi. E' stata una battaglia lunga e difficile per bloccare un trend che sembrava inarrestabile, verso un liberismo selvaggio che nega l'esistenza dei diritti delle persone, di tutte le persone, al godimento dei beni comuni e che vede nelle risorse di tutti (acqua, aria, territorio, ambiente) solo un mezzo di arricchimento per pochi. Una battaglia che ci ha visti, come SEL, protagonisti da subito, dalla costituzione dei comitati territoriali, alla raccolta firme per il referendum, alla campagna elettorale. Crediamo fermamente che i beni comuni siamo da tutelare, perché l'interesse pubblico deve prevalere su quello privato, perché ogni essere umano ha diritti che vanno oltre e sopra le leggi del mercato. Dopo la vittoria di un anno fa ci saremmo aspettati che tutti, governo, parlamento ed enti territoriali, accettassero la chiara volontà espressa dal popolo italiano, invece già ad agosto, il governo Berlusconi (per decreto!) ha tentato di mettere la gestione dell'acqua e degli acquedotti, tra le risorse pubbliche da privatizzare. Il governo Monti, poi, con una serie di misure amministrative ed infine, a marzo, con il decreto cosiddetto dello sviluppo, ha messo vincoli fortissimi alla ripubblicizzazione della risorsa idrica mettendo in grave difficoltà gli enti, come il Comune di Napoli e la Regione Puglia, che tentano di rispettare al volontà popolare. Alla luce di quanto finora detto la posizione di SEL è chiara: si deve rispettare quanto gli italiani hanno deciso con il loro voto. Pertanto ribadiamo con forza le nostre proposte:
1) Si devono varare norme che individuino un percorso per la ripubblicizzazione dei sevizi idrici e di riforma degli enti di controllo (AATO);
2) Occorre garantire ai gestori pubblici del servizio la possibilità di trasformarsi in enti di diritto pubblico o in aziende speciali, superando l'affidamento "in house", con differenti tassazione, accesso al credito ed esonero dal patto di stabilità ;
3) Si individuino forme di gestione partecipativa che coinvolgano anche gli utenti fino ad arrivare a forme di azionariato popolare;
4) Si attuino tutte le politiche di risparmio e tutela della risorsa acqua. Inoltre occorre individuare una soglia minima vitale (50 litri) garantita a tutti, anche a coloro che non possono permettersi di pagare al bolletta. Crediamo che questa posizione sia largamente condivisibile da tutto il centrosinistra. Segnali di interesse sono venuti da quasi tutti gli enti di gestione della risorsa idrica del vicentino. Facciamo appello a tutti i Sindaci e i consigli comunali perché approvino delibere come quella del comune di Santorso che indicano un percorso che va' nella direzione giusta.
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