Accordo Coldiretti - Governo salva formaggi e salumi made in Italy, Cerantola: importante per le nostre eccellenze
Domenica 30 Novembre 2014 alle 11:55 | 0 commenti
Dopo l'accordo "salva formaggi e salumi made in Italy" tra Coldiretti e Governo il presidente dell'associazione vicentina Martino Cerantola definisce «un importante risultato per le nostre eccellenze» l'aver salvato circa un terzo della produzione nazionale di prosciutti e formaggi made in Italy a Denominazione di origine, dal Parmigiano al Grana dal prosciutto di Parma a quello San Daniele messi a rischio da una scorretta definizione delle zone vulnerabili ai nitrati che avrebbe fatto chiudere migliaia di stalle.
«Il piano salva stalle - spiega in una nota il presidente provinciale di Coldiretti Vicenza, Martino Cerantola - prevede che entro 45 giorni il Governo emetta un decreto per la ridefinizione delle zone vulnerabili ai nitrati, dopo il quale le Regioni avranno 30 giorni per disegnare la nuova mappa di gestione degli effluenti da allevamento».
Le zone vulnerabili ai nitrati, inizialmente disegnate dalle Regioni per fronteggiare la procedura di infrazione avviata dalla Commissione europea per l'incompleto recepimento della direttiva comunitaria, risultano pari a circa quattro milioni di ettari che si concentrano nelle aree di pianura e rappresentano quasi il 31,8% della superficie agricola utilizzabile secondo una mappa vecchia di oltre 20 anni che rischiava di mettere in ginocchio gli allevamenti del nord Italia (Veneto, Lombardia, Piemonte, Friuli Venezia Giulia ed Emilia Romagna) con migliaia di aziende destinate a chiudere e la conseguente perdita di posti di lavoro.
«L'accordo per la revisione - conclude la nota del presidente Martino Cerantola - è un passo determinante per salvare gli allevamenti italiani e continuare ad assicurare la produzione di salumi e formaggi made in Italy. La revisione è giustificata dagli studi recenti dell'Ispra che hanno chiarito come il coinvolgimento della fonte zootecnica nelle problematiche ambientali sia del tutto trascurabile o minimo mentre assume un forte rilevanza il contributo di altre sorgenti in particolari minerali. L'agricoltura ha un impatto di appena il 10 per cento sulle falde, tutto il resto deriva da scarichi industriali e residenziali che si sono moltiplicati per l'espansione urbanistica».
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