Accoglienza stranieri e condizioni sinti e rom, PRC: come in ventennio fascista
Mercoledi 22 Luglio 2015 alle 15:23 | 0 commenti
La riflessione firmata per Rifondazione Comunista di Vicenza da Irene Rui, responsabile politiche straniere ed etniche e da Roberto Fogagnoli Segretario provincial
Nell'Italia del 2015 governata da un sedicente centro-sinistra che ha molto poco di sinistra, ma molto di destra si ripresentano situazioni che pensavamo retaggio di un triste passato. Ci riferiamo a come sono trattati gli stranieri, i profughi, ma anche le minoranze sinti e rom.La situazione di questi giorni ci ricorda molto da vicino quella dell'ultimo periodo del ventennio fascista: allora, a causa di accordi con la Germania nazista, gli “stranieri†soprattutto se “colorati†o “zingari†venivano rinchiusi in campi di raccolta, veri e propri campi di concentramento italiani, per essere spediti in Germania e di questo la vicina Chiesanuova di Padova, ne sa qualcosa; nel 2015 gli “stranieriâ€, gli “extracomunitari†vengono cacciati, non accolti, rinchiusi in quel grande campo di sterminio che sono il Mediteranno, i Paesi da dove essi fuggono ma anche le scogliere di Ventimiglia, i Centri di prima accoglienza etc., a causa di governi nazionali ademocratici e di direttive del governo europeo , succube di trattati economici che i poteri finanziari e alcune nazioni hanno imposto
Con le leggi razziali del 1933, i rom e i sinti furono spediti nelle impervie aree di confino della Sardegna o della Basilicata, o concentrati nel campo di concentramento nell'Isola (ora croata) di Rab, dove in molti perirono perchè costretti a vivere accampati sotto le intemperie invernali o il sole cocente estivo senza alcunchè da ripararsi, con poche, e a volte senza, razioni alimentari ed insufficienza di acqua, senza pensare al vestiario e altro che anche a quel tempo rendeva la quotidianità almeno sopportabile.
Oggi, nel 2015, li lasciamo abbrustolire a più di 50 gradi nei campi come quello di Viale Cricoli di Vicenza o in tendopoli come quelle di Cosenza. E questo grazie a governi locali, comunali e regionali, che a volte si ammantano di “sinistrismo†( ed in effetti sono governi sinistri) e a prefetti che evitano qualsiasi responsabilità appellandosi alla legge ed applicandola con rigore e in modo restrittivo, e senza tenere conto, in tutto questo dell'aspetto umanitario e delle situazioni di urgenza, per non scontrarsi con la macchina politica, delegando le questioni ad associazioni che gestiscono i propri affari sulla pelle di queste persone.
Crediamo che le cose debbano cambiare, crediamo che in situazioni di vera emergenza le scelte delle autorità debbano andare oltre le leggi scritte ed entrare nel campo degli aiuti umanitari.
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