Quotidiano | Categorie: Sanità, Immigrazione

Accoglienza e smistamento migranti in Italia, Ciambetti: le norme sanitarie sono incredibili

Di Citizen Writers Lunedi 13 Ottobre 2014 alle 13:08 | 0 commenti

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Riceviamo da Roberto Ciambetti, assessore regionale Lega Nord al bilancio, e pubblichiamo
Mentre le autorità sanitarie mondiali si interrogano su come contrastare e contenere il virus dell'Ebola, i nostri poliziotti e quanti si trovano a gestire l'emergenza immigrazione operano in condizioni decisamente inferiori a standard medico-sanitari adeguati per evitare contagi o trasmissioni di malattie infettive. Non c'è solo l'Ebola a preoccupare e le condizioni di viaggio di migranti e profughi lasciano adito a molti dubbi e preoccupazioni che crescono se andiamo a leggere le note operative a cui le Forze dell'Ordine sono tenute ad attenersi.

Nella circolare del 25 settembre scorso "Emergenza immigrazioni. Indicazioni operative" inviato ai Questori dal Dipartimento della Pubblica Sicurezza del Ministero dell'Interno apprendiamo che i migranti sono dapprima sottoposti a visita di medici delle Marina Militare o del Ministero della Salute: "I medici provvedono così ad individuare i casi che, nell'immediatezza, necessitano di accertamenti ulteriori e di terapia, inviandoli negli ospedali dei luoghi di approdo": Fin qui tutto nella norma di una profilassi scontata, ma è quando viene detto dopo, tra il burocratese e l'incredibile, a lasciar perplessi: "Dopo tale iniziale filtro sanitario, viene rilasciato una certificazione medica cumulativa che attesta l'assenza di malattie infettive e contagiose in atto nel gruppo dei migranti". Già l'idea di un certificato medico cumulativo è singolare, ma quanto segue lascia ancor più sgomenti: "Tale certificazione consente il proseguimento dell'iter di accoglienza e contiene, in dettaglio, tutte le informazioni sulle condizioni morbose eventualmente riscontrate. I migranti che presentano malattie infettive e contagiose, anche sospette, o che necessitano di cure per qualsivoglia altra patologia, come detto sopra, vengono tempestivamente avviati nei locali nosocomi e non possono ovviamente continuare l'iter successivo, se non dopo che gli accertamenti effettuati in sede ospedaliera escludono (sic) qualsiasi rischio di natura infettiva". Altro che screening iniziale: questo potrà anche esserci, ma presenta, per ammissione delle stesse autorità ministeriali, grandi falle.
Da queste righe, infatti, comprendiamo come esista una ampia possibilità per cui casi sospetti vengano smistati nel territorio, al punto tale che la stessa circolare sottolinea come la Direzione Centrale di sanità della Polizia di stato è in costante contatto con la medici della Polizia delle sedi dove ventgono smistati i migranti al punto d'aver attivato "puntuali e reciproci scambi sulle eventuali criticità di carattere sanitario, con particolare e primario riferimento al personale della Polizia di stato impegnato a vario titolo nelle operazioni".
Da quanto si capisce i controlli al momento degli sbarchi sono approssimativi e questo, per altro era stato denunciato anche da molti poliziotti, ma capiamo anche come venga scaricato il costo sociale nel territorio chiamato ad ospitare queste persone che, per altro, hanno una forte propensione a fuggire e dunque non essere controllata in alcun modo.
Di certo, il personale che viene a contatto con tutti i gruppi di migranti, è a rischio e nessuno può escludere che a rischio siano anche i cittadini delle località in cui vengono ospitati quelli che, in burocratese, sono chiamati casi sospetti.
Davanti a queste indicazioni del Ministero degli Interni non si può non rimanere spaesati e allibiti. Il mondo si sta mobilitando per contrastare il virus dell'ebola e l'allarme sanità è scattato nei principali aeroporti e porti. Da noi migranti in condizioni sanitarie sconosciute vengono scarrozzati e smistati in giro per l'Italia.

Leggi tutti gli articoli su: Roberto Ciambetti, Ebola

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Giovedi 27 Dicembre 2018 alle 17:38 da Luciano Parolin (Luciano)
In Panettone e ruspe, Comitato Albera al cantiere della Bretella. Rolando: "rispettare il cronoprogramma"
Caro fratuck, conosco molto bene la zona, il percorso della bretella, la situazione dei cittadini, abito in Viale Trento. A partire dal 2003 ho partecipato al Comitato di Maddalene pro bretella, e a riunioni propositive per apportare modifiche al progetto. Numerose mie foto del territorio sono arrivate a Roma, altri miei interventi (non graditi dalla Sx) sono stati pubblicati dal GdV, assieme ad altri come Ciro Asproso, ora favorevole alla bretella. Ho partecipato alla raccolta firme per la chiusura della strada x 5 giorni eseguita dal Sindaco Hullwech per sforamento 180 Micro/g. Pertanto come impegno per la tematica sono apposto con la coscienza. Ora il Progetto è partito, fine! Voglio dire che la nuova Giunta "comunale" non c'entra più. L'opera sarà "malauguratamente" eseguita, ma non con il mio placet. Il Consigliere Comunale dovrebbe capire che la campagna elettorale è finita, con buona pace di tutti. Quello che invece dovrebbe interessare è la proprietà della strada, dall'uscita autostradale Ovest, sino alla Rotatoria dell'Albara, vi sono tre possessori: Autostrade SpA; La Provincia, il Comune. Come la mettiamo per il futuro ? I costi, da 50 sono saliti a 100 milioni di € come dire 20 milioni a KM (!) da non credere. Comunque si farà. Ma nessuno canti Vittoria, anzi meglio non farne un ulteriore fatto "partitico" per questioni elettorali o di seggio. Se mi manda la sua mail, sono disponibile ad inviare i documenti e le foto sopra descritte. Con ossequi, Luciano Parolin [email protected]
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