Abbattimento dei cinghiali, Zanoni: tra i cacciatori il buddista Roberto Baggio
Mercoledi 16 Ottobre 2013 alle 16:21 | 0 commenti
On. Andrea Zanoni, Alde - La Provincia di Vicenza sta elaborando un provvedimento per abbattere i cinghiali. Secondo le stime sarebbero circa 300 in tutto il territorio vicentino. Nell’esercito delle doppiette che saranno messe in campo dall’Ente che si occuperà dell’uccisione dei cinghiali, ci sarà anche Roberto Baggio che lo scorso anno ha superato l’esame di abilitazione. Ad agosto 2012, l’ex codino nazionale si era dichiarato pronto a intervenire per uccidere un puma che si aggirava nelle campagne dell’Isontino, in Friuli Venezia Giulia.
L’eurodeputato Andrea Zanoni, vice Presidente dell’Intergruppo per il Benessere e la Conservazione degli Animali al Parlamento europeo ha affermato: «Roberto Baggio, devoto buddista come ha sbandierato ai giornali quando ha abbracciato la religione orientale nel 1988, ignora uno dei precetti fondamentali: non uccidere altri esseri senzienti. Consiglio all’ex fantasista della Nazionale di calcio di rispettare la filosofia buddista e di adottare un minimo di coerenza, magari investendo le sue fortune per tutelare la fauna selvatica invece di condannarla a morte. Se Baggio spara a creature che dovrebbe secondo i dettami della sua filosofia rispettare, allora è meglio che non rispetti nessuno. Imbracciando il fucile e togliendo la vita dimostra di essere un finto buddista: un buddista rispetta ogni essere vivente e certamente non lo trucida scaricandogli del piombo addosso. Chi segue veramente gli insegnamenti di Siddhartha Gautama non si sognerebbe di abbattere un altro essere vivente: inorridirebbe di fronte all’immagine del povero capriolo che è stato ritrovato, ad aprile scorso nel Parco del Ticino in provincia di Pavia, con gli occhi spaventati e senza il naso e mezza mandibola, strappati via da un colpo di fucile. Mi auguro che almeno questa volta Roberto Baggio risponda senza mandare avanti il suo portavoce evitando di prendersi responsabilità , ma parli chiaramente e personalmente come tutti i comuni mortali».
Zanoni interviene anche riguardo al provvedimento di abbattimento programmato dei cinghiali, messo in cantiere dalla Provincia di Vicenza: «Se ci sono tanti cinghiali è dovuto al fatto che i cacciatori li liberano per scopi venatori. Se la Provincia darà il via libera all’uccisione, i cacciatori avranno raggiunto il loro scopo: immettere i capi nel territorio per poi divertirsi nel macabro tiro a segno».
Di seguito il commento sulla multa di 100 mila euro per quattro cacciatori vicentini fermati in Albania con cacciagione illegale e la presa di posizione di Zanoni sulla pratica di sgozzamento ovino senza stordimento preventivo:
Il fine settimana scorso, la Polizia di frontiera albanese ha fermato quattro cacciatori vicentini che trasportavano, in frigoriferi nei bagagliai delle auto, uccelli protetti e specie cacciabili in numero eccessivo rispetto al consentito. I quattro cacciatori sono stati ascoltati dagli agenti di frontiera e da un responsabile regionale che ha spiegato loro che avrebbero dovuto affrontare il processo. L’alternativa per i cacciatori è aspettare in Albania l’udienza oppure pagare una cauzione che gli permetterebbe di essere processati in contumacia. Secondo la legge albanese potrebbero anche pagare cauzione e sanzione, per un importo complessivo di circa 25 mila euro a testa, ovvero 100 mila euro totali per la cacciagione illegale.
L’eurodeputato Andrea Zanoni, vice Presidente dell’Intergruppo per il benessere e la Conservazione degli Animali al Parlamento europeo ha affermato: «Mi congratulo con le autorità albanesi. Siamo solo noi in Italia ad avere in materia di caccia delle sanzioni ridicole e fasulle che non portano mai all’arresto nemmeno per i reati più gravi, per il bracconaggioa abbiamo le sanzioni più leggere dell’Unione Europea, ferme addirittura dal 1992 e espresse ancora in lire, tant’è vero che  le guardie devono sempre convertirle in euro. Invito vivamente il Parlamento italiano ad occuparsi anche di questo prima che le nostre campagne piombino nel totale silenzio per la scomparsa di ogni singolo uccello».
I precedenti di fermi all’estero di cacciatori italiani fuori legge, a dimostrazione che all'estero le sanzioni sono piu' severe, non mancano. L’11 ottobre 2012, quindici cacciatori italiani sono stati arrestati a Cernavoda, Costanza, in Romania, accusati di bracconaggio. Nelle loro camere d’albergo erano stati rinvenuti 20 fucili da caccia e 10.000 cartucce non autorizzate nonché le carcasse di un migliaio di uccelli protetti imballati in cartoni per essere inviati in Italia. (VIDEO) Dalle indagini delle autorità romene era emerso che gli italiani non erano in possesso di regolare licenza e utilizzavano richiami acustici per uccelli.
A settembre 2008, l’allora Ministro dell’Agricoltura Luca Zaia, attuale Governatore del Veneto, ha coinvolto l’ex Ministro degli Esteri Franco Frattini, ambasciatori e ha scomodato il vescovo di Zagabria, per far liberare un cacciatore di Treviso arrestato per bracconaggio in Croazia e incarcerato a Zagabria. «Se non riusciamo a prevedere sanzioni che facciano da deterrente in Italia, almeno non interferiamo nella legislazione di Stati che hanno norme serie in materia di caccia e le fanno rispettare», ha concluso Zanoni.
Martedì 15 ottobre, si è celebrata la “Festa del Sacrificio†islamico e migliaia di ovini sono stati sgozzati secondo la macellazione rituale resa possibile per una deroga alla legge italiana. L’eurodeputato Andrea Zanoni ha dichiarato: «È una pratica crudele e inaccettabile che comporta una sofferenza lunghissima a questi animali che vengono lasciati morire dissanguati dopo il taglio della giugulare. Le cronache dimostrano, inoltre, che il rito viene troppo spesso compiuto nelle abitazioni private o in luoghi pubblici diversi dai macelli contravvenendo alle normative vigenti nel nostro Paese»
Martedì 15 ottobre 2013, è stata celebrata dai mussulmani la “Festa del Sacrificioâ€, in arabo “Eid Al-Adha†che prevede lo sgozzamento di un ovino ma anche un caprino o un bovino senza stordimento preventivo. La deroga della macellazione rituale è prevista dalla legge italiana.
L’eurodeputato Andrea Zanoni, vice Presidente dell’Intergruppo per il Benessere e la Conservazione degli Animali e membro della Commissione ENVI Ambiente, Salute Pubblica e Sicurezza Alimentare al Parlamento europeo ha affermato: «L’ attuale normativa vigente, il Decreto legislativo numero 333 del 1998, prevede per la macellazione degli animali lo stordimento preventivo. La macellazione rituale, ovvero quella degli islamici, rappresenta un’eccezione alla regola, ammessa da una deroga legislativa. In realtà è una pratica crudele e inaccettabile e deve essere quanto prima abolita: il dolore è causato dal taglio della gola, i cui nervi continuano a inviare impulsi nervosi fino alla morte dell’animale, che avviene per dissanguamento dopo molto tempo e tra sofferenze atroci. Questo tipo di macellazione è comunque consentito esclusivamente nei macelli autorizzati e questo, come dimostrano i fatti di cronaca, troppo spesso non avviene».
Martedì 15 ottobre a Vicenza, un cinquantatreenne vicentino ha ucciso il genero yemenita che stava per sacrificare l’agnello nella cucina di un appartamento in pieno centro città davanti ai due figli, uno di due anni e uno di pochi mesi, perché non voleva che i due nipotini assistessero alla scena cruenta.
Sulle rive dell’Adige, ad Anguillara nella frazione di Borgoforte (PD), per tutto il giorno è stato un via vai di auto provenienti da tutto il Veneto che accorrevano per la vendita di agnelli nelle aziende degli allevatori del posto. Sono state decine le segnalazioni dei cittadini per le macellazioni abusive sugli argini: le forze dell’ordine intervenute hanno rinvenuto nello spiazzo a nord dell’azienda, la carcassa di un agnello appena sgozzato, avvolta in garze e lasciata a terra.
«Non sono episodi accettabili. Servono maggiori controlli da parte delle Forze dell’ordine e delle Uls. Le sanzioni devono essere severe per chi trasgredisce. Il trasporto degli animali ai macelli deve rispettare le norme vigenti e devono essere anche gli allevatori a farle rispettare. In caso contrario vanno puniti. Fino a quando sarà in vigore questa inaccettabile deroga che comporta sofferenza e strazio per gli animali, il rito deve almeno avvenire esclusivamente nei macelli autorizzati e non deve trasformarsi in una mattanza a cielo aperto o nelle abitazioni».Accedi per inserire un commento
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