A Vicenza 350mila euro dalla tassa di soggiorno. Zago: 'Ma nei piccoli comuni non ha senso'
Martedi 4 Settembre 2012 alle 20:08 | 1 commenti
Ammonta a oltre 1300 euro al giorno l'importo che la nuova tassa di soggiorno imposta a alberghi e bed&breakfast a partire dallo scorso mese di maggio ha portato alle casse comunali di Vicenza. Questa cifra non arriva direttamente dagli albergatori, ma da un contributo che viene richiesto a ciascun ospite delle diverse strutture ricettive: 50 centesimi a notte per una camera pagata fino a 15 euro a persona, 1 euro fra i 15-25 euro, 1,50 fra i 25 e gli 80 euro, 2 euro per le camere che costano più di 80 euro a testa a notte.
"Gli 82mila euro raccolti sono un introito parziale, visto che riguarda solo i mesi di maggio e giugno", ha spiegato l'assessore al Turismo Pecori. "La cifra è destinata a crescere parecchio con i mesi estivi: in totale prevediamo di raggiungere i 350mila euro. Di questi, 170mila euro serviranno per promuovere la Basilica, 180mila per gli spettacoli classici al Teatro Olimpico".
"Rispetto ai 5 euro applicati da Venezia, abbiamo mantenuto la tassa a un livello minimo, che probabilmente inciderà poco sulle scelte di chi si ferma a Vicenza", ha fatto notare Pecori. "Inoltre, bisogna considerare che la tassa si applica solo per le prime cinque notti e in ogni caso i turisti non si fermano a Vicenza per più di due-tre notti: non penso che per 4-6 euro in tutto una coppia che vuole visitare la città decida di dormire in provincia".
Di questa opinione è anche il presidente degli Albergatori, Oscar Zago, che si è mostrato più preoccupato per l'applicazione della tassa anche da parte dei comuni più piccoli, come è accaduto a Creazzo. "So che in generale gli albergatori non erano d'accordo con la decisione, ma se l'amministrazione di Vicenza rispetterà la promessa di reinvestire i soldi nel turismo, la tassa di soggiorno può anche avere un senso", ha detto. "Mi domando però come possano utilizzare quei soldi i comuni privi di attrattive turistiche. Fra l'altro, si tratta di cifre con cui non si può fare granché a livello comunale, ma che per gli albergatori possono fare la differenza in un periodo di difficoltà come questo. Già le strutture nei paesi piccoli sono penalizzate dal non poter puntare su una clientela turistica, se poi vengono colpite anche da una tassa che dovrebbe ‘promuovere' l'offerta turistica (ma quale?) della zona... Mi auguro che gli altri comuni, soprattutto quelli privi di un'offerta turistica, decidano di non applicare la tassa di soggiorno, perché non avrebbe alcun senso".
La decisione spetta in ogni caso alle singole amministrazioni: il rischio è che decidano di approfittare di una nuova opportunità per rimpinguare le tasse comunali, distribuendo poi i soldi in interventi che poco hanno a che fare con il turismo.
(Foto: camera d'hotel a Vicenza)
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