Quotidiano | Categorie: Politica

Una settantina i veneti tra i mille sindaci "scesi" a Roma: patto per pagare le aziende

Di Redazione VicenzaPiù Giovedi 21 Marzo 2013 alle 20:44 | 0 commenti

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Anciveneto - Ora sarà possibile impiegare i soldi per opere pubbliche e la manutenzione.
L'Anciveneto può dirsi soddisfatta. La trasferta a Roma per la manifestazione dell'Anci nazionale ha visto la partecipazione di molti sindaci (foto d'archivio VicenzaPiù), almeno un migliaio al teatro Capranica tra cui una settantina dal Veneto, tutti a chiedere uno sblocco e una rimodulazione del patto di stabilità in modo da pagare le imprese e far ripartire l'economia.

Ma soprattutto ha visto l'apertura alle richieste dei comuni da parte del Parlamento e, finalmente, del Governo che ha annunciato in serata di "liberare" oltre 40 miliardi per enti locali e Regioni, metà nella seconda metà del 2013 e metà l'anno prossimo. Nel dettaglio, le misure riguarderanno la deroga alle spese 2013 per i cofinanziamenti nazionali dei fondi strutturali comunitari. Oltre che, appunto, i debiti degli enti territoriali (Regioni ed Enti locali) attraverso: un allentamento dei vincoli del patto di stabilità interno per usare gli avanzi di amministrazione disponibili; (2) l'esclusione del Patto di stabilità delle Regioni dei pagamenti effettuati in favore degli Enti locali sui residui passivi a cui corrispondono residui attivi di Comuni e province; l'istituzione di fondi rotativi per assicurare la liquidità a Regioni ed Enti Locali, con obbligo di restituzione in un arco temporale certo e sostenibile.
«Eravamo stati più volte a Roma per la questione del patto e per far valere le altre istanze dei nostri comuni, virtuosi ma spesso usati per ripianare il debito nazionale -commentano i due vicepresidenti dell'Associazione dei Comuni Veneti Maria Rita Busetti e Pier Antonio Tomasi- stavolta abbiamo visto un cambio di passo concreto, dopo che molti colleghi stavano per perdere definitivamente la fiducia e la pazienza». Si potranno continuare opere interrotte, nonché intervenire seriamente nella manutenzione (dalla sicurezza idraulica alla messa a norma degli edifici scolastici, ambiti su cui Anciveneto punta il dito da tempo). Si tratta perciò di una prima, importantissima, vittoria. Adesso l'auspicio dei rappresentanti degli enti locali, a partire dal presidente dell'Anci nazionale Graziano Delrio, è che però ci sia un'agenda di impegni concreti.

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Giovedi 27 Dicembre 2018 alle 17:38 da Luciano Parolin (Luciano)
In Panettone e ruspe, Comitato Albera al cantiere della Bretella. Rolando: "rispettare il cronoprogramma"
Caro fratuck, conosco molto bene la zona, il percorso della bretella, la situazione dei cittadini, abito in Viale Trento. A partire dal 2003 ho partecipato al Comitato di Maddalene pro bretella, e a riunioni propositive per apportare modifiche al progetto. Numerose mie foto del territorio sono arrivate a Roma, altri miei interventi (non graditi dalla Sx) sono stati pubblicati dal GdV, assieme ad altri come Ciro Asproso, ora favorevole alla bretella. Ho partecipato alla raccolta firme per la chiusura della strada x 5 giorni eseguita dal Sindaco Hullwech per sforamento 180 Micro/g. Pertanto come impegno per la tematica sono apposto con la coscienza. Ora il Progetto è partito, fine! Voglio dire che la nuova Giunta "comunale" non c'entra più. L'opera sarà "malauguratamente" eseguita, ma non con il mio placet. Il Consigliere Comunale dovrebbe capire che la campagna elettorale è finita, con buona pace di tutti. Quello che invece dovrebbe interessare è la proprietà della strada, dall'uscita autostradale Ovest, sino alla Rotatoria dell'Albara, vi sono tre possessori: Autostrade SpA; La Provincia, il Comune. Come la mettiamo per il futuro ? I costi, da 50 sono saliti a 100 milioni di € come dire 20 milioni a KM (!) da non credere. Comunque si farà. Ma nessuno canti Vittoria, anzi meglio non farne un ulteriore fatto "partitico" per questioni elettorali o di seggio. Se mi manda la sua mail, sono disponibile ad inviare i documenti e le foto sopra descritte. Con ossequi, Luciano Parolin [email protected]
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