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A dicembre riapre Palazzo Chiericati dopo 4 anni di lavori per 8,5 milioni di euro

Di Redazione VicenzaPiù Venerdi 4 Ottobre 2013 alle 14:59 | 0 commenti

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Comune di Vicenza - Palazzo palladiano, ala novecentesca e ala ottocentesca, più il cortile interno, sono le componenti di Palazzo Chiericati che dal 2009 sono oggetto di un profondo intervento di restauro, per restituire alla città e al mondo (il palazzo è stato dichiarato patrimonio dell'umanità dall'Unesco) l'edificio simbolo di piazza Matteotti.

Progettato nel 1550 come residenza nobiliare per i conti Chiericati dall'architetto Andrea Palladio e completato alla fine del Seicento, Palazzo Chiericati è anche sede storica del museo civico dal 1855, e ospita la pinacoteca, il cui percorso museografico ed espositivo risulterà rivisto, grazie al lavoro di Maria Elisa Avagnina, già direttrice dei musei civici di Vicenza.
“L'obiettivo è riaprire la parte palladiana sabato 7 dicembre – ha annunciato stamattina durante un sopralluogo il vicesindaco e assessore alla crescita Jacopo Bulgarini d'Elci, accompagnato per l'occasione dell'assessore alla cura urbana Cristina Balbi, dalla stessa Avagnina e da Emilio Alberti, direttore dei lavori del palazzo palladiano -. È da 10 anni ormai che il Comune si sta dedicando a questo progetto con grande impegno, perchè c'è la consapevolezza che alla fine avremo uno dei musei più straordinari d'Italia: moderno, grazie agli innesti contemporanei ma rispettosi del preesistente, e in grado di valorizzare al meglio il patrimonio artistico. Il Chiericati, dunque, sarà il polo museale della città e si aggiungerà agli altri poli culturali di Vicenza, che con le loro specifiche identità e funzioni, contribuiscono e contribuiranno a rilanciare Vicenza. Mi riferisco al Teatro Olimpico, che è  in grado di ospitare eventi di altissimo profilo, alla Basilica Palladiana, il grande contenitore vuoto, luogo pubblico da vivere; e non dimentichiamoci poi della Biblioteca Bertoliana, che speriamo di poter un giorno rimodernare o addirittura costruire ex novo, e il polo della creatività nell'area dell'ex fiera ai Giardini Salvi, che quanto prima ci auguriamo di completare per far incrociare mondo culturale, dell'impresa e dell'economia”.    
“Il progetto di restauro del complesso museale – ha spiegato Avagnina - ha sempre avuto un'ottica generale di rivisitazione completa, quasi si trattasse di una nuova inaugurazione. Mai prima, infatti, il ripensamento è stato così radicale. Certo, non è stato facile, perchè la pinacoteca, di fatto, si è andata sviluppando in tre fabbricati diversi dal punto di vista architettonico e anche della qualità, che andavano ora ricondotti in un'unica logica espositiva, scientifica e coerente. A partire da Palazzo Chiericati, che viene ora riproposto come una dimora cinque-seicentesca, cioè come effettivamente era: potrà essere visitato dal seminterrato al sottotetto anche in assenza dell'allestimento delle altre parti, che alla fine dei lavori comunque si ricollegheranno ad essa. Del migliaio di opere del patrimonio del museo – ha poi precisato -, alla riapertura di dicembre ne saranno esposte circa 150, tra dipinti, statue e arti applicate. Una volta completato il restauro di tutto il complesso museale, saranno invece addirittura circa 500 le opere esposte, con un incremento quindi del 60% rispetto a prima. Le altre sono in deposito esterno in varie sedi e palazzi della città perchè sarebbe un peccato sottrarle alla vista”.  

Palazzo palladiano
Gli interni dell’edificio palladiano presentavano situazioni differenziate: quelli adibiti a spazio espositivo erano in condizioni di conservazione sufficienti, ma carenti dal punto di vista impiantistico; mentre interi piani erano completamente degradati e non utilizzabili, come gli interrati e i sottotetti. Il criterio ispiratore del progetto, che ha determinato radicali lavori di recupero e rifunzionalizzazione, ha quindi mirato a restituire a Palazzo Chiericati l’originaria fisionomia di dimora patrizia dei secoli XVI-XVII, sia attraverso il recupero di tutti gli spazi interni inutilizzati, aumentando così gli spazi espositivi, sia ripristinando l’integrità del corpo architettonico palladiano con l'apertura di due varchi, uno al piano terra e uno al piano nobile, e con la costruzione del collegamento a ponte creato tra i due corpi di fabbrica contigui.
I lavori ormai in fase conclusiva riguardano ora il giunto di collegamento tra l’ala palladiana e quella novecentesca. Per rendere infatti il palazzo accessibile a tutti, era necessario realizzare un ascensore, cui si è trovata sistemazione nel giunto di collegamento-separazione, che va così a confermare la funzione di snodo riscontrata anche nell’antico edificio bombardato e ricostruito nel dopoguerra. Il giunto è progettato pensando ad un elemento contemporaneo, vera cesura formale e spaziale tra i due fabbricati e nodo dei percorsi di visita per i tre edifici: palladiano, novecentesco e ottocentesco. Dal giunto infatti partirà un corpo vetrato di collegamento con l'ala ottocentesca, che ne garantirà la connessione funzionale e consentirà poi l’eliminazione del ponte realizzato nei primi anni del Novecento (ed ampliato negli anni ’50), definito “vagone ferroviario” dal professore Renato Cevese. Nella costruzione del giunto, peraltro, che è stato costruito anche per isolare i due fabbricati in funzione antisismica, i rinvenimenti archeologici hanno determinato variazioni del progetto al fine di valorizzare i reperti stessi. Il giunto infine avrà anche funzioni espositive: sarà infatti integrato al percorso museale con l’esposizione di tre statue che rappresenteranno il fuoco prospettico della scala di accesso ai piani superiori.
“Il sogno – ha aggiunto Bulgarini d'Elci – è arrivare un giorno ad avere una copertura trasparente del cortile interno del palazzo: un segno di contemporaneità, come già è stato fatto al British Museum o al Louvre, che possa ampliare gli spazi funzionali del museo per conferenze, concerti, appuntamenti culturali in genere. Ma l'idea è ancora embrionale, tant'è che ancora non ne abbiamo discusso con la Soprintendenza”.

Nuovo percorso espositivo
Il nuovo allestimento degli spazi espositivi e i lavori ai depositi di Palazzo Chiericati, oggetto di uno specifico contributo di 600 mila euro della Fondazione Cariverona, risultano in parte già conclusi da oltre un anno, così come le stanze dedicate al lascito Roi (inaugurate a maggio 2012 nei sottotetti del settore nord dell’edificio) e i seminterrati, che hanno ospitato la recente e apprezzata mostra “Cinque secoli di volti”.
Risulta concluso anche l'intervento al deposito delle opere d’arte, ubicato nei sottotetti del settore sud e allestito con rastrelliere metalliche a compattamento che, ottimizzando lo spazio disponibile, assicurano una superficie espositiva di circa 400 metri quadrati, rispondono in modo efficace ed efficiente alle esigenze di corretta conservazione e agevolano eventualmente la consultazione a richiesta del patrimonio artistico non esposto.
È stato inoltre ultimato il lavoro di manutenzione e restauro (o riproposizione ex novo) delle cornici di tutti i dipinti destinati all’esposizione, e sono stati realizzati per l’occasione importanti restauri di opere mai prima inserite nei circuiti espositivi, la più importante delle quali la grande tela da 4,50 per 2,90 metri di Giulio Carpioni “Le ninfe raccolgono il corpo di Leandro” (restauro finanziato dalla Banca Popolare di Vicenza).
Sono stati inoltre realizzati con particolari procedimenti tecnici, in modo da adeguarli alla qualità degli spazi palladiani, elementi d'arredo per la copertura di impianti di condizionamento e totem per la segnaletica di sicurezza.
Si sta invece per concludere la revisione dei numerosi dipinti restaurati nel corso degli ultimi 15 anni, per assicurarne condizioni di ottimale apprezzamento: l'operazione è effettuata direttamente e gratuitamente dai restauratori che hanno a suo tempo eseguito l’intervento.
Sono ancora in atto inoltre la realizzazione di nuove vetrate a piombo su disegno d’epoca per tutte le finestre dell’edificio, la predisposizione e la posa in opera dell’impianto illuminotecnico e la realizzazione delle strutture di allestimento (pannelli didattici e bacheche per i testi già predisposti in versione bilingue italiano-inglese) che costituiscono il supporto volutamente sobrio e raffinato del progetto museografico predisposto grazie alla collaborazione del professor Mauro Zocchetta assieme allo Studio Alberti. L'ultima operazione sarà la collocazione delle opere.

Ala novecentesca
“Alla riapertura a dicembre della parte palladiana – ha spiegato l'assessore Balbi -, inizieranno gli interventi veri e propri dell'ala novecentesca e dell'ala ottocentesca, entrambi curati dal settore Lavori pubblici e grandi opere del Comune, per il completo rinnovamento del museo. L’intervento, che si concluderà entro dicembre 2014, prevede lo svuotamento dell’edificio per il rifacimento totale dell’articolazione interna”. Quest'ala ospiterà, tra l'altro, il ciclo pittorico della chiesa di San Bartolomeo dell'ospedale S. Bortolo, le cui strutture sono ormai state inglobate negli spazi del nosocomio cittadino. “Il principio che governa la progettazione dell’ala novecentesca è l’adattamento del 'contenitore' ai suoi 'contenuti' – ha aggiunto Balbi -, ovvero le opere che costituiscono il patrimonio storico artistico del museo. L'obiettivo è infatti assicurare al piano terreno e al piano primo le dimensioni e le caratteristiche per uno spazio espositivo permanente. E la demolizione dell’edificio esistente, previsto a breve, non appena saranno stati eseguiti i ponteggi di forza per il sostegno della facciata, comporterà la ricostruzione dei volumi nel rispetto della normativa antisismica”.
I lavori dell’ala novecentesca consentiranno peraltro di estendere gli spazi espositivi del complesso museale del Chiericati, che si snoderanno in verticale a partire dal salone del piano terra, dove verranno ospitati i grandi “lunettoni” rappresentanti i rettori di Vicenza (provenienti dal palazzo del Podestà) per ricollegarsi agli spazi ospitati al livello del piano nobile del palazzo palladiano.
Nell’ambito del progetto al piano terra è stato anche ricavato uno spazio polifunzionale a servizio della Direzione Musei, dotato all’occorrenza di accesso indipendente direttamente dalla piazza e dotato da un gruppo di servizi igienici.
Al piano seminterrato troveranno invece collocazione i vani tecnici che accoglieranno al loro interno gli impianti tecnologici di trattamento dell’aria.
Probabili inoltre le verifiche di tipo archeologico prima di procedere con la creazione della nuova struttura a telaio in calcestruzzo.
Nel frattempo, tuttavia, per rispettare le tempistiche previste dalla Regione, già a luglio sono stati parzialmente consegnati i lavori all’Associazione temporanea di imprese tra le imprese Coima srl e So.Ge.Di.Co. srl, che si è aggiudicata l'esecuzione dell'opera. È inoltre già stato completato il trasloco di mobili, biblioteca ed opere d’arte; è stata impegnata la spesa per adattare ad alloggio del custode i locali al piano ammezzato dell’ala ottocentesca; ad agosto gli uffici museali si sono trasferiti nei locali ex Gip di S. Corona e il trasloco del custode si è concluso nei giorni scorsi.

Cortile interno 
Facendo un salto indietro nel tempo, la prima parte dei lavori di restauro di Palazzo Chiericati avevano interessato il cortile interno, che ospita da allora tutti gli impianti a servizio dell’intero complesso museale, qui collocati a conclusione degli scavi archeologici che hanno messo in luce il tracciato di epoca medioevale e romana, di notevole importanza per la comprensione della struttura della città.

Costi del restauro
Il costo complessivo del restauro del complesso museale è di circa 8,5 milioni di euro, di cui circa 3,7 milioni per l’ala monumentale, 2,3 milioni per l’ala ottocentesca e 2,5 milioni per l’ala novecentesca. Per il progetto complessivo sono già stati concessi contributi dalla Fondazione Cariverona per 4.365.827 euro, della Società Autostrada Brescia-Padova per 619.748,28 euro e Fondi europei (Por) erogati tramite la Regione Veneto per 1.265.880 euro.


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Commenti degli utenti

Giovedi 27 Dicembre 2018 alle 17:38 da Luciano Parolin (Luciano)
In Panettone e ruspe, Comitato Albera al cantiere della Bretella. Rolando: "rispettare il cronoprogramma"
Caro fratuck, conosco molto bene la zona, il percorso della bretella, la situazione dei cittadini, abito in Viale Trento. A partire dal 2003 ho partecipato al Comitato di Maddalene pro bretella, e a riunioni propositive per apportare modifiche al progetto. Numerose mie foto del territorio sono arrivate a Roma, altri miei interventi (non graditi dalla Sx) sono stati pubblicati dal GdV, assieme ad altri come Ciro Asproso, ora favorevole alla bretella. Ho partecipato alla raccolta firme per la chiusura della strada x 5 giorni eseguita dal Sindaco Hullwech per sforamento 180 Micro/g. Pertanto come impegno per la tematica sono apposto con la coscienza. Ora il Progetto è partito, fine! Voglio dire che la nuova Giunta "comunale" non c'entra più. L'opera sarà "malauguratamente" eseguita, ma non con il mio placet. Il Consigliere Comunale dovrebbe capire che la campagna elettorale è finita, con buona pace di tutti. Quello che invece dovrebbe interessare è la proprietà della strada, dall'uscita autostradale Ovest, sino alla Rotatoria dell'Albara, vi sono tre possessori: Autostrade SpA; La Provincia, il Comune. Come la mettiamo per il futuro ? I costi, da 50 sono saliti a 100 milioni di € come dire 20 milioni a KM (!) da non credere. Comunque si farà. Ma nessuno canti Vittoria, anzi meglio non farne un ulteriore fatto "partitico" per questioni elettorali o di seggio. Se mi manda la sua mail, sono disponibile ad inviare i documenti e le foto sopra descritte. Con ossequi, Luciano Parolin [email protected]
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