A che punto è la crisi? Stamattina la Cgil al Cuoa con industriali, artigiani, Cciia e Fiera
Giovedi 30 Giugno 2011 alle 12:22 | 0 commenti
Marina Bergamin, Cgil Vicenza - Pubblichiamo la sintesi dell’introduzione a cura di Marina Bergamin, segretaria generale Cgil Vicenza, della Tavola rotonda di oggi 27 giugno 2011.
Cosa possono fare gli attori di un territorio per promuovere nuove traiettorie di crescita? A fine 2008 ha preso l’avvio una crisi profonda e diffusa, che ha coinvolto la gran parte delle imprese vicentine. Da allora si sono susseguiti molti confronti indirizzati, in particolare, a salvaguardare il più possibile l’occupazione o a dar sollievo economico a imprese e lavoratori.
Molto poco, invece, ci si è confrontati, come attori sociali di un territorio a forte vocazione manifatturiera, su cosa produrre, come produrre, con quale corredo di servizi e infrastrutture, con quali alleanze e sinergie, con che tipo di relazioni industriali: queste saranno per lungo tempo questioni di attualità .
Si può pensare – illusoriamente - che si possa uscire da questa crisi mantenendo lo stesso modello di sviluppo e di relazioni dei decenni precedenti, con un allentamento dei vincoli, magari della legalità (Arzignano insegna) ed un arretramento delle tutele sia verso l’ambiente che verso i diritti dei lavoratori o della sicurezza nei luoghi di lavoro. Oppure si fa un salto di qualità , rafforzando quelle condizioni favorevoli che già sono presenti in alcune parti del sistema e correggendo i limiti di posizioni che rimangono legate al passato.
 Ovviamente noi siamo per questa seconda prospettiva, ma ci chiediamo se a Vicenza si stia praticando davvero quest’ultima strada, come e tra chi. Ci chiediamo, insomma, se le categorie economiche, il sindacato, le istituzioni locali, le forze politiche, pur nella diversità dei ruoli, stiano elaborando strategie comuni di medio/lungo periodo o se ognuno stia andando per la propria strada.
Non vorremmo che prevalesse quest’ultima situazione, che non ci sembra all’altezza e che rischia di far precipitare anche le relazioni industriali in sterili ‘corpo a corpo’ per la conquista di margini di produttività legati a ulteriori flessibilità contrattuali o a pure contrazioni di costo.
Insomma, crediamo che il nostro territorio sia ancora in cerca di una regia, di una governance, senza la quale altri territori – anche vicini a noi - rischiano di avere la meglio.
Per questo abbiamo voluto mettere attorno a un tavolo alcuni tra gli attori importanti per il territorio per comprendere le loro strategie, per fare qualche proposta e per riproporre – nel dibattito ancora in corso sulla crisi – la centralità del lavoro.
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