8 settembre di riflessione
Domenica 9 Settembre 2012 alle 09:17 | 3 commenti
Riceviamo da Roberto Ciambetti e pubblichiamo
Mai, come quest'anno, per troppi vicentini l'8 settembre non è stato esattamente un giorno di allegria: la festa rimane, certo, ma lo spazio per la riflessione è ben maggiore di quello dedicato allo svago o al divertimento. Con circa 155 mila veneti alla ricerca di un lavoro, c'è poco da divertirsi e la preoccupazione cresce se pensiamo che 9,9 giovani veneti, under 35, su 100 sono disoccupati con una percentuale che sale al 19 per cento per la fascia 15-24 anni.
E' vero, siamo ben lontani dalla media nazionale e anche da quella europea che presentano dati ben più preoccupanti dei nostri: l'Italia ha il record negativo in Europa con 1.138.000 di under 35 senza lavoro mentre tra i ragazzi fino a 24 anni il tasso di disoccupazione italiana è del 29,6% rispetto al 21% della media europea e del 19 per cento del Veneto. Vicenza e Verona segnano i dati migliori (o quelli meno peggiori) con una disoccupazione giovanile attorno all'8,4 per cento. Con il Pil in calo nell'intera Eurozona e una recessione acuta italiana, -2,5 per il II trimestre 2012, c'è poco da stare allegri.
Stando all''indagine Istat sui consumi in Veneto si spendono per vivere oltre 2.900 euro al mese contro i 1630 della Sicilia. Siamo la Regione più cara, dopo la Lombardia, in Italia e così' non sorprende sapere che una famiglia su tre, circa il 35 per cento, ha ridotto la spesa per consumi alimentari e per oltre il 13 per cento la diminuzione non ha riguardato solo la quantità ma anche la qualità . Il primo semestre del 2012 segna in Veneto cali nella spesa con un ulteriore meno 8 per cento. L'analisi di Bankitalia per il Veneto deve far riflettere: " Le coppie con figli e le famiglie con monogenitori - si legge nel Bollettino sull'economia regionale del Giugno scorso - hanno ridotto in misura rilevante la spesa in seguito alla crisi e, a differenza delle coppie senza figli e delle persone che vivono da sole, hanno raggiunto un livello medio dei consumi, valutati in termini reali, inferiore a quello del quinquennio 2002-07" Rallentato il ricorso al credito per le famiglie sia attraverso le banche, sia con società finanziarie - con indici che nel biennio superano il 5 per cento in meno - mentre l'aumento dello spread praticato alle imprese determina una contrazione decisa nel fronte del finanziamento dell'economia produttiva. Diminuiscono, in contropartita, e ben più della media nazionale i risparmi: non è che siamo diventati improvvisamente degli spendaccioni, è che il costo della vita è aumentato a ritmo vertiginosi, mentre il crollo dei consumi determina si riflette nella chiusura di esercizi commerciali, che registrano una mortalità inedita. Gli studi demoscopici nel Vicentino, svelano come nell'ultimo anno circa il 67 per cento della popolazione denunci un peggioramento della qualità della vita a Vicenza città , un 70 per cento di intervistati che nota sia un aumento di problemi di sicurezza come un aggravamento delle condizioni economiche e un 90 per cento che indica nelle problematiche occupazionali il nodo più preoccupante. Si tratta di rilevazioni effettuate prima dell'estate, prima cioè dell'ultima esplosione dei prezzi che hanno visto salire ulteriormente i prezzi aggravando così lo scenario locale, che, come detto, vede un costo della vita ben superiore alla media nazionale. Il vero spread, che fa paura, è quello tra i redditi e il costo della vita. E questo spread non scende.
Adesso Ciambetti, dopo aver evidenziato il fallimento della Lega, ne tragga le conseguenze.
Attaccare la Lega è un esercizio utilissimo a sviare l?attenzione dell?opinione pubblica dalle vere cause di un male che sta travolgendo la nostra società e che da noi si concreta in quella perdita di posti di lavoro, moria di aziende, chiusura di negozi e attività, con gli enti locali, la Regione e il decentramento disarmati e spogliati di risorse e fondi: non dimentichiamo che le manovre Monti sono state sostenute dalle tasse fatte pagare ai cittadini e dai tagli imposti al decentramento, cioè a chi deve garantire servizi essenziali, sanità compresa.
Riflessioni amare, amarissime in un giorno, 8 settembre, in cui nel cuore della festa vicentina, in quel Campo Marzo luogo simbolo, un tunisino finisce ammazzato, a coltellate, forse in un regolamento di conti tra bande: vista da destra o da sinistra la realtà, comunque la si guardi, è devastante.
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