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1 marzo, "Bon dì e bon anno"

Di Roberto Ciambetti Sabato 28 Febbraio 2015 alle 21:57 | 0 commenti

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Capodanno nell'uso veneto: 1 marzo. La scelta della Serenissima di iniziare l'anno a marzo si rifaceva a tradizioni antiche, legate a riti arcaici, al culto della rinascita, la primavera, e della speranza: la vita prevale sulla morte e la natura torna a fiorire. Profondamente legato alla rinascita in Veneto il culto mariano: non è un caso se la pietà popolare fa coincidere le apparizioni della Vergine con i primi giorni di marzo: il 7 marzo 1426 a Vicenza a monte Berico la Madonna appare a donna Vicenza Pasini; il 9 marzo 1510 è la volta del miracoloso incontro tra il vecchio Giovanni Cigana e la Vergine a Motta di Livenza.

La tradizione popolare ci ha lasciato una testimonianza straordinaria di quest'ultimo incontro, con Maria che parla in Veneto: "Dio vi dia il bon dì" disse il vecchio spasesato nel trovarsi dinnanzi inaspettata una ragazza; "Bon dì e bon anno", rispose la fanciulla "dove steo n'dando bon omo"?
In entrambe i casi, Monte Berico e Motta di Livenza, l'apparizione coincide con il Capodanno more veneto e con momenti drammatici: Vicenza era sconvolta dalla peste; il Trevigiano, nel 1510, come tutto il Veneto, devastato e saccheggiato dalle truppe delle Lega di Cambrai. Momenti durissimi, di morte, lutti, disperazione e dolore.
La promessa dalle liberazione della peste a Vicenza era chiaramente segno di Rinascita e speranza, legati appunto al Capodanno di Marzo. Ancora è la speranza ad essere fissata nel miracoloso tramonto che Maria aveva assicurato a Giovanni Cigana a dimostrazione della veridicità del loro incontro, un tramonto rosso sangue mai visto sino ad allora, chiaro segno di presagio: "pareva che fusse sta butà su el sangue con la palla" si legge nelle testimonianze di chi assistette all'evento. Un tramonto rosso, appunto segnale di tempi migliori. Sul dolore, sul sangue, prevale la speranza, la rinascita: il nuovo anno che avanza. "Bon dì e bon anno".
Ecco la coincidenza tra il Capodanno Veneto e la figura mariana genitrice di vita che ci riporta a riti antichi ancor oggi presenti e vissuti nella Terraferma, dallo Schella Marz cimbro dell'Altipiano dei Sette Comuni al Ciamar Marso recoaerese, con le notti dei fuochi della Pedemontana, lungo quell'antico itinerario del "Chalandamarz" che arriva sino al cuore europeo. Feste tipiche del rinnovamento, con precise cadenze, con il momento centrale della festa che vede l'eliminazione del male e il preparare la strada agli eventi favorevoli e, possibilmente fausti, del nuovo che avanza, come già, a gennaio, avevano indicato i roghi del Pan e Vin trevigiani e veneziani.
Vita, speranza, rinnovamento, primavera e nascita dell'anno: a marzo, il 25, la Chiesa celebra l'Annunciazione, l'avvio della storia della Salvezza attraverso l'Incarnazione. Il 25 marzo è, non casualmente, anche il giorno della fondazione mitica di Venezia oltre che anticamente data dell'equinozio primaverile. Venezia, la sua Repubblica, si fanno carico di continuare e rinnovare una antica storia.
Dietro al "Bon anno" di mariana memoria c'è tutto il mistero della vita, ma c'è anche la volontà di chi ci insegna a guardare al futuro con fede e speranza. Maria, nei primi di marzo, chiede a Giovanni Cigana "dove steo n'dando bon omo"? Chiediamocelo anche noi dove stiamo andando in questi anni durissimi e amari, carichi di violenza e di uomini che predicano la morte con feroce barbaria. Chiediamocelo con la forza e il coraggio della speranza: il Capodanno veneto ci insegna a non disperare mai e a credere nella vita e nei ritmi naturali. Bon anno a tutti.

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Giovedi 27 Dicembre 2018 alle 17:38 da Luciano Parolin (Luciano)
In Panettone e ruspe, Comitato Albera al cantiere della Bretella. Rolando: "rispettare il cronoprogramma"
Caro fratuck, conosco molto bene la zona, il percorso della bretella, la situazione dei cittadini, abito in Viale Trento. A partire dal 2003 ho partecipato al Comitato di Maddalene pro bretella, e a riunioni propositive per apportare modifiche al progetto. Numerose mie foto del territorio sono arrivate a Roma, altri miei interventi (non graditi dalla Sx) sono stati pubblicati dal GdV, assieme ad altri come Ciro Asproso, ora favorevole alla bretella. Ho partecipato alla raccolta firme per la chiusura della strada x 5 giorni eseguita dal Sindaco Hullwech per sforamento 180 Micro/g. Pertanto come impegno per la tematica sono apposto con la coscienza. Ora il Progetto è partito, fine! Voglio dire che la nuova Giunta "comunale" non c'entra più. L'opera sarà "malauguratamente" eseguita, ma non con il mio placet. Il Consigliere Comunale dovrebbe capire che la campagna elettorale è finita, con buona pace di tutti. Quello che invece dovrebbe interessare è la proprietà della strada, dall'uscita autostradale Ovest, sino alla Rotatoria dell'Albara, vi sono tre possessori: Autostrade SpA; La Provincia, il Comune. Come la mettiamo per il futuro ? I costi, da 50 sono saliti a 100 milioni di € come dire 20 milioni a KM (!) da non credere. Comunque si farà. Ma nessuno canti Vittoria, anzi meglio non farne un ulteriore fatto "partitico" per questioni elettorali o di seggio. Se mi manda la sua mail, sono disponibile ad inviare i documenti e le foto sopra descritte. Con ossequi, Luciano Parolin [email protected]
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