La Palestina del fotografo Marco Zorzanello
Collettivo Olandese Volante  Â
Venerdì 2 aprile 2010 alle ore 20.45
in Villa Lattes, via Thaon de Revel 44 - Vicenza
Il Collettivo Olandese Volante presenta
L'esperienza palestinese del fotografo Marco Zorzanello (fotografo anche di VicenzaPiù, n.d.r.)
Un racconto, non solo fotografico, che si snoda attraverso le strade di Gerusalemme e di Hebron; percorre la complessa storia di questa regione con le parole di Walid, ex guardia del corpo di Yasser Arafat o nel racconto del fornaio che durante l'ultima Intifada, con il suo incessante lavoro ed enormi rischi, ha contribuito a sfamare migliaia di persone.
per info:
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Festa del Popolo Veneto per le scuole, il 25
Giovedì 25 marzo, in contemporanea in teatri, ville storiche e spazi pubblici delle 7 province del Veneto, conclusione del progetto "In lingua veneta" - promosso dalla Regione - tra giochi, laboratori e musica
"Festa del Popolo Veneto": insegnanti e alunni riscoprono le radici comuni
L'iniziativa, che diffonde la cultura del territorio tra i più giovani, è dedicata alle scuole primarie. Verrà proiettato il cartoon della scuola Vittorino da Feltre, vincitrice del concorso "Un leone molto animato"
Si conclude con la grande "Festa del Popolo Veneto", che coinvolgerà alunni e insegnanti delle scuole primarie di tutta la regione, il progetto didattico in lingua veneta.
Promosso dalla Regione del Veneto e realizzato grazie alla collaborazione delle sette Amministrazioni Provinciali, che hanno curato eventi e iniziative ad hoc, il progetto è dedicato alla promozione e alla valorizzazione di un'identità storica, linguistica, culturale e paesaggistica tipicamente veneta, nella quale le tradizioni delle diverse aree dialettali si uniscono all'insegna delle radici comuni.
La mattina di giovedì 25 marzo, in ville storiche, teatri e spazi pubblici delle 7 province del Veneto si celebrerà la "Festa del Popolo Veneto", pensata in concomitanza con la ricorrenza della fondazione di Venezia. L'evento ha come filo conduttore la rievocazione della storia del Veneto, da rivitalizzare in prospettiva futura trasmettendola alle nuove generazioni. Insegnanti e alunni diventano così i protagonisti di una ricca mattinata di feste, animate con giochi di squadra, musica e canto, laboratori e momenti di aggregazione e condivisione.
La festa è il momento conclusivo e in qualche modo di sintesi per il progetto in lingua veneta, con il quale la Regione ha voluto coinvolgere i ragazzi delle scuole primarie nella creazione di un cartoon attraverso il concorso "Un leone molto animato" e i docenti con un corso di formazione e aggiornamento sui "Paesaggi letterari del Veneto" (avvicinandoli ai testi di Meneghello, Pascutto, Cibotto, Marin, Coltro e Camon).
In tutte le tappe della festa verrà inoltre presentato il cartone animato realizzato con Gli Alcuni di Treviso dai ragazzi della scuola primaria Vittorino da Feltre di Feltre, vincitori con la loro sceneggiatura del concorso "Un leone molto animato".
"Sono lieto di accompagnare l'evento conclusivo di un percorso che ha visto coinvolti insegnanti e studenti delle scuole primarie del territorio nella riscoperta del patrimonio linguistico e culturale della nostra regione - spiega il vicepresidente della Regione del Veneto Franco Manzato -. La lingua veneta, infatti, è un tesoro da custodire e trasmettere alle nuove generazioni poiché è parte integrante di quel bagaglio umano e culturale identitario nel quale ognuno si riconosce e che ogni cittadino contribuisce a costruire. La Festa del Popolo Veneto vuole quindi essere un momento aggregante e giocoso che faccia avvicinare le nuove generazioni non solo al patrimonio tradizionale e culturale ma anche a quello paesaggistico del territorio in cui vivono. Auspico quindi che non solo i bambini ma anche i genitori e le famiglie possano conoscere e riscoprire le proprie radici e la propria storia attraverso momenti di gioco e condivisione".
I luoghi in cui si svolgerà la "Festa del popolo veneto":
BELLUNO - Cesiomaggiore > Museo Etnografico di Seravella
PADOVA - Albignasego > Palazzetto dello Sport
ROVIGO - Lendinara > Teatro Comunale "Ballarin"
TREVISO > Parco degli Alberi Parlanti
VENEZIA - Mira > Villa Widmann Rezzonico Foscari
VERONA - Bussolengo > Teatro Parrocchiale
VICENZA - Montecchio Maggiore > Villa Cordellina Lombardi
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25 marzo, Festa del Popolo Veneto
Il 25 marzo ricorre la "Festa del Popolo Veneto", istituita dalla Legge Regionale n. 8 del 2007 per la "Tutela, valorizzazione e promozione del patrimonio linguistico e culturale veneto". E' una data simbolo perché, secondo la tradizione, proprio il 25 marzo del 421 sarebbe il giorno di fondazione della città di Venezia, avvenuta con la posa della prima pietra della prima chiesa di Rivoalto, o Rialto: quella di San Giacometo.
La Festa - ha ricordato il vicepresidente della giunta - è finalizzata a favorire la conoscenza della storia del Veneto, a valorizzarne l'originale patrimonio linguistico, a illustrarne i valori di cultura, di costume, di civismo, nel loro radicamento e nella loro prospettiva, nonché a far conoscere adeguatamente lo Statuto e i simboli della Regione. L'identità veneta non è un retaggio del passato - ha aggiunto - ma esprime un senso di appartenenza che si riconosce nel comune modo di essere, di pensare e di agire, che non ha che fare con l'anagrafe ma che rappresenta le nostre radici, solide fondamenta per guardare allo sviluppo futuro.
La sua celebrazione avverrà con un programma ricco di iniziative dedicate ai ragazzi della scuole primarie del Veneto e ai loro insegnanti, con attività pratiche e di laboratorio in sette località , una per ciascuna provincia della Regione. Nell'occasione sarà presentata a cartoni animati la storia creata dagli alunni della scuola primaria "Vittorino da Feltre" di Feltre, vincitori del concorso "Un leone molto animato" indetto dalla Regione nell'ambito dei percorsi in lingua veneta, propedeutico alla Festa del Popolo Veneto.
Le manifestazioni si svolgeranno contemporaneamente, con inizio alle ore 10, nelle seguenti sedi: Provincia di Belluno: Museo Etnografico di Seravella, Via Seravella, 1, Cesiomaggiore; Provincia di Padova, Palazzetto dello Sport, Via Torino, 2, Albignasego; Provincia di Rovigo, Teatro Comunale Ballarin, Via Giambattista Conti, 4, Lendinara; Provincia di Treviso, Parco degli Alberi Parlanti di Villa Margherita, Viale Felissent, 56, Treviso; Provincia di Venezia, Villa Widmann Rezzonico Foscari, Via Nazionale, 420, Mira; Provincia di Verona, Teatro Parrocchiale in Piazza Nuova, 3, Bussolengo; Provincia di Vicenza, Villa Cordellina Lombardi, Via Lovara, 36, Montecchio Maggiore.
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22 Marzo 1848, la Repubblica Veneta
Non voglio piegare alle esigenze attuali gli eventi del passato snaturando l'interpretazione dell'insurrezione del 1848 nel Veneto, con la straordinaria parabola vicentina, e la rinascita della Repubblica Veneta il 22 marzo sotto la guida di Daniele Manin.
Lascio il mestiere dello storico agli storici: io vorrei solo prendere spunto dalla ricorrenza, e dagli errori che segnarono quell'epica pagina di storia veneta, per riflettere sul presente.
I primi mesi del 1848 furono densi di momenti premonitori, diremmo oggi, di quella che sarebbe diventata la primavera dei popoli europei: il 12 gennaio insorge la Sicilia, in febbraio esplode a Parigi la rivolta che porterà alla Seconda Repubblica, il 13 marzo a infiammarsi è Vienna, due giorni dopo Budapest e Berlino: il 17 marzo la notizia della rivolta viennese giunge a Venezia e vengono liberati Daniele Manin e Niccolò Tommaseo; il 22 marzo viene proclamata la Repubblica di Venezia. 25 marzo gli austriaci lasciano Vicenza che il 27 marzo aderisce alla neonata Repubblica Veneziana. Ad una ad una le rivoluzioni verranno sedate a colpi di baionetta ovunque in Europa.
A Vicenza, dopo una delle pagine di resistenza meno note al grande pubblico ma tra le più esaltanti in Italia, gli austroungarici segneranno la repressione con un gesto ferocemente barbaro ma emblematico: la lacerazione in 32 pezzi della Cena del Veronese a Monte Berico, simbolo della ferocia della repressione.
Resiste solo Venezia, la cui esperienza durerà sino all'agosto del 1849: proprio la parabola veneziana e gli errori di Manin saranno determinanti nel segnare l'ala democratica della borghesia italiana favorendo il conservatorismo reazionario sabaudo, come bene notò Paul Ginsborg in un suo studio giovanile.
Già nel Settecento la classe dirigente veneziana aveva commesso un errore fatale nel non spiegare al vento della nascente cultura liberale le vele della Repubblica riconoscendo alla borghesia il suo ruolo di forza trainante coinvolgendola nel governo e coinvolgendo il territorio. Manin e i democratici veneti cinquant'anni dopo, oltre a non comprendere il ruolo della campagna e del territorio, commisero l'errore d'appoggiarsi ai Savoia; di certo non potevano sapere che il progetto sabaudo era decisamente reazionario e ben diverso, nella sostanza e negli esiti finali, dagli obiettivi democratici che l'insurrezione popolare, perché tale fu la rivolta del marzo 1848, vagheggiava.
La rivolta di popolo fu con quell'errore, in altre parole, incanalata, addomesticata, trasformata in guerra di re, asservita alle esigenze di una oscura casa regnante capace poi di far pagare a quello stesso popolo un incredibile tributo di sangue, vessazioni, fame, povertà .
L'errore di Manin, come quello dei nobili Veneziani settecenteschi, fu quello di non capire che bisognava cogliere l'occasione data dal vento di primavera, dall'ansia di libertà che aveva allora scosso l'intera Europa. Bisognava osare.
Oggi, "mutatis mutandi", la grande crisi economica di questi anni ha segnato la fine di un'epoca e bisogna capire che questo cambiamento è veramente epocale.
Nei fatti la crisi ci ha posto tutti davanti ad un nuovo scenario e tutti dobbiamo essere consci che il mondo che verrà sarà completamente diverso da quello che abbiamo conosciuto.
Bisogna avere il coraggio di imboccare una nuova rotta: aprire le vele del Veneto e farle gonfiare al vento di primavera verso una nuova stagione di libertà .
Il marzo del 1848 a Vicenza come a Venezia si colse, almeno inizialmente, quel vento di libertà e si tentò di inaugurare una nuova stagione.
Guardiamo con rispetto e intelligenza critica a quell'anniversario, a quegli uomini per molti aspetti coraggiosi e generosi, per non commettere gli stessi errori e per cercare di guardare davanti a noi.
Roberto Ciambetti