Ciambetti, Lega Nord: per coerenza si invitino i Savoia ai festeggiamenti dell'Unità
Mercoledi 2 Febbraio 2011 alle 00:32Riceviamo da Roberto Ciambetti, assessore regionale, e pubblichiamo
Da re di Sardegna a Re d'Italia. Vittorio Emanuele IV, eroe di Cavallo, ed Emanuele Filiberto sono gli unici che possono celebrare l'approvazione della Legge 4671 del Regno di Sardegna del 17 marzo 1861
Il 17 marzo 1861 il parlamento subalpino proclamò Vittorio Emanuele II «re d'Italia, per grazia di Dio e volontà della nazione» (nella foto il Vittoriano, Altare della Patria). Non "primo", come re d'Italia, ma "secondo" a sottolineare la continuità dinastica tra il Regno di Sardegna e quello d'Italia.
Continua a leggereConsumatori contro televoto di Sanremo
Domenica 21 Febbraio 2010 alle 21:14
"Malgrado ieri sera il festival di Sanremo ha registrato oltre dodici milioni di spettatori qualcosa è andato storto almeno secondo l'opinione del pubblico e dell'orchestra che hanno inondato la scena con fischi e lancio dei spartiti" a parere dell'ADICO sommersa di email di consumatori che hanno "lamentato il proprio sdegno manifestato la contrarietà del giudizio espresso dal televoto".
Un giudizio, quello lamentato dai consumatori che ha trovato tutti d'accordo, "definendo scandaloso l'eliminazione di alcuni artisti che, secondo loro, erano musicalmente più meritevoli".
Ricordiamo, fanno presente dall'ADICO, "che durante il festival lo stesso direttore dell'orchestra Marco Sabiu aveva chiesto di rendere pubblico il voto dell'orchestra, ben diverso da quello del televoto; ma che il direttore artisticoGianmarco Mazzi ha negato per questioni di regolamento".
Gli eliminati eccellenti, contro il parere del pubblico sono stati Cristicchi, Irene Grandi, Enrico Ruggeri, Fabrizio Moro, Arisa, Malia. La stessa Clerici non è riuscita a trattenere uno sgomentato "No!!", al momento del verdetto del televoto che invece ha promosso dietro lo sconcerto generale Valerio Scanu, Marco Mengoni e il trio Pupo- Emanuele Filiberto- Canonici. Disorientata la conduttrice ha cercato di giustificare il fattaccio usando espressioni rituali quali: il volere del popolo è sovrano; cosi ha deciso il popolo...
Non comprendo, spiega il presidente dell'ADICO Carlo Garofolini "come gli orchestrali, il cui voto avrebbe dovuto incidere per il 50% del totale, siano stati sovvertiti dal televoto; ritengo alla luce del recente episodio sia giusto abolire il televoto fino ad una nuova regolamentazione del sistema, che sia più corretto, trasparente e verificabile dai telespettatori".
Continua a leggereSanremo fischia anche Emanuele di Savoia
Domenica 21 Febbraio 2010 alle 02:29
Serata bollente o, meglio, assordante quella della chiusura del Festival di Sanremo, diventato un misto tra kitsch (cattivo gusto, in italiano, n.d.r.), trash (spazzatura, n.d.r.)) e talk show (programma di parole, n.d.r.) all'italiana, con urla e strepiti su tutto e per tutto, in quel perfetto stile, dispiace dirlo, italiota, che ormai, da tempo e senza apparenti vie d'uscita dobbiamo subire in mille trasmissioni Tv, pubbliche e private che siano.
Alla polemica per la qualificazione alla Finale e, poi, per il secondo posto del trio con Emanuele Filiberto di Savoia (abbiamo pubblicato oggi un intervento premonitore di Roberto Ciambetti, n.d.r.), oltre che per il lato B della Cuccarini, si sono aggiunte quelle scatenate, intorno all'intervento di Maurizio Costanzo, per i problemi ben più gravi dei lavoratori di Termini Imerese e non solo.
Per maggiori informazioni clicca qui
Savoia, Italia, Sanremo e canzonette
Sabato 20 Febbraio 2010 alle 18:46
Riceviamo e pubblichiamo
Di Roberto Ciambetti
Ci furono case regnanti che, dopo aver perso il trono, videro i propri esponenti perdere vuoi la testa, vuoi la faccia: tra i primi i Borbone di Francia che affrontarono il pubblico assiepato in quella che oggi è Place de la Concorde a Parigi; tra i secondi i Savoia, che meno stoicamente,da ultimo salgono sul palco dell'Ariston di Sanremo in una esibizione che rimarrà negli annali del kitsch, ma che spiega molto della nostra realtà .
Come diceva Milan Kundera " il Kitsch non può dipendere da una situazione insolita, ma è collegato invece alle immagini fondamentali che le persone hanno inculcate nella memoria": nella memoria di tanti italiani il solo nome Savoia evoca immagini di lutti, dolori, scarsa coerenza, e anche solo riandando a cronache recenti fatti incresciosi e vergognosi.
Paradossalmente mentre una parte dell'intellighenzia italiana tenta di rilanciare il dibattito sui 150 anni dell'Unità d'Italia, basta una canzonetta (il cui testo e musica fan sembrare la Marcia Reale del Gabetti un capolavoro) per fare impallidire ogni eventuale nostalgico sentimento patriottico: se qualcuno si interrogava sul perché dello scarso entusiasmo suscitato dall'anniversario del 1861, ha trovato la risposta nella performance canora del principino sabaudo, il quale non sembra interessato al Risorgimento quanto attratto dal Risarcimento, appunto una novantina di milioni chiesti per un esilio da lui considerato ingiusto.
Oggi, la stessa persona, canta il suo amore viscerale per l'Italia ... C'è chi davanti a tanta arroganza e sfrontatezza ha provato vergogna; personalmente mi sono sentito, invece, fiero, fiero d'essere Veneto, di quella terra che fu annessa dai Savoia attraverso un referendum farsa: oggi il referendum si fa con gli sms e un plebiscito sulla cui correttezza, al pari di quanto accadde nel 1866 in Veneto, in ben pochi credono ha salvato il principino rilanciandolo: siamo di nuovo alla comica visto che, al di là della scarsa qualità del trio trash, il ripescaggio sanremese puzza di strategia di marketing.
In realtà , se la conta dei voti avviene secondo le regole, il principino finisce trombato, come accadde alle Europee dello scorso anno quando il Savoia trovò ostello nell'Udc di Casini ma non ottenne i voti (veri non sms) necessari per essere eletto.
Ciò non di meno un personaggio che altrove sarebbe finito nella spazzatura della storia oggi furoreggia, ammiccando a quell'Italietta tutta mafia, spaghetti,mandolini, corruzione e inefficienza, che, non a caso, nacque e si sviluppò attorno alla casa reale sabauda: è quella l'Italia, in cui è difficile riconoscersi, ma così amata da Emanuele Umberto Reza Cirò René Maria Filiberto di Savoia detto l'Ultimo.
Ultimo in tutti i sensi, s'intende.
Roberto Ciambetti
Continua a leggere